12C: Inter-Roma 1-1
Si vorrebbe sempre vincere, ma era fisiologico che dopo una striscia di cinque vittorie consecutive in campionato e, soprattutto, dopo l’impresa di Kiev, l’Inter pagasse un po’ la fatica. L’1-1 finale di Inter-Roma in fondo è giusto e, anzi i giallorossi, ci avessero creduto un po’ di più. avrebbero portato a casa l’intera posta. Ragioniamo però sui numeri: l’Inter arriva alla terza sosta della stagione prima nel girone di Champions League e prima in campionato con un vantaggio di 5 punti sulla Juventus e di 7 sul Milan. Siate sinceri: vi avessero detto in estate che ad un terzo del campionato l’Inter si sarebbe trovata in queste condizioni non avreste firmato? Io subito! Ora c’è la sosta ma il prossimo bilancio è fissato per Natale. Vedremo dove sarà l’Inter e dove saranno i rivali, che vengono segnalati in ripresa. Anche il Paese è segnalato in ripresa dalla crisi economica, ma io sinceramente questi rinnovati effetti positivi non li vedo ancora. Dobbiamo metterci d’accordo sul termine ‘ripresa’, che impone nell’economia come nel calcio una certa continuità di risultati, altrimenti è più esatto parlare di ‘ripresina’. Mourinho ha volutamente varato una formazione con un centrocampo inedito, anche perché Cambiasso e Sneijder avevano bisogno di rifiatare. Vieira e Muntari non valgono ovviamente i titolari e l’inter ha rischiato di andare sotto già al fischio d’inizio, ma Lucio ha prodigiosamente salvato su Vucinic, bravo comunque a portare in vantaggio la Roma di lì a poco. Nella ripresa, con Sneijder e Balotelli al posto di Muntari e Viiera, l’Inter è un po’ migliorata, ma ha ragione Mourinho a ripetere che con SuperMario non si sa mai cosa può succedere: a volte dà al massimo, a volte il minimo, come con la Roma. Pregevole comunque a inizio ripresa il gol del pareggio di Samuel Eto’o, al sesto centro personale in campionato. Ranieri si è lamentato per qualche pestone di troppo e statisticamente l’Inter ha effettivamente commesso più falli del solito, segno che la squadra non era nelle migliori condizioni fisiche, ma dopo Kiev era prevedibile. In un contrasto aereo con Vieira De Rossi ci ha pure rimesso uno zigomo, ma non mi è sembrato che il francese ne avesse l’intenzione. In passato l’ho visto entrare anche più duro, non a caso il cartellino rosso lo conosce bene. Non questa volta però. Dispiace per De Rossi che non è certo una signorina, visto che agli ultimi mondiali aprì un sopracciglio allo statunitense Brian McBride con una gomitata ben più intenzionale che gli costò un rosso diretto. Nel calcio a volte ci si fa male proprio perché è uno sport di contatto e non un saggio di danza classica. Mi pare fuori di testa sostenre che l’Inter sia una squadra che picchia e l’arbitro Rocchi ha fischiato ben più del lecito: se vi guardate una qualsiasi gara di Premier League, scoprirete un gioco assai meno frantumato, ma non mi pare ci siano stati errori macroscopici nè da una parte nè dall’altra. Adesso la sosta permetterà di raccogliere idee e energie per ricominciare a correre. Carina l’idea del pre-partita con un pensiero per Angelo Moratti: luci spente e immagini d’epoca sul tabellone. Commovente.
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