Moratti esplode!
Il modo in cui la giustizia sportiva ha proceduto nella squalifica di Adriano, ancora prima del dibattito sulla sua liceità, ha fatto esplodere Moratti. Mai era capitato che tre gradi di giustizia sportiva riuscissero a contraddirsi fino al ridicolo, instillando l’idea che l’Inter, Moratti e i suoi tifosi possano essere bellamente presi per il culo! Così Moratti ha ufficialmente aperto la ‘seconda crociata’ contro la Federcalcio. La prima risale alla primavera ’98, in seguito alla direzione di Ceccarini di Juve-Inter del 26 aprile dello stesso anno con il rigore negato a Ronaldo, e portò alle dimissioni dell’allora presidente Nizzola e alla cacciata del designatore Baldas e di Ceccarini stesso, a riprova che qualcosa d’ingiusto era effettivamente accaduto. Non so se Moratti riuscirà laddove si è sempre fallito, cioè alla chiusura dell’era Carraro, che a parole tutti vorrebbero a casa diversamente da quel che poi accade, magrado situazioni da Paese da Terzo mondo calcistico, come i calendari rifatti più volte, le retrocessioni e promozioni decise a tavolino, fidejussioni spericolate e ricorsi ai tribunali ordinari. E l’elenco potrebbe continuare all’infinito. Ho però avuto la netta sensazione, nella lunga intervista eslcusiva rilasciatami da Massimo Moratti, che questa volta la misura sia colma. E senza appelli. Occorrerà tempo per capire fino a che punto la dura protesta dell’Inter potrà restituire credibilità ad un calcio che piace sempre meno e non solo ai tifosi interisti, ma adesso la voglia di provarci davvero è proprio tanta.
Ho sentito lo sfogo di Moratti nella tua intervista esclusiva (a proposito, complimenti) e voglio che il patron non si arrenda. Non è la prima volta che sfida il Palazzo. Questa volta però vorrei che andasse fino in fondo!
Caro Gian Luca,
il “governo del calcio” ha la stessa credibilità di una pornostar che si dichiari casta.
Visti i suoi vertici, dovremmo forse meravigliarci del contrario.
La notizia di oggi è il deferimento di Figo per le sue accuse a Moggi: confidiamo che grazie alla serenità di giudizio del procuratore federale Palazzi, il fuoriclasse portoghese possa perlomeno evitare la radiazione.
Ciò premesso, rimango sempre perplesso davanti alle lamentele di Massimo Moratti.
Evocare le persecuzioni, i complotti o la “mancanza di rispetto”, mi sembra la classica strategia “diversiva” di chi in 11 anni non è stato in grado di praticare il sano esercizio dell’autocritica.
Per costruire una Società forte occorrono soldi, idee e disciplina: ma non necessariamente in quest’ordine. Tanto è vero che nessuno ha speso così tanto e così male per vincere così poco: si potrebbe immaginare un’affollata “Hall of Fame” che vada dalla A di Adani alla Z di Ze’ Elias, passando per la G del sempiterno Vratislav “5 maggio” Gresko.
Il dramma di questa gestione non è tanto quello di non aver vinto, ma quello di essere stata in grado di farlo solo rarissime volte.
Nonostante questo, sono stati mai corretti taluni errori cronici?
Si chiede il “blocco italiano”? 11 stranieri in campo; si auspica un manager capace e una dirigenza snella? Viene ingaggiata la solita pletora di ex-calciatori (per tacere di Velasco, indimenticato coordinatore agonistico!); si pretende professionalità dai giocatori? Vengono tollerati i loro capricci e perdonate le loro indolenze.
E anche sotto l’aspetto “politico” la situazione non è meno sconfortante: di giorno si minaccia la guerra contro i poteri forti e di notte ci si spartisce la torta. Coraggio Presidente (anzi, Patron), è giunta l’ora delle scelte: Che Guevara o Mastella?
Un caro saluto, Pietro