27C: Genoa-Inter 0-2
Vittoria straordinaria e inattesa a Genova, nello stesso stadio dove solo tre giorni fa la Sampdoria aveva rifilato tre schiaffi all’Inter, escludendola di fatto dalla Coppa Italia. Stavolta di fronte ai nerazzurri in formazione assai più competitiva c’era il Genoa, unica squadra del campionato ancora imbattuta in casa, a parte l’Inter. Partita già ben indirizzata su binari nerazzurri dopo nemmeno tre minuti con una micidiale combinazione tra Stankovic e Ibrahimovic, con lo svedese a scavalcare Rubinho in uscita con delizioso pallonetto. Al quarto d’ora della ripresa Mario Balotelli ha chiuso i conti con un morbido diagonale sul quale il capitano del Genoa Marco Rossi ha pasticciato trascinandosi la palla oltre la linea di porta. La sensazione è che la parte della sfera che poggia sul terreno sia interamente in rete e così l’ha vista anche l’arbitro Morganti di Ascoli Piceno, ma figuriamoci se non ci sarà qualcuno pronto a giurare il contrario. Se la raccontino tra loro nei bar per qualche giorno. Tra il primo e il secondo gol, c’è da registrare la solita grande prestazione di Julio Cesar, ma questa non è più una novità. La trasferta di Genova era forse la partita che temevo di più, vuoi per l’indubbio valore dell’avversario, vuoi per il momento particolare dei nostri, a soli tre giorni dalla trasferta di Manchester. Quando però ci si aspetta che l’Inter possa segnare il passo, eccola torna implacabile, anche con Figo titolare, in affanno ormai quasi imbarazzante. Genova ha portato però anche pessime notizie, perché in un colpo si sono bloccati per guai muscolari Burdisso e Materazzi, costringendo Mourinho ad arretrare il metafisico Cambiasso in difesa e ad inserire il poco apprezzato Cordoba. Toccherà proprio al Cuchu e al colombiano reggere l’urto dei Red Devils all’Old Trafford mercoledì prossimo, vista la contemporanea indisponibilità di Samuel, Chivu, Materazzi e Burdisso e l’inaffidabilità di Nelson Rivas. Amen, vada come vada. Sulla Champions il mio pensiero lo conoscete da tempo: favorito resta il Manchester e, nella peggiore delle ipotesi, non sarebbe certo indegno venir eliminati per mano della squadra campione d’Europa e del mondo, a pattoche si tratti di un’uscita di scena onorevole e, se possibile senza risse, in campo e fuori, come accaduto con Villarreal e Valencia. Vincere lo scudetto quest’anno è straordinariamente importante per mettere per quattro volte di fila il proprio nome nell’albo d’oro, impresa pressoché leggendaria, roba da grande Torino insomma. Oltretutto l’Inter raggiungerebbe anche i cugini a quota 17 titoli, magari candidandosi pure ad arrivare alla seconda stella prima dei rivali cittadini. Insomma, tutto sommato quest’anno si può essere contenti anche nella malagurata ipotesi di lasciare anzitempo l’Europa. Poi se Ibra fa davvero la differenza e la squadra gira come nelle sue serate migliori, mai dire mai. In fondo la partiita già scritta in partenza non è ancora stata inventata.
Mou dice “a giugno dirò arrivederci a tutti per tre mesi”.
Gli altri capiscono “addio, torno in UK”.
Mou dice “il Milan vincerà zero titoli quest’anno”.
Maldini e soci capiscono “il Milan ha vinto pochi trofei nella sua storia”.
Mou dice “il rigore su Balotelli magari non si può dire ci sia, ma sicuramente non è possibile dire con certezza assoluta che non ci sia”. Tutti capiscono che per lui è rigore al 100%.
Mou dice “abbiamo preso gol ridicoli”.
Tutti capiscono “i miei giocatori sono inetti e ridicoli”.
Se fossi Mou comincerei a pensare che il mio insegnante di italiano sia un incapace.
Ciao Andrea