Kinds of kindness
di Yorgos Lanthimos
Alla base del nuovo progetto filmico di Yorgos Lanthimos, scritto con Efthymis Filippou (giunto alla quinta collaborazione) ci sono 3 episodi di circa 50 minuti l’uno che non hanno apparentemente nulla in comune, a parte gli interpreti e alcuni eventi ricorrenti: i sogni e la domanda posta verso gli altri e spesso ripetuta “hai fame? hai mangiato?”. Nel primo episodio (La morte di R.M.F) Robert (uno strepitoso Jesse Plemons) è un impiegato vessato dalle cortesie un po’ estreme del suo capo Raymond (il sempre bravo Willem Dafoe). Nel secondo episodio (R.M.F sta volando) un poliziotto (Plemons) è convinto che la moglie scomparsa (Emma Stone) per settimane e poi riapparsa non sia la stessa donna di prima ma una sostituta. Nel terzo episodio (R.M.F. mangia un sandwich) Emily (Stone) e Andrew (Plemons) sono due adepti di una setta religiosa capitanata da Omi (Dafoe) alla ricerca di una donna capace di risvegliare i morti. Sorprende che il regista greco, dopo il successo di “Povere creature!”, sia tornato al “suo” cinema e alle “sue” storie. Per questo “Tipi di cortesie” (ma sarebbe meglio dire (s)cortesie) ricorda alcuni elementi dei suoi film precedenti: la combine tra reale e grottesco di “Dogtooth”, il rimpiazzo della persona di “Alps”, gli umani trasformati in animali di “The Lobster”, la crudeltà delle richieste de “Il sacrificio del cervo sacro”. Il tutto condito con una giusta dose di ironia (che fin qui non ha mai adoperato), di sarcasmo, e del suo abituale grottesco. Piacciono le lunghe inquadrature a chiudere, le musiche inquietanti di Jerskin Fendrix (dopo “Povere creature”), le atmosfere da black comedy. Se poi questo non basta metteteci anche una hit molto classica, quella “Sweet dreams” degli Eurythmics che fin dai primi frame del film la fa da padrone, come a suggerirci che nei dolci sogni alcuni vogliono usarti, altri vogliono essere usati, alcuni vogliono abusarti, altri vogliono essere abusati. Jesse Plemons giustamente premiato a Cannes come migliore attore maschile. Un film da non perdere, al cinema.
Recensione del Conte Adriano Cavicchia Scalamonti, 21.6.2024