25C: Udinese-Inter 1-1
Vado controcorrente. Mi è piaciuta molto la partita giocata dall’Inter a Udine e mi è piaciuto moltissimo Juan Sebastian Veron, autore del gol interista e migliore in campo. No, non mi sono bevuto il cervello: è che sinceramente continuo a sperare con il cuore nella contemporanea rimonta interista a due squadre del calibro di Juve e Milan, ma con la testa ho smesso di crederci da tempo. Più o meno da quando i pareggi dell’Inter di Mancini hanno superato la doppia cifra, come il distacco. Certamente si continuano a buttar via occasioni e, con gli scontri diretti ancora da giocare, se l’Inter fosse attestata su un distacco a cifra singola, sarebbe tutto diverso, ma non ricordo una squadra capace di vincere lo scudetto dopo aver pareggiato così tanto. Continuano a mandarmi tabelle poco realistiche e confronti numerici che dimostrano che se il campionato assegnasse ancora due punti per vittoria, il distacco sarebbe facilmente colmabile. Ma chissenefrega, il campionato regala tre punti a vittoria ormai da dieci anni e allora a che serve questa fatua elucubrazione numerica? A dimostrare che l’Inter è l’unica squadra del mondo che non si è accorta che con i tre punti a vittoria il pareggio equivale ad una sconfitta? Quanto alle tabelle-aggancio, fosse anche capitato, e può ancora capitare, il tracollo delle avversarie, farei altri discorsi, ma con i ‘se’ e i ‘ma’ si arriva in Champions, non certo allo scudetto. E, a proposito di Champions League, rieccola! Che l’Inter torni a brillare almeno nella competizione che l’ha vista straordinaria protagonista e sempre in gol in trasferta: sulla carta i nerazzurri hanno l’avversario più abbordabile tra quelli toccati alle italiane, sebbene il Porto sia campione d’Europa e del mondo uscente. Ora è inutile piangere sul latte versato, ormai ad ettolitri, in campionato, anche se la vignetta odierna dell’amico Rob parrebbe suggerire il contrario. Qui persino la statua del grande Matt Busby, posta davanti all’Old Trafford di Manchester, fa la spiritosa. Tornando a Udine, la sfiga non c’entra. Io non credo alla sfiga, l’ho sempre detto: la sfiga resta l’alibi dei deboli e degli incapaci e considero solo una coincidenza, se volete beffarda, che nel momento stesso in cui il Milan trovava il gol-partita sul Cagliari, l’Udinese pareggiava con l’esordiente Goitom il gol di Veron. C’è sempre una ragione nel calcio, e se le partite si guardassero tutte attentamente, almeno due volte, come sono costretto a fare io per via del mio lavoro, sarebbe facile capirlo. Contro l’Udinese l’Inter, dopo aver trovato il vantaggio, ha sprecato più volte il colpo del KO, con Vieri e con Adriano, che in effetti sembra il fratello meno dotato del giocatore ammirato fino alla sosta natalizia. E fin qui ci può stare, l’inter di Mancini nasce sprecona, ma si è fatto un altro errore, quello di ripiegare e di lasciare l’inziativa ad un avversario non certo irresistibile, vista la serata di scarsa vena di Pizarro e degli attaccanti, mai pericolosi. Non ricordo parate decisive di Toldo, ma un generale arresto a difesa del vantaggio nell’ultima parte della gara che è stato pagato caro. Questa Inter non è una squadra capace di gestire i risultati: o chiude le partite o vive male. Qualche volta è andata bene, vedi le gare con Brescia e Atalanta, ma se si dorme è finita: e la sveglia l’ha suonata l’ennesimo esordiente, l’eritreo-svedese Henok Goitom, al suo primo gol in serie A, come già Mandelli del Chievo e Talamonti della Lazio. Eppure partite come quella di Cagliari e di Parma, con la Juventus e soprattutto con la Sampdoria, dovrebbero aver insegnato qualcosa. Chiudo con un accenno alla ‘sportiva’ Udine: si è sempre detto e scritto che a Roma e Milano il pubblico è poco corretto, mentre in molte città di provincia, tra cui Udine, le tribune traboccano di lords: ebbene, smentisco! A Udine, e non certo in curva, ho visto un amico e collega, che aveva solo il torto di fare la sua radiocronaca con un certo entusiasmo per l’Inter, fatto oggetto di sputi, spintoni e lancio di oggetti da parte di vecchi friulani, evidentemente su di giri per via di qualche grappino di troppo: saran state le troppe ‘ombre’ ad alta gradazione alcoolica, come le chiamano loro, ma non venitemi più a parlare dello sportivissimo pubblico di Udine. Prosit!
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