Rit8iUCL: Inter-Liverpool 0-1
Inter eliminata dalla Champions ancora agli ottavi ma questa volta da una grande squadra, il Liverpool. Resta il rammarico di aver affrontato il doppio scontro in inferiorità in entrambe le gare complessivamente per 107 minuti. Se all’andata l’espulsione di Materazzi per doppia ammonizione era stata ingiusta, al ritorno la cacciata di Burdisso ci sta: l’arbitro norvegese Tom Henning Øvrebø non poteva sorvolare sui due indecenti interventi del difensore argentino. Una cosa bisognava fare, prima di tutte le altre: giocarsela alla pari, in 11 contro 11. E per l’ennesima volta l’Inter si è trovata in inferiorità numerica, altro problema che dev’essere esaminato a fondo. Da tre anni giudico Burdisso non all’altezza di un club come l’Inter, perché nei momenti-chiave perde lucidità. Troppo facile accorgersi ora che Burdisso toglie più di quel che dà. La rissa di Valencia lo ha visto vigliaccamente aggredito da Navarro, mi chiedo perché certe cose capitino sempre a certuni e non ad altri. Perché nessuno ha mai aggredito Javier Zanetti, miglior protagonista in positivo della gara col Liverpool? A Burdisso in questa stagione l’Inter deve buona parte della sconfitta in Supercoppa Italiana per l’inutile sgambetto in area a Totti e l’inferiorità numerica nella gara con la Juventus in Coppa Italia a San Siro, fortunatamente senza conseguenze. A Burdisso l’Inter deve anche buona parte dell’impossibilità di realizzare l’impresa con il Liverpool. Il resto non dipende da lui, ma da una squadra certamente stanca, che ha i suoi migliori interpreti giù di corda: Ibrahimovic, Vieira e Stankovic non stanno bene e si è visto soprattutto nello svedese, protagonista in negativo della serata. Il match-winner di San Siro è Fernando Torres, vivamente consigliato un paio di anni fa da Demetrio Albertini a Galliani ma giudicato non adatto al campionato italiano. La sua crescita è stata straordinaria ed il suo senso del gol è ormai compiuto. Per la quarta volta Mancini è uscito anzitempo dalla Champions: due volte ai quarti e due volte, con un’Inter più forte, agli ottavi. Sicuramente anche Mancini ha le sue responsabilità, ma non è tipo da nascondersi. Nessun tecnico precedente ha vissuto l’Inter sulla sua pelle come lui e l’annuncio a fine gara dell’addio a fine stagione, mette ora la squadra nella condizione di dimostrare la sua professionalità. Non ho mai visto nella mia vita uno pronto a rinunciare 24 milioni netti in quattro anni per una questione di principio, anzi per diverse questioni di principio. Inutile rinnovare la mia stima per un allenatore che, piaccia o no, è il secondo tecnico più vincente nella storia dell’Inter dopo Herrera, ma sicuramente gli ‘intelligentoni’ interisti che l’hanno insultato a Liverpool e che non vedono l’ora di cambiare rotta avranno proposte assai più costruttive. L’annuncio è stato scioccante ma, pensandoci bene, non mi ha poi tanto sorpreso, perché in Mancini è da tempo che colgo segnali di stanchezza. Avrò modo di tornarci sopra fino alla nausea. Pensierino finale per Figo: grande nell’impegno e ineccepibile per abnegazione, ma un po’ meno grande nel rifiutare la mischia. Va bene consigliare il connazionale Maniche all’amico-presidente Moratti e candidarsi per un altro anno di contratto, ma si gioca sempre, anche se l’allenatore lo prenderesti a calci ogni volta che lo vedi.
Caro Gian Luca, sono allucinato dall’ambiente Inter: Mancini, che ha vinto due campionati ed è a +6, esplode, in verità in maniera infantile, ed il Presidente firma una tregua armata anzichè dargli piena fiducia buttando fuori rosa chi ha rotto le palle: Figo, hai 35 anni e sei reduce da quattro mesi di stop, stai tranquillo! In un ambiente serio, si direbbe: siamo usciti contro una squadra che ha fatto due finali negli ultimi tre anni giocando 110 minuti in inferiorità numerica, noi siamo al minimo e loro al massimo della forma, abbiamo sbagliato occasioni facili al ritorno, ora andiamo a vincere il 16esimo! Se mi avessero detto quattro anni fa che avremmo potuto vincere tre scudetti di fila li avrei presi per matti, io che ho come idolo Ruben Sosa, unico raggio di sole in un contesto pietoso, che ci ha evitato la serie B! Torniamo coi piedi per terra e sosteniamo tutti insieme, tifosi, giocatori e società, un allenatore che rischiamo di rimpiangere amaramente. Con stima Luca Conti – Arese
Caro Gian Luca, da rossonero ti dico che si comincia cosi con l’applauso che i tifosi Inter hanno riservato ai giocatori e ai fans del Liverpool. Questo vuol dire che i tifosi hanno raggiunto una maturità che forse qualche giocatore ancora non ha. Ma se non si rompe tutto un’altra volta sono sicuro che l’Inter la Coppa primao poi la conquista. Il viatico per raggiungere grandi vittorie è non drammatizzare le sconfitte ma trarne insegnamento come noi a abbiamo fatto a Istanbul. Comunque io quest’estate in spiaggia porto l’asciugamano del Milan, tu porta l’ombrellone nerazzurro. Con simpatia. Daniele