Non c’è pace per Recoba
“È la mia ottava stagione con l’Inter e penso che questa sarà la mia ultima occasione. Ho avuto allenatori bravi e meno bravi, ho cambiato tanti ruoli, ho giocato bene e male, ma credo sia arrivato il momento di parlare sul campo”. Così si era espresso Alvaro Recoba lo scorso 15 luglio a Riscone di Brunico nella prima amichevole stagionale. Recoba, che si era onestamente messo in gioco, sperava che Roberto Mancini, già geniale calciatore e ora giovane allenatore, sapesse capirlo un po’ meglio e magari rendergli le chances che altri gli avevano negato. E Mancini che, per testa e piedi sentiva quel sudamericano dagli occhi tristi più vicino di altri, la buona volontà ce l’ha anche messa all’inizio, ma poi, quando il piatto del campionato ha cominciato a versare lacrime e pareggi, ha puntato dritto sul tris Vieri-Adriano-Martins e Recoba si è trovato in fondo al mazzo. Incupito e deluso, il Chino ha ricominciato ad inciampare su se stesso, con la proverbiale indolenza in allenamento e i soliti ritardi, una volta pure alla partenza di un aereo, che l’hanno costretto una volta in panchina, l’altra in tribuna. A metà dicembre, prima di Siena-Inter, lo sfogo più sincero, in diretta esclusiva a QSVS, dopo l’ennesimo litigio con il Mancio.
Eppure l’anno nuovo aveva regalato al Chino ancora un sussulto, il 9 gennaio, con quel rasoterra sinistro che all’ultimo secondo aveva spedito Inter-Sampdoria nella storia e nel delirio di San Siro. Ma poi un nuovo cono d’ombra, ancora più buio e più largo, e ogni gara da titolare che diventava la sua ultima spiaggia, fino all’infortunio che ora potrebbe fermarlo fino a fine stagione. Mentre il suo contratto scade a giugno 2006 ma c’è in ballo l’ennesimo rinnovo con emolumenti spalmati fino al 2009. Il Chino sente di avere un debito da onorare con papà Moratti: una riduzione d’ingaggio da 3,8 milioni a poco più di 1,6 di euro a stagione renderebbe più facile anche la sua cessione, giusto il tempo per chiudere una valigia gonfia di troppi rimpianti e di pochi ricordi.
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