Argentina: Caos River
di Andrea Ciprandi da http://andreaciprandi.wordpress.com
Questo inizio di stagione del River è di difficile lettura. In campionato, di sei partite giocate tre le ha perse col risultato che a oggi è tredicesimo, lontano 6 punti dalla vetta. In Copa Sudamericana, invece, ha fatto quel che doveva guadagnando il passaggio del turno a spese del San Lorenzo, dato da tutti per favorito, dopo due partite tiratissime – decise solo da un rimpallo ma nel complesso approcciate e gestite nel modo più consono.
Tornando all’Inicial, il banco di prova più frequente, insolita è la sua posizione in classifica. Ancor più strano è però che abbia spesso giocato male, oltretutto agli ordini di Ramon Díaz che è famoso per far disimpegnare bene le sue squadre col risultato di far punti – anche se, va detto, questa squadra non è quella stellare delle sue due precedenti gestioni che non per altro coincisero con grandi successi.
Le radici di questa situazione altamente deficitaria, comunque, è impossibile nascondere che affondino non tanto nello stato fisico di molti giocatori o nell’assetto tattico deciso dall’allenatore quanto invece nell’assurda campagana acquisti condotta dalla dirigenza – senza che il corpo tecnico abbia avuto troppa voce in capitolo.
E’ vero: a Díaz è imputabile lo scaricamento di Trezeguet, Funes Mori e l’uruguaiano Mora (poi ripescato, quest’ultimo, ma dopo essere stato appunto allontanato). E a fronte dei soli 3 gol segnati nelle prime sette uscite fra tutte le competizioni, prima del 3-0 col Tigre, l’errore di valutazione appare ancor più evidente. Difficile però pensare che il tecnico si sia sbarazzato in fretta e furia di certi giocatori senza aver avuto prima delle rassicurazioni dalla dirigenza.
Il punto è che l’incredibilmente tardiva abilitazione a Teo Gutierrez, punta eletta a sostituire gli attaccanti ceduti, ha avuto un peso enorme e devastante dando vita di fatto a un vuoto in attacco che le pur talentuose punte promosse dalla giovanili, Andrada e Gio Simeone, non avrebbero potuto risolvere con facilità. Impossibile capire se per lunghe settimane contraddistinte da annunci trionfanti e subito dopo smentite o imbarazzanti silenzi non sia stato pagato il Cruz Azul, da cui arriva il colombiano, o se invece siano stati i messicani a mettere il bastone fra le ruote a un giocatore ritenuto ingrato appellandosi a ogni cavillo pur di ritardarne l’esordio con la Banda.
Fatto sta che non si può gestire un mercato come si è fatto. E considerando che pure Fabbro, altra nuova incorporazione che nei piani dovrebbe essere il cervello della squadra dalla cinta in su, ha dovuto aspettare molto tempo prima di poter giocare, e che una situazione simile ha riguardato anche il rientrante Mora, i fatti parlano da soli: la colpa è di Passarella.
E’ incredibile che si siano potuti finalmente schierare assieme tutti e tre i presunti titolari dell’attaco ‘millonario’ solo alla quinta di campionato. Checché si dica che il torneo fosse appena iniziato, infatti, in realtà ne era già stato giocato più di un quarto. E ora che Teo e Fabbro, finalmente coi documenti in ordine, saranno rientrati dagli impegni con le Nazionali, il torneo sarà arrivato addirittura a un terzo del suo svolgimento. Certo, questa loro ultima assenza non è imputabile a un mercato mal fatto, ma resta che per un motivo o per l’altro il River ne ha dovuto fare a meno troppo a lungo – e dovrà attendere non si sa quanto prima che li si possano considerare in forma e integrati nel gruppo.
Altro discorso quello di alcuni torti arbitrali subiti, evidenti. I commenti più frequenti sono che storicamente per ogni errore a sfavore il River ha beneficiato almeno di due a proprio vantaggio – cosa che però, oggettivamente, è comune a tutte le grandi. Ma affrontare questo argomento in simili termini non ha davvero senso perché nel gioco politico che sempre entra nel calcio, favorendo ora un club ora un altro, appare chiaro che qualcuno ha remato contro – e lo sport non dovrebbe mai dipendere da decisioni prese a tavolino da pochi soggetti.
Inutile però fissarsi sulla pagliuzza nell’occhio altrui quando nel proprio c’è una trave, come si dice. E’ quindi il momento che il River ricominci a giocare, benché i responsabili del mercato che teoricamente dovrebbero volere il meglio per la propria società l’abbiano messo in condizioni di essere in grave ritardo sulla tabella di marcia (preparazione fisica, abitudine alla partita e integrazione di molti nuovi suoi volti). Arbitri, infortuni, acquisti e cessioni a parte, tenere la palla e creare occasioni da gol è la maniera più semplice per far bene. Anche contro il mondo, fosse necessario… come per certi versi sta succedendo in questo momento.
(articolo scritto per RIVERPLATE.COM)
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