6C: Sampdoria-Inter 1-0
Prima sconfitta in campionato dell’Inter a Genova contro una Sampdoria che si conferma squadra di vertice. Errore decisivo del giovane Santon a meno di venti minuti dalla fine e tutti a casa. Ci sono ancora 30 partite di campionato, ma scommetto che questo stop avrà subito i contorni del dramma. Continuo invece a non essere preoccupato di questi alti e bassi nel rendimento, tipici dell’avvio di stagione. Anche l’anno scorso l’inter pagò dazio alla quinta giornata nel derby e fu una sconfitta più seccante dal punto di vista del gioco. Giusta la scelta di partenza del tridente anche se poi Mourinho ha modificato l’assetto togliendo Balotelli e Viera per inserire Stankovic e Chivu. La squadra non è migliorata e anzi, ha subito il gol di Pazzini, seppur per un episodio che non ha nulla a che vedere con il modulo. Quando le partite non si sbloccano, Mourinho interviene pesantemente sulla squadra, ma non è sempre la soluzione migliore e questa impazienza credo sia il suo vero tallone d’Achille. Dopo lo svantaggio ha cercato di dare ampiezza alla manovra, come ama dire, allargando il gioco fino alle fasce laterali e ha tolto Cambiasso per giocarsi la carta Quaresma, ma il portoghese non è fortunato, tant’è che un suo tiro sblilenco è stato corretto in rete da Lucio in posizione di netto fuorigioco. Si dovessero seguire certi esercizi dialettici in voga in tutte le tifoserie, ci sarebbe da rimarcare per giorni su un colpo di testa di Balotelli in piena area stoppato da un braccio troppo alto di Mannini, ma io non appartengo alla categoria dei piagnoni e non me la prendo con l’arbitro Rizzoli. Può succedere e lo accetto. Come accetto il verdetto del campo per cui l’Inter ha perso e la Sampdoria ha vinto. Onore alla Samp. In questi ultimi giorni sono circolate tante assurdità sul trattamento arbitrale di Inter e Juve: francamente non mi pare stia accadendo nulla di grave, ma certi juventini, con quello che hanno passato, capisco possano avere le traveggole e figuratevi se ci spendo una riga sopra. Dico solo che se la Juventus a maggio sarà ancora davanti sarà perché lo ha meritato sul campo e sarò il primo ad applaudirla: sarebbe certamente il coronamento di una storia di sport che tutti conosciamo, ma esigo lo stesso trattamento per l’Inter nel caso dovesse allungare la sua striscia di scudetti. All’ignoranza crassa rispondo invece col silenzio, perché non mi frega niente di chi parla solo di arbitri e mai di calcio, di qualunque colore sia. E a proposito di silenzio, Mourinho ne ha fatta un’altra delle sue, per la gioia di certa stampa, sempre a corto di argomenti senza le ispirazioni dello Special One. Ad un’innocente domanda su Delneri in qualità di sua bestia nera, visto che l’anno scorso lo aveva battuto anche a Bergamo con l’Atalanta, Mourinho gli ha tirato una terribile mazzata sulle gengive, ricordandogli il fulmineo esonero al Porto, dov’era arrivato a sostituirlo all’indomani della conquista della Champions League. Stizzita, ovviamente, la replica di Delneri, che ha invitato Mourinho a riprendere al più presto il suo silenzio. L’Inter aveva giustamente imposto allo Special One ad adempiere agli obblighi contrattuali con Sky e di forma con la stampa, ma lui quando non ha voglia di parlare, finisce quasi sempre per esagerare. Molti nemici, molto onore, recita un vecchio adagio, ma francamente Delneri non mi pare un bersaglio meritevole di tanta attenzione, al di là delle discussioni che i due possono aver avuto in campo.
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