10C: Inter-Palermo 5-3
Inter a due facce. E che facce stavolta! La migliore possibile nel primo tempo monstre chiuso sul 4-0 e la peggiore nella ripresa, con 3 pere dal Palermo prima del gol della tranquillità. Lo spettacolare 5-3 di San Siro dimostra una volta di più che, nel calcio come nella vita, in campionato come in Champions, l’aspetto psicologico vale assai più di qualsiasi discorso tecnico-tattico. All’intervallo l’Inter aveva virtualmente archiviato la pratica Palermo con l’ennesima, straordinaria goleada, trascinata sul 4-0 da Mario Balotelli, febbricitante ma incontenibile. SuperMario ha disputato la sua miglior partita in nerazzurro, praticamente facendo tutto lui: in avvio si è procurato il rigore concesso da Tagliavento e trasformato da Eto’o, poco dopo la mezz’ora ha raddoppiato di testa su calcio d’angolo e in finale di tempo ha prima sospinto in rete la conclusione in mischia di Cambiasso e poi ha servito a Eto’o l’assist del grandioso poker. Un primo tempo da fuoriclasse quello di Balotelli, dopo il broncio per aver dovuto lasciare d’autorità il penalty al rigorista Et’o, poi abbracciato pubblicamente. Addirittura Mourinho, per sottolineare la prestazione mostruosa ha mimato una flebo in panchina! “Sangue nuovo per Mario, finalmente” – ha poi commentato lo Special One in sala stampa. Fin qui il primo tempo che ha inevitabilmente indotto l’Inter ad un secondo tempo di piccolo cabotaggio, costato piuttosto cara però. Subito i ripetuti conati di vomito hanno indotto Balotelli ad uscire, rilevato da Milito, mentre Mourinho ha anche intelligentemente tolto il già ammonito Chivu per rilanciare Santon, autore di un’altra prestazione negativa, sottolineata a fine gara da lacrime trattenute a stento. E in venti minuti il Palermo ha rimontato tre gol, con doppietta di Miccoli e Hernandez, prima che Maicon, a sua volta decisamente in palla, servisse a Milito l’assist del definitivo 5-3. Che sia stato bravo il Palermo a giocarsi la ripresa come nulla fosse accaduto non vi è dubbio, ma anche l’Inter ci ha messo del suo, rilassandosi oltremisura. E quando si stacca la spina non è poi facile riattaccarla al volo. La vittoria comunque resta limpidissima ed è l’ennesima goleada, segno che questa squadra, se gioca concentrata, è tra le più forti di ogni tempo. In classifica i punti sulla Juventus restano 4 dopo 10 giornate, a fronte di un bottino di 26 reti: in questa fase i gol segnati superano addirittura i punti in classifica, ad una media di quasi tre centri a partita. Senza Ibrahimovic, l’intero attacco fa faville con 6 centri di Milito, 5 di Eto’o e 3 di Balotelli! Quest’Inter nel bene e nel male può fare tutto, ma deve stamparsi nel cervello a caratteri cubitali che nel calcio non è mai finita. Capitolo Zenga: l’ex ragazzo della Curva Nord è oggi allenatore sempre più bravo e autorevole, ma tra lui la panchina del’Inter, a coronare anche il sogno di molti tifosi, l’ostacolo è Moratti. Ad una mia domanda in sala-stampa sul destino di Berti, Bergomi, Ferri, non ho fatto tempo a arrivare a lui che mi aveva già interrotto: “Lo so. Noi dell’era Pellegrini, oggi siamo tutti fuori dall’Inter!” Segno che nel calcio ognuno ha i suoi punti di riferimento e per Moratti sono sempre stati quelli dell’Inter euro-mondiale di papà Angelo, ma si può sempre cambiare idea, anche se non a breve. Walter deve solo continuare a fare che sta facendo. E sempre meglio.
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