Barcellona en lo más alto
di Andrea Ciprandi da http://andreaciprandi.wordpress.com/
Dopo l’assegnazione dell’ultimo Mondiale per Club, la mappa delle società calcistiche più vincenti in campo internazionale dev’essere ridisegnata.
La fresca affermazione sul Santos ha proiettato la squadra più forte degli ultimi anni, il Barcellona, sul podio dei più grandi di sempre. Primo resta il Milan con 18 fra titoli ufficiali continentali e planetari, a parimerito col Boca Juniors in virtù però della conquista di due trofei sudamericani che sono stati assegnati solo per qualche anno. Terzi con 17 sono ora i catalani, che hanno staccato l’Independiente fermo a quota 16. Quinto il Real Madrid con 15.
Negli ultimi anni gli azulgrana hanno effettuato un vero e proprio sprint, iniziato nel 2006 quando hanno sollevato la prima delle tre Champions conquistate nelle ultime 6 stagioni benché appena la loro seconda in assoluto. In precedenza, difatti, avevano vinto la Coppa dei Campioni solo nel ‘92, facendo il pieno solo nelle competizioni minori: quattro le Coppe delle Coppe, tre quelle delle Fiere (poi UEFA) e due le Supercoppe. Considerato che la prima di queste fu la Coppa delle Fiere del ’58, avevano impiegato praticamente cinquant’anni per mettere insieme 10 trofei ma gliene sono poi serviti appena sei per conquistarne altri 7, oltretutto solo i maggiori possibili – per capire quale sia la portata di questi ultimi risultati, si tratta dello stesso numero di trofei ottenuti nello stesso lasso di tempo dalle altre pretendenti al trono assoluto messe insieme.
Tornando alla graduatoria dei club più titolati, il Barcellona sale al secondo posto se si considerano solo i trofei maggiori. Fra questi va certamente inclusa l’Intercontinentale/Mondiale per Club che è l’unica occasione di confronto fra campioni europei, sudamericani e ora anche africani e asiatici ma devono essere escluse le varie supercoppe che soprattutto in Sud America sono fiorite e sfiorite in continuazione nel corso dei decenni – col rischio di alterare gli equilibri rispetto all’Europa, ove di trofei analoghi ce n’è sempre stato uno solo. La classifica di chi ha vinto questi trofei maggiori, quindi, vede primo con 14 il Real Madrid – che al pari del Liverpool degli anni Ottanta è spesso capitolato in occasione dei confronti secchi fra campioni. Secondi, con 13, il Milan e come detto il Barcellona; quarto il Boca con 11 e quinto l’Independiente con 10.
Il Barcellona balza però addirittura al primo posto prendendo in considerazione solo le vere e prorie coppe, cioè i tornei disputati nel corso di un’intera stagione e non le singole sfide incrociate fra campioni, nemmeno l’Intercontinentale comunque la si voglia chiamare. Si tratta delle competizioni continentali propriamente dette e in questo ambito il Barcellona è primo con 11 assieme niente meno che al Real Madrid, eterno rivale che è superfluo considerare nel mirino dei catalani nella rincorsa al titolo di più grande di tutti i tempi. Segue il Milan con 9 e chiudono la graduatoria proprio le due sudamericane con 8. Con 13 Libertadores e 5 Intercontinentali vinte fra tutt’e due la loro inclusione nella classifica generale delle migliori è d’obbligo, ma risulta evidente come a proiettarle far le primissime nella graduatoria che tiene conto di tutto abbiano contribuito anche le vittorie di molte supercoppette, chiamiamole così, organizzate nel passato tra Federazioni centro-sudamericane in maniera estemporanea e poi presto archiaviate: sempre fra tutt’e due, 3 Supercoppe sudamericane (da non confondersi con la Recopa che è l’equivalente della Supercoppa europea), 3 Interamericane, 1 Supercoppa Masters e 1 Copa de Oro.
Tornando al Barcellona, ai dati riportati ne va aggiunto un ultimo che forse più di tutti dà l’idea del carattere dell’ascesa di questa squadra – non solo di un club – sempre più sorprendente, che nell’ultimo lustro ha raggiunto l’eccellenza. Quanto fatto, l’ha ottenuto quasi esclusivamente con le proprie forze: in campo contro il Santos per esempio sono scesi da titolari 8 spagnoli, tutti usciti dal vivaio esattamente come Messi, che pure è argentino, e Guardiola che sedeva in panchina; esclusi solo Abidal e Dani Alves, quindi, Barsa allo stato puro. Per quanto se ne parla, ripeterlo è divenuto quasi stucchevole. Ma non è proprio possibile dimenticarselo, né prescinderne quando si fanno certe analisi.
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