A San Magno il Palio di Legnano 2011
Quest’anno ho condotto per la prima volta la lunga diretta, oltre quattro ore, di Telelombardia per il Palio di Legnano. Mi do un 6, diciamo un 6,5 per il mestiere, perché era la mia prima volta con Giorgia Colombo e Nathalie Goitom. Gli altri compagni di viaggio, Sergio La Torre e il maestro Marco Tajè il Palio lo conoscono invece come pochi altri. Io tante suggestioni, a dir la verità, non le ho afferrate al volo. Se non altro, da appassionato di storia, sapevo abbastanza della Battaglia di Legnano vinta il 29 maggio 1176 dagli eserciti della Lega Lombarda contro Federico Barbarossa, imperatore del Sacro Romano Impero, commemorata ogni anno dal Palio fin dal lontano 1935.
Però non è stato facile districarsi tra Priori, Capitani e Castellane nella sfilata storica delle otto contrade che coinvolge sempre oltre mille figuranti in costumi medievali, con abiti, scudi, armi e accessori, che sono fedeli riproduzioni di quelli del XII secolo al vaglio di una severa commissione tecnica. Come non bastasse, sapevo anche di dover fuggire a Milano un istante dopo la conclusione del Palio per precipitarmi a Qui Studio a Voi Stadio per la finale di Coppa Italia tra Inter e Palermo per altre quattro ore di diretta. Già il Memorial Favari, ovvero la Provaccia, di venerdì sera, vinto da La Flora, si era chiuso tra le polemiche. La Flora non a caso era la grande favorita anche per le tre vittorie consecutive nelle ultime tre edizioni, a tal punto che i rivali di S.Martino volevano ad ogni costo chiudere la lunga purga ribattezzando il proprio cavallo ‘Imodium’.
In ogni caso il 65° Palio di cavalli purosangue partiva quest’anno con lo slogan ‘Un palio da urlo’ e in effetti si è urlato pure troppo, soprattutto per i pasticci dell’anziano mossiere Dino Costantini, ex-olimpionico, contestato praticamente da tutti i contradaioli per la sua condotta alquanto imbarazzante. Tra le due batterie di semifinale tra le otto contrade e la finale con le quattro qualificate, è successo di tutto, tra fantini disarcionati e calpestati, cavalli seduti letteralmente sulla propria monta, fino all’ira collettiva e all’abbandono per protesta della contrada di San Erasmo.
La prima batteria, con i bianco-rossi di San Magno rappresentati dal fantino Giovanni Atzeni, i bianco-azzurri di S.Erasmo con Giuseppe Zedde, i bianco-blu di S.Martino con Jonatan Bartoletti) e i giallo-rossi di Legnarello con Valter Pusceddu si è rivelata senz’altro la più difficile per il mossiere Dino Costantini, che ha perso la testa nella terza mossa, data per buona con un quasi comico «pronti, via, andiamo», malgrado il cavallo di Sant’Erasmo fosse ancora girato. Non a caso il cavallo bianco-azzurro è rimasto al canapo e la batteria è diventata una corsa a tre vinta da Legnarello davanti a San Magno qualificati per la finale. Con Sant’Erasmo è stato eliminato San Martino, ma la contrada bianco-azzurra è andata su tutte le furie: il gran priore bianco-azzurro con un gesto plateale ha ritirato il gonfalone dal campo e i contradaioli di Sant’Erasmo hanno abbandonato gli spalti per protesta dopo un tentativo di assalto al mossiere dei più facinorosi prontamente bloccato dalle forze dell’ordine.
Nella seconda batteria invece si sono sfidati i giallo-verdi di Sant’Ambrogio col fantino Silvano Mulas, i bianco-verdi di San Domenico con Gianluca Fais, i rosso-blu de La Flora con Antonio Siri e i bianco-rossi di San Bernardino con Alberto Ricceri. Alla quarta mossa, ancora falsa, il fantino della Flora Siri è stato disarcionato e calpestato ma, pur zoppicante, è risalito a cavallo. La mossa convalidata è stata l’ottava, guidata da Sant’Ambrogio. Al secondo dei quattro giri dell’anello del Campo del Palio posato allo stadio Mari, il fantino giallo-verde Mulas è caduto rimanendo a terra privo di sensi, in un crescendo di tensione. A salvarlo, trascinandolo oltre lo steccato per evitargli gli zoccoli degli altri cavalli sono state alcune comparse. Eppure il suo cavallo scosso ha comunque tagliato il traguardo per primo, seguito nell’ordine da La Flora, qualificata per finale, San Bernardino e San Domenico, eliminati.
Per la finale Sant’Ambrogio ha però dovuto far montare il fantino di riserva Leonardo Chessa. Mulas, accompagnato all’ospedale se la caverà con un mese di prognosi per la frattura della clavicola.
La finale è comunque slittata oltre il tramonto: i cavalli sono andati al canapo alle 19.45 per restarvi fino alle 20. 40! In questi 55 minuti, altre due cadute, quelle di San Magno e de La Flora, durante la caduta del canapo, troppo ritardata dal mossiere. Altre mosse false che potevano anche essere considerate valide, altre polemiche e tensioni. Alla fine al canapo si sono presentati Leonardo Chessa per Sant’Ambrogio, Antonio Siri per La Flora, Walter Pusceddu per Legnarello e Giovanni Atzeni per San Magno. Alla quarta mossa si è sfiorata nuovamente la tragedia perché il canapo si è abbassato col cavallo de La Flora seduto per la seconda volta sui posteriori sopra il povero Siri. Finalmente alla decima mossa, San Magno è partito in testa, seguito da Sant’Ambrogio, Legnarello e La Flora. Questo è stato anche l’ordine di arrivo finale del Palio 2011 con il ritorno al successo dopo dieci anni di San Magno grazie a Giovanni Atzeni su Aberrant che ha regalato alla contrada rosso-biancorossa la croce di Ariberto da Intimiano per l’11.a volta.
Appuntamento spero al prossimo anno, quando sarò senz’altro più ferrato sull’argomento e grazie a tutti i legnanesi e i telespettatori per le graditissime manifestazioni di affetto.
Qui sotto trovate una piccola photogallery del Palio di Legnano 2011
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