25C: Inter-Juventus 1-2
Avvertenza: chi è becero non legga queste righe. Non intendo rivolgermi a chi mette in dubbio il verdetto del campo nel big-match di questa sera, perché per come vedo io il calcio e, sostanzialmente lo sport in generale, questa sera ha vinto meritatamente la squadra più forte. Certo, il pareggio non sarebbe stato scandaloso, ma la Juventus ha avuto il merito di giocare per vincere dal primo all’ultimo minuto una gara che avrebbe potuto tranquillamente pareggiare, barricandosi davanti a Buffon. Non a caso, ad un certo punto ecco Mutu e il match-winner Del Piero da parte di Capello, giocatori offensivi, anche quando era lecito attendersi una Juve ben più calcolatrice. Ma, a volte, il coraggio viene premiato e la Juventus è stata ricompensata fino in fondo per la sua interpretazione della gara da vera capolista. Sarebbe tanto bello potersi appigliare ancora una volta alla direzione arbitrale ma io credo che ci sia una soglia che non va mai superata ed è la soglia del ridicolo. Brucia molto, ma la Juve non ha rubato nulla stavolta. Paparesta ha diretto bene e che poi Nedved sia uno che, sfiorato appena, stramazza al suolo, lo sa bene Mancini che ci ha giocato insieme tre anni e che non a caso in sala stampa gli ha dato del ‘simulatore’ e dovrebbe saperlo pure Cordoba che è cascato nel trappolone al limite dell’area, purtroppo quando Alex Del Piero era già entrato in campo. Accetto quindi serenamnete il verdetto del campo: l’Inter resta una squadra forte, ma la Juventus lo è ancor di più e lo ha dimostrato per due anni di seguito, vincendo ancora una volta a San Siro lo scontro diretto, come l’anno scorso contro il Milan. E tornando all’Inter, pochi tiri in porta, a parte la punizione nel primo tempo dove nè Buffon nè Adriano si sono accorti che era di seconda, come da regolamento. Meraviglia Buffon che si è buttato, probabilmente senza nemmeno sapere che se avesse toccato il pallone avrebbe regalato all’Inter il vantaggio! Ma nella ripresa io non ho più visto Adriano, nè lo stralunato Martins, nè lo sgonfio Cruz. Insomma non ricordo una parata di Buffon fino alla sfortunata punizione di Recoba. E, se non si tira in porta, le partite non si vincono. Ora, con due sconfitte e 6 punti persi in quattro giorni, la Juve è campione d’Italia ed il Milan è di nuovo affiancato. Ma per garantirsi il secondo posto ci sono ancora 13 giornate, dove magari l’attacco tornerà a fare la sua parte. La Juventus dovrebbe vincere sempre così e nessuno fiaterebbe. Invece, con l’italico becerismo che aleggia in tutte le tifoserie, ci sarà pure chi sosterrà che la Juventus vince sempre così. E non è vero. Per me non c’è alcuna differenza, tra chi si lamenta quando non è il caso e chi nega l’evidenza, perché i beceri non hanno colore.
Caro Gian Luca, è l’inizio del giorno dopo e trovo la forza di scrivere, pur essendo dispiaciutissimo. Ci sarebbero da dire tante cose, Adriano che continua a non segnare, Adriano che mentalmente è già al Mondiale, l’uscita di scena di Veron, la partita di Firenze (identica a quella persa ad Oporto in Champions League. con l’avversario che tira 2 volte in porta e segna), l’unica è avere ancora un briciolo di pazienza, fra 2 anni si scioglie la triade e dovrebbe partire Capello, mentre il Milan ricostruirà la difesa. Se finiscono questi cicli, ci sarà posto anche per noi! Per ora mi sembra ci sia ben poco da fare: è vero che ieri sera ci poteva stare il pareggio, ma ci sarebbe comunque servito a poco.
Caro Gian Luca, come forse sai sono un tifoso granata, e mi scoccia molto riconoscere la forza della Juve. Il vero problema, però, è l’Inter. Martins, Adriano, Julio Cesar, Cordoba (che fine ha fatto?), Cruz: si può arrivare al “match dell’anno” e giocare in questo modo?
E poi (o, forse: prima di tutto) Mancini: non c’erano uomini migliori (o più in forma) da schierare? Penso, ovviamente, a Recoba o allo stesso “naftalinato” Pizarro. Che senso ha avuto, dopo la sfiga dell’infortunio a Veron, mettere Kily ? Vorrei, infine, due tue parole sulla penosa esibizione postpartita (dall’allenatore a Stankovic che “chiude la porta”, allo stesso Facchetti, gran signore scivolato sulla classica buccia di banana).
Buon lavoro