La strategia della tensione
È un’Inter esagerata in campo e fuori. Il dopo derby, oltre a nuovi deferimenti, ha portato l’idea altrui di un’Inter nervosa. In realtà domenica notte Moratti, Mourinho e compagnia hanno fatto bisboccia fino a notte fonda, mai così allegramente. E allora una certa comunicazione certamente aggressiva è forse una strategia precisa. Ognuno ha le sue, chi si consegna al CT della Nazionale, chi si muove meglio in Lega, mentre l’Inter, anche dopo aver stravinto l’ennesimo derby, tiene alta la guardia davanti alla voglia diffusa e comprensibile di rinnovare prima possibile un Albo d’Oro di campionato diventato monotono. Negli anni ’90 dopo tre scudetti rossoneri consecutivi il ritorno al vertice della Juventus di Lippi fu salutato con un entusiasmo generale. Resta il verdetto del campo e un’Inter berlusconiana nel vecchio motto più forte della sfortuna, più forte dell’ingiustizia, più forte dell’invidia. E se Mourinho esagera, basta punirlo: i rivali farebbero carte false per averlo in panchina perché ogni volta è uno spettacolo nello spettacolo. E, quando saluterà, mancherà a tutto il calcio italiano.
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