Italia sparring partner
Video-editoriale del 2.6.2022
Anche se va di moda parlare di Italia col cappello del proprio club, i tre schiaffoni dell’Argentina alla nostra Nazionale, ridotta nel giro di un anno a semplice comprimaria, fanno male.
Ne parlo qui:
Ma quelli che snobbano la vittoria della Roma di Mourinho in Conference League su che pianeta abitano? Quello é il nostro livello. Nell’82 e nel 2006 (grande Lippi) abbiamo vinto con dei fenomeni.
Mancini ha vinto a parte Bonucci e Chiellini e pochi altri con gente scarsa, secondo me dovrebbero rendergli onore. Poi che tocchi a lui fare questo processo di rinnovamento.
Secondo me faceva meglio a dimettersi e lasciare il problema ad altri che sulla carta sono buoni tutti.
Bravo Gianluca, ottima analisi. Purtroppo con la nazionale ieri sera abbiamo raggiunto un traguardo storico: in passato siamo stati battuti tante volte, ma per la prima volta abbiamo affrontato un avversario dove ci ha mostrato la sua disarmante superiorità tecnica, tattica e fisica. La sensazione è che quella di ieri sia stata la prima di una lunga serie di partite a cui assisteremo. Cordialità Andrea
Il problema non è far giocare i giovani. Se li hai e sono bravi giocano, come Foden o Vinicius. Evidentemente quelli che abbiamo non sono all’altezza. Ad esempio, Pinamonti a 23 anni non è ancora esploso. Forse sarebbe il caso di cederlo definitivamente. Considera, infine, che l’ attuale attacco italiano è quello del Sassuolo, per cui non puoi pretendere di più!
Argentina 3-Italia 0, e dominio assoluto del gioco da parte della Selecciòn
Si possono fare tante considerazioni sui nostri vivai, sui giovani che non vengono impiegati dai nostri allenatori di club, su certi ricambi generazionali non favorevoli, e tanto altro ancora, ma se il N°10
argentino è tale Messi, e il nostro 10 è tale Bernardeschi, e soprattutto,
se l’Argentina all’attacco schiera Messi-Lautaro-De Maria
e noi, Belotti-Raspadori-Scamacca, non ce n’è per nessuno –
D’accordo l’entusiasmo italiano, d’accordo che le partite non si perdono mai prima di averle giocate, ma l’esito di ieri sera era scontato o quasi. Da una parte un tridente d’attacco delle meraviglie dall’altro un ?Italia già sulla carta con un tasso tecnico inferiore e perlopiù spuntata. Anche nel calcio esiste una logica. Cosa ci aspettavamo di vincere la coppa? Il vero dramma sportivo è non andare in Qatar, quando invece ci andranno tante nazionali che sono inferiori di tanto all’Italia.
Potremmo sempre iscriverci alla Federazione asiatica.
Mi torna alla mente il racconto di una docente argentina di origini italiane, seguita ad un corso anni fa.
Dopo il primo default argentino si era trasferita con la famiglia in Italia, grazie alla doppia cittadinanza.
Il figlio giocava (come già suo padre) nelle giovanili del San Lorenzo di Almagro, e una volta qui, nelle giovanili del più noto club nerazzurro di Serie A.
Ammirato per l’ottimo livello organizzativo e degli impianti e quasi inorridito per la ’insufficiente’ cura dei fondamentali.
Quando ho cominciato a seguire calcio io – sessantenne – gli attaccanti si chiamavano Riva, Boninsegna, Anastasi… poi Bettega, Graziani, Rossi, Altobelli… e poi ancora Baggio, Del Piero, Vieri, Signori, Totti. Etc…
Oggi la prima linea è composta da Scamacca e Raspadori del Sassuolo più Belotti del Torino. Squadre di secondo piano. Tolti Immobile e Chiesa (ai box), in Italia di meglio non c’è. Dimentico qualcuno?
Come diceva Lubrano, la domanda nasce spontanea: ma… DOVE VOGLIAMO ANDARE?!?