24C: Inter-Roma 2-0
Considero da anni Sinisa Mihajlovic uno dei migliori calciatori del nostro campionato e vado dicendo da quest’estate che sarebbe stato un ottimo acquisto per Moratti. Nella sfida tra Inter e Roma, le due squadre con i migliori attacchi del torneo, non mi soprende che sia stato un difensore come lui a decidere la partita. Perché Sinisa non è un semplice difensore. Sinisa nasce centrocampista dai piedi straordinari e a 22 anni era già campione d’Europa e del mondo con la mitica Crvena Zvezda. Sinisa è il miglior marcatore su punizione in attività e credo che su palle inattive abbia fatto meglio addirittura di specialisti come Zico, Platini e Maradona. Dei suoi 39 gol messi a segno in Italia, ben 29 sono su punizione. Ma Sinisa è grande sopratuttto per le doti caratteriali. Mai ho visto un giocatore così tranquillo in ogni situazione: uno che si permette di prendere per il culo Adriano sfidandolo in una sorta di bim-bum-bam che il Mancio non ha gradito, per decidere il turno di battuta di una punizione. Mihajlovic, me lo ricordo in panchina nel preliminare di Champions League d’inizio stagione a Basilea mentre sgranocchiava un Cornetto Algida: averne di gente così! Personalmente sono molto felice che l’anima di una certa Lazio campione d’Italia sia stata trapiantata all’Inter, perché era vincente. Con la Roma, Sinisa ha giocato una delle più belle partite della sua carriera, anche grazie al piccolo grande Ivan Ramiro Cordoba, che ha giganteggiato al suo fianco. Così Mancini è riuscito finalmente a mettere in pratica per i tanti ‘intenditori’ la sua idea di difesa, con Mihajlovic alla guida. Sinisa deve tener alta e corta la squadra, tranquillizzarla con i suoi sorrisi, comandare il fuorigioco e far partire la manovra dalle retrovie, lasciando ad un velocista, si chiami Cordoba o Burdisso il ‘lavoro sporco’, gli scatti, le rincorse e le chiusure definitive. Cose che Cordoba stavolta ha fatto bene come mai nella sua vita. Quando invece gioca Materazzi la struttura difensiva cambia completamente. Ma parlar di tattica con chi ha definito Vieri finito e Mihajlovic pure peggio è come dare perle a porci e quindi meglio godersi la prima vignetta odierna di Rob, dedicata proprio al serbo match-winner! Complessivamente il gioco espresso contro la Roma non è stato dei migliori, ma averla spuntata in termini percentuali di possesso-palla e non aver quasi mai concesso al trio Totti-Montella-Cassano l’opportunità di far male, è stata cosa buona e giusta. Se ne è accorto Del Neri, che a Verona stimavo moltissimo, ma che da quando è a Roma, complici le ‘grandi pressioni’, ha completamente perso la trebisonda: ormai in sala-stampa non gli si può più chieder nulla che diventa aggressivo come un cane al quale si è pestata la coda! Mancini invece ha rischiato parecchio nel riproporre Kily Gonzales a sinistra. Non per le qualità del giocatore, ma per gli attaccanti scelti per cominciare la partita. Kily è utile per i cross dalla fascia sinistra ma se non c’è Vieri in mezzo all’area, nessuno va a raccoglierli. Nè Adriano nè Martins che non sono vere prime punte, amando partire da lontano per le loro scorrerie offensive. A proposito di Adriano, il suo primo tempo è stato irritante per l’ostinazione a far cose che il suo fisico al momento non gli consente, poi con il passare dei minuti è migliorato, tenendo palla e prendendosi botte e falli che hanno consentito alla squadra di tirare il fiato e risalire. Da Adriano però ci si aspetta sempre il massimo e, dopo la sosta natalizia, il suo rendimento resta in calo, come puntualizza l’amico Rob nella sua seconda vignetta odierna. Martins ha invece confermato le sue doti: meglio quando subentra a gara in corso con avversari più stanchi, che quando parte dall’inizio. Nei piani di Mancini era prevista la staffetta Adriano-Vieri, ma i piccoli guai di Kily, Veron e Favalli, hanno tenuto a riposo Bobo, che aveva anche giocato in Nazionale a metà settimana. Meglio così! Prossima tappa ad Udine per togliere di mezzo, si spera definitivamente, anche l’Udinese dalla corsa al terzo posto: trasferta difficile che, nel passato, anche recente, ha sempre portato brutti regali all’Inter, ma il passato è passato, lo dico sempre io. Ora lo dica anche l’Inter…
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