Tutto esaurito col Liverpool!
Come in tutte le tifoserie, in quella nerazzurra convivono personalità multiformi, che però, vai a sapere perché, qui si notano più che altrove. Una grande vittoria e il tifoso nerazzurro medio ascende al cielo, una bruciante sconfitta ed ecco che l’umore volge al peggio con l’aspro condimento delle solite negatività: pessimismo, disfattismo e vittimismo. Dall’azzurro al nero, i colori sociali in un batter d’occhio, e poi magari di nuovo all’azzurro in un’alternanza di emozioni senza fine. Non a caso il tifo è anche una malattia e non sempre la ragione ha la meglio sul sentimento. Il motore che muove il tifoso nerazzurro è però straordinariamente positivo, e si chiama amore. Un amore smisurato tant’è che in poche ore i 37.000 biglietti per Inter-Liverpool si sono polverizzati e per l’11 marzo San Siro è già sold out! Questo è l’esigente pubblico dell’Inter, capace magari di contestare la squadra all’aeroporto John Lennon di Liverpool al grido di ’via Mancini’ o ‘andate a lavorare’ ma pronto, in caso di qualificazione, a divinizzare i propri beniamini neanche fossero santi sul calendario. Chi respira Inter crede all’impresa, ma è altrettanto importante, se andasse male, comportarsi da tifosi degni di una grande club. Si rinunci a seggiolini e petardi sul terreno di gioco, come nelle eliminazioni con Alaves e Milan, o agguati aeroportuali come al ritorno da Villarreal. E la squadra faccia la sua parte, evitando di cadere nelle provocazioni come l’anno scorso al Mestalla. Su San Siro nerazzurro pendono ancora due giornate di squalifica, guai a chi sgarra! Nel calcio si vince e si perde, ma sempre a testa alta.
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