2006-07/1UCL: Sporting Lisbona-Inter 1-0
Ehm…ehm…Scusate, ma io su quello che è successo stasera preferisco far finta di nulla. A Lisbona giocava l’Inter? Oppure un manipolo di sosia di coloro che ho visto vincere, e bene, sabato a Firenze? E’ solo la terza partita ufficiale, la prima europea, ma l’Inter riesce sempre a sorprendermi con le sue sconfitte insignificanti e inutili, quelle che fanno incazzare, proprio perché impreviste e inattese. Si, perché ci sono sconfitte e sconfitte: alcune nella vita di una squadra possono anche essere utili, ma quella di stasera non serve nemmeno a mettermi dubbi sul valore di questa squadra. Fatico a credere che ad un’Inter così imbottita di campioni possa capitare una serata no come questa. Mi dicono che una serata storta può anche capitare. Una però, la prossima però me l’aspetto non prima di tre mesi. L’Inter ha perso contro la solita squadra di gran lunga inferiore dal punto di vista tecnico, come il Porto un anno fa. E non dico mediocre solo per rispetto dell’avversario. Sinceramente non riesco nemmeno a prendermela ancora con Adriano, visto che, a parte Ibrahimovic, stasera non l’ha pigliata nessuno. C’è di buono che mi sono rimaste impresse le gambe di Grosso e Stankovic che parevano affondare nell’erba, a dimostrazione di un problema chiaramente fisico. Perché, se anche questa Inter, con la qualità dei giocatori che presenta, dovesse avere un problema mentale, ci sarebbe da spararsi subito! Ci sono altre cinque partite di Champions, facciamo finta che nella prima abbiamo scherzato! Complimenti allo Sporting e buonanotte!
La sconfitta dell’Inter a Lisbona è la fotocopia di quella a Villarreal. In Champions, a differenza del campionato, non si può giocare con il freno a mano tirato che “anche un pari va bene”. La Champions, a parte rare eccezioni (Steaua, Stella Rossa, Porto) premia chi gioca sempre al 100%, senza calcoli. E’ bene che i nerazzurri se lo mettano bene in testa, se non vogliono far ridere l’Europa andando fuori nel girone eliminatorio. Poi c’è anche un fattore tecnico dietro la debacle, portoghese, e cioè la presenza di Adriano, che putroppo frena la squadra perchè frena Figo e Ibrahimovic. La presenza del brasiliano, che a differenza di Crespo (che si butta negli spazi proponendo il passaggio ed aprendo le difese avversarie) gioca dietro (sic!) lo svedese, quasi in linea con il portoghese, e pretende il pallone tra i piedi, bloccando sul nascere l’azione d’attacco (che invece con l’argentino scorre rapidissima e precisa, Firenze docet) e togliendo ai due fantasisti nerazzurri possibilità di assist in profondità e di inserimento in area. Il Mancio deve decidere: è più importante cercar di recuperare l’ex Imperatore (correndo il rischio di uscire subito dall’Europa) o mettere in campo l’attacco, e quindi la formazione, migliore? E’ qui che si giocherà il destino dell’Inter. Nicola