Mancio, pensate a giocare!
Meno male che domani si gioca, perché in questi giorni sull’Inter è piovuto di tutto. Non c’è stato nulla che non sia stato messo in discussione: dal mercato al tecnico ad ogni singolo calciatore. A sentir l’aria che tira, parrebbe che la stagione sia praticamente finita. Eppure sono trascorse solo due giornate di campionato e ci sono ancora 108 punti in palio, ma basta un attimo di sbandamento e la pressione sale di botto ma, anziché tapparsi, le orecchie degli interessati si spalancano. Così se Moratti convoca Branca e Oriali si ha quasi l’impressione di un vertice sul futuro immediato di Mancini. Meglio davvero che si giochi, per evitare che qualcuno cominci davvero a pensare di buttar via dopo nemmeno quindici giorni di campionato un lavoro estivo di grande prestigio. C’è sicuramente un ritardo di condizione inatteso in alcuni uomini chiave e chissà se ad Adriano servirà davvero un tutor come Mihajlovic. Fossi in Mancini eviterei di dare alla squadra qualsiasi alibi a cominciare dagli arbitri, vizio duro a morire. Vedo che il Mancio è il primo a cadere in quelli che lui identifica come ‘trappoloni’ mediatici, tesi a togliere tranquillità al gruppo. Tutti dicono che l’Inter è forte perché è vero e la temono: per gli avversari l’Inter è una spina nel fianco anche quando non brilla, figuriamoci adesso che rischia di vincere ‘sul campo’, come dicono loro. L’Inter è la loro ossessione, da sempre. Già un successo a Roma rivoluzionerebbe i duri giudizi di questi giorni, quelli che però solo chi sta fuori può concedersi, passando nel giro di un minuto dall’esaltazione alla disperazione. La società invece ha il dovere di allentare la pressione e di mantenere cuore caldo e mente fredda. La prima partita da vincere è contro la tensione. Solo così, quando l’Inter smetterà di aver paura dell’Inter, il campo darà giudizi decisamente più veri.
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