Giacinto Facchetti in E-book
Pierluigi Avanzi, interista della provincia di Mantova, mi segue con affetto fin dai primi anni ’90. Nel novembre 2011 ha pubblicato un E-book dedicato al nostro Giacinto Facchetti, che avevo già linkato su questo sito. Ora è disponibile la seconda edizione, per la quale, su richiesta di Pierluigi, ho scritto la prefazione, che potete leggere sotto. Per il libro invece, seguite questo link: Giacinto Facchetti, una bandiera in mezzo alla battaglia. Buona lettura…
GLR
GIACINTO FACCHETTI, UNA BANDIERA IN MEZZO ALLA BATTAGLIA
di Pierluigi Avanzi
Al termine di un’estate 2011 in cui qualcuno ha ignobilmente tentato di sporcarne l’universalmente riconosciuta immagine limpida ed onesta, pareva quasi doveroso tornare a spiegare alla gente chi fosse Giacinto Facchetti. Un uomo perbene che ha fatto dell’animo elegante il principale segno distintivo. Un talentuoso calciatore tutto classe e correttezza – sbocciato campione anche grazie alla consueta umiltà unita ad un’irreprensibile abnegazione – ancora oggi ricordato come il capostipite di quella particolare razza chiamata difensori-goleador. Un autorevole dirigente stimato in ogni sede, capace con merito di giungere sino alla poltrona di presidente della squadra, Nazionale esclusa, alla quale ha regalato l’intera vita sportiva: l’F.C. Internazionale, gloriosa società che, oltre ad avere avuto in Giacinto il suo biglietto da visita più confacente e luminoso, ha indissolubilmente intrecciato gran parte della propria storia con quella di Facchetti. La storia di un indimenticabile mito del calcio mondiale scomparso ormai cinque anni fa, ma che sventola costantemente nei cuori delle persone che l’hanno frequentato o semplicemente ammirato. Sventola come una bandiera, una bandiera in mezzo alla battaglia.
Prefazione alla Seconda Edizione (di Gian Luca Rossi)
Il popolo interista ha sempre avuto molte anime e in un quarto di secolo al seguito professionale di questa affascinante squadra ne ho conosciute tante. Quella colta, legal e alpina dell’avvocato Peppino Prisco, quella industriale e borghese della dinastia Moratti, quella semplice e romantica di Giacinto Facchetti, uomo d’altri tempi e campione, di tutti però, non solo dell’Inter.
E poi le tante anime dei tifosi interisti, i più esigenti del mondo. Non potrò mai dimenticare quel tifoso di mezza età quel pomeriggio di qualche anno che picchiava con violenza i pugni sul pullman dell’Inter insultando a squarciagola Marco Materazzi. Quell’anonimo invasato indossava però una maglia nerazzurra col numero 23, quella di Materazzi, naturalmente. E poi l’amico Marco Policastro, che il 22 maggio 2010 allo stadio Santiago Bernabeu di Madrid, al minuto 92’, quando eravamo già tutti coi pugni al cielo al grido di Campioni d’Europa, riusciva ancora a mandare a quel paese Pandev dopo un passaggio sbagliato.
Giacinto Facchetti però è stato unico, trasversale e indimenticabile, quasi un eroe romantico. Oggi in più di un comune italiano gli hanno dedicato una via o una piazza. c’è una via o una piazza a ricorda. A Cesano Maderno la cerimonia di inaugurazione l’ho presentata proprio io. La Lega Calcio gli ha intitolato il Campionato Nazionale Primavera, la più importante competizione giovanile. E quante interviste, quanti fuori-onda mi hanno legato a lui, all’Inter e a un’altra nostra comune passione, il tennis. Facchetti non è stato solo un calciatore e un Presidente vincente. Facchetti è stato un mito e lo sarà sempre. E, come un supereroe della Marvel, basta il suo nome a lavare la fanghiglia che le anime dannate da Calciopoli, quelle condannate da ogni tribunale ed espulse dallo sport vero, hanno provato a versargli addosso per conto del vomitevole teorema “tutti colpevoli, nessun colpevole”. A certi pigmei, che vagano come spiriti senza pace in vecchi castelli, ha già risposto la storia. Fëdor Dostoevskij prima e George Orwell poi hanno detto che dopo una certa età, ognuno ha la faccia che si merita. Ogni tanto guardate quella di Giacinto Facchetti e poi confrontatela con tante altre.
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