El paraiso
Julio è un 40enne che vive con la madre, una colombiana fuggita dal paese natale quand’era incinta, in una casa nella zona marittima di Fiumicino. I due hanno un legame forte e ossessivo, quasi simbiotico: condividono praticamente tutto, dai balli latino americani alla vita di tutti i giorni fino allo spaccio e consumo di cocaina. Un giorno però una giovane colombiana, corriere della droga, si installa in casa loro. Il giovane Enrico Maria Artale (Il terzo tempo) giunto al suo secondo lungometraggio dirige con mano ferma e decisa un film forte che offre interessanti spunti di riflessione. Partendo da un soggetto scritto da Edoardo Pesce, qui anche ottimo attore principale, il film indaga con estrema lucidità il rapporto morboso che si instaura tra madre e figlio. Mantiene il ritmo e la tensione fin quasi alla fine, quando la storia prende una direzione più intimista e inaspettata e si entra in un luogo di ricerca narrativo apparentemente meno riuscito. Prodotto da Mattia Rovere per Ascent e presentato alla Mostra del cinema di Venezia del 2023 il film ha vinto il Premio Orizzonti per la migliore interpretazione femminile (una incredibile Margarita Rosa de Francisco, nota soprattutto per la serie Narcos) e la migliore sceneggiatura a Enrico Maria Artale, oltre al Premio Arca Cinema/giovani come miglior film italiano. Da vedere. Al cinema.
Recensione del Conte Adriano Cavicchia Scalamonti, 13.6.2024