Stagione 2009-10: 1C I-Bari 1-1
E’ successo ancora. Come negli ultimi due anni con Udinese e Sampdoria, anche quest’anno l’Inter ha steccato la prima di campionato, pareggiando in casa con il neopromosso Bari. Un mio collega, che non ha mai avuto particolare stima per il ruolo dell’allenatore nei grandi club, ripete sempre che il migliore resta quello che combina meno danni. E Inter-Bari, dove i nerazzurri hanno cambiato tre volte modulo nel corso della partita, sembra dargli ragione. L’1-1 finale è maturato nella parte centrale della ripresa, in virtù del rigore traformato da Eto’o e concesso dall’arbitro Russo per sandwich in area su Milito e dal contropiede finalizzato dal bielorusso Kutuzov, ex-milanista. Ma quante occasioni sprecate dall’Inter fino a quella finale per i pugliesi sciupata da un certo Rivas, cognome già di per sé indigesto ai tifosi nerazzurri. Un avvio di torneo analogo all’anno scorso, quando con la Sampdoria a Genova e poi nelle prime giornate di campionato, Mourinho volle ad ogni costo inventarsi strane novità. A volte la sua ansia di protagonismo gioca brutti scherzi, come quando si era messo in testa di rinunciare a Stankovic e a Cambiasso nello schieramento iniziale. Quest’anno la squadra-base, nuova per il 40%, va toccata il meno possibile, almeno all’inizio. Di buono c’è che al primo intoppo Mourinho torna precipitosamente sui suoi passi. Anche i calciatori in campo hanno evidentemente commesso qualche errore, soprattutto in finalizzazione, ma Mourinho ci ha messo del suo, con la trovata di cambiare modulo per ben tre volte ad una squadra che sulla carta dovrebbe ingoiarsi il Bari in un sol boccone, anziché finire sulle ginocchia, sbilanciata su un esagerato 4-2-4 inutilmente sfiancante per i due centrocampisti rimasti, Thiago Motta e Stankovic. E lì non solo non si è fatto gol ma lo si è pure beccato. L’idea di allargare il più possibile il gioco inserendo Quaresma per scardinare il fortino barese poteva pure avere una logica se non ci fosse già stato il primo cambio dopo nemmeno mezz’ora di gioco con Balotelli subentrato all’esausto Muntari, unico musulmano, grazie al nostro dio, in forza all’Inter. Già perché Muntari osserva rigidamente il ramadan che prevede l’astinenza da cibo e liquidi dall’alba al tramonto. E con le giornate fresche di questo periodo, metterlo in campo a digiuno non è stata proprio un’idea geniale! Mourinho ha confidato di aver parlato con Muntari alla vigilia ricevendo ampie rassicurazioni sulla sua tenuta fisica. Capirai! Un calciatore pur di giocare mentirebbe alla madre e Mourinho dovrebbe saperlo bene. Cambiare modulo quasi subito è stato frastornante per una squadra che di questi tempi è ancora alla ricerca delle condizioni e degli automatismi migliori. Ma ormai è andata e l’augurio è che Mourinho rinunci al suo eterno duello con la logica. Detto tra noi, se non si comincia con i tre attaccanti col Bari, mi chiedo quando si potrà farlo. Di buono c’è che Mourinho ha già dimostrato buon senso un anno fa nell’accorgersi che a volte certe idee fanno più danni che notizia. Perché anche Materazzi al fianco di Lucio, dopo aver giocato quasi l’intero precampionato con Chivu in attesa del miglior Samuel, è parso incomprensibile. E Marco ha pure rischiato seriamente l’espulsione per un inutile fallo su Alvarez a centrocampo. Insomma, caro Mou, almeno in campo non serve inventarsene una al minuto. Basta fare le cose semplici e con una squadra come questa il più è fatto. Negli ultimi due anni la partenza lenta non ha pregiudicato la vittoria del campionato ma stavolta pensavo di partire con una vittoria, magari sofferta. Ultima annotazione su Eto’o: due partite ufficiali, Supercoppa a Pechino e prima di campionato a San Siro, e due gol, seppure uno su rigore. Lui è comunque in media. Anche nei gol sbagliati, mi suggeriscono
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