Un pensiero sul Papa a Milano
Mi hanno colpito poco fa due signore anziane che esprimevano la loro delusione dopo la visita di Papa Francesco sabato a Milano. Per curiosità, mi sono avvicinato per ascoltarle e ho capito che le due signore, certamente cattoliche, si sono sentite trascurate, per non dire ignorate dalla visita del Papa e mi sono chiesto se il loro stato d’animo non sia magari condiviso da tanti altri cattolici. Non avendo la brutta abitudine tutta italiota di lanciarmi in analisi che non mi competono, mi limito da cronista a riportare solo quel che ho sentito. Le due arzille vecchiette commentavano: “Papa Francesco ha dato conforto a musulmani, rom, immigrati, detenuti, ma non ha dedicato nemmeno un momento alla gente come noi”. In quel ‘La gente come noi’ immagino ci siano le persone che conducono una vita normale fatta di pensioni misere e sacrifici, lontano dai riflettori. Davanti a questo, so già che i ‘radical chic’ del ‘politically correct’ ad ogni costo, ovviamente sempre e solo a parole, rabbrividiranno. Io non so bene cosa si aspettassero in concreto le due signore: magari qualcosa di più tangibile verso i fedeli, al di là della Messa al Parco di Monza o dei cresimandi a San Siro. Avrei voluto spiegare loro che, per quel poco che so, forse è normale che il Papa guardi più ai cosiddetti ultimi, ma mi sono fermato davanti ad un dubbio improvviso: non che gli ultimi di oggi sono soprattutto queste due signore e tutti quelli che non fanno notizia? E’ solo un dubbio, ma di quelli che non hanno una risposta precisa.
Credo che non si possano saltare i momenti di Monza e di S.Siro. E la ‘capacità’ di misericordia che testimonia il Papa si rende più potente quando incontra quelle persone che soffrono di cui le signore parlano.. in fondo quelle persone esemplificano di più quelle fragilità e difficoltà che in altre forme, magari anche più nascoste, riguardano tutti. L’articolo del fratello interista “Giacomino Poretti” (LaStampa online) fa capire che il Papa è venuto per tutti. Un saluto, Lorenzo
Sono d’accordo, per carità, ma mi ha sorpreso il cosiddetto ‘percepito’, nel senso che c’è gente, cattolica praticante, che evidentemente non percepisce questo Papa nel modo in cui lo percepisce chi non è praticante. Non so, ho questa sensazione. Forse è per i tempi difficili che stiamo vivendo o per una forma di egoismo o gelosia, un po’ come dire ‘prima che di tutti è il mio Papa’, non so, ma mi ha sorpreso qualche reazione presa qui e là dalla strada, perché io vivo molto in strada.
GLR
1-È l’ultimo dei Preti Operai di buona memoria
2-In tutti i Suoi messaggi e proclami, è sottinteso che siamo grassi,avidi ed egoisti occidentali sfruttatori
3-La parola che usa di meno – forse disinteresse – è Anima
4-Però fondamentalmente è un Gesuita Todo Modo, quindi i suoi obiettivi..Mah!!!!
La grande intelligenza ha sempre risvolti e mete insospettati
Verissimo che l’atteggiamento del Papa verso i cosiddetti ultimi non piace a tanti credenti, che a par loro sembra essere un atteggiamento da ONG e basta (che è come i giornali presentano il Papa). Come ha detto in Duomo, però, i tempi difficili di oggi sono “le sfide della fede”, come un’occasione per riscoprire la natura del cristianesimo, tutt’altro che una pura questione sociale. E credo che solo chi abbia una precisa esperienza di misericordia possa instancabilmente chinarsi sull’altro.
Comunque, sono d’accordissimo che dipenda da “i giocatori” riempire lo stadio, intercettare e far interessare le persone di questioni che spesso sembrano solo un retaggio tradizionale, che a nessun europeo sembra poter dire qualcosa di realistico. Il problema non sono i tempi ‘secolarizzati’ e ‘scristianizzati’, ma se qualcuno sa starci davanti con una ipotesi positiva
Credo giusto suggerire che la Fede, quella con la F maiuscola suggerisca un libretto d’istruzioni chiaro. Cioe’ la vita di Gesu’ Cristo (non adattamenti pro domo nostra). Mai come in questo caso i dettami sono chiari nella parola del Cristo.