Inter Nos 3
Pubblicato su San Siro Calcio, domenica 30 settembre 2012
INTER, IL PUNTO – Mercoledì’ sera a Verona, dove ha colto la 5.a vittoria consecutiva in trasferta tra campionato ed Europa League, l’Inter è stata ai limiti dell’inguardabile nel primo tempo, ma tonica e più concentrata nella ripresa.
Stramaccioni, dopo la brutta sconfitta interna col Siena ha mischiato e rimischiato le carte nel tentativo di trovare al più presto l’assetto tattico più affidabile, a cominciare dalla difesa a 3 e certamente non essere integralisti allunga la vita in panchina, vero Gasperini?
Certamente che il successo al Bentegodi, maturato grazie ai gol di Pereira e di Cassano è stato un autentico toccasana, soprattutto per la classifica, che ora vede l’Inter al quarto posto. Detto tra noi, firmerei subito per arrivare alla prossima sosta di campionato con l’attuale distacco, quattro punti, dalla vetta, ora coabitata da Juventus e Napoli.
Resta il fatto che anche col Chievo e con la difesa a tre, nel primo tempo, l’Inter ha sofferto più del lecito. Nella ripresa, rinfrancata dal vantaggio, l’Inter si è finalmente ‘sciolta’ amministrando il vantaggio fino al colpo del KO di Cassano che in un attimo ha fatto quello che da sempre gli riesce meglio: il fuoriclasse. Sua la costruzione dell’azione e del gol che ha messo in cassaforte i tre punti. Così questo inizio di campionato nerazzurro prosegue nell’illogicità pura, perché a fronte di risultati casalinghi oltremodo deludenti, il rendimento in trasferta è da record mondiale: cinque partite tra campionato ed Europa League lontano da San Siro con altrettante vittorie, ma soprattutto 12 reti segnate e nessuna subita sono un mistero più affascinante dei cerchi nel grano, vista la scarsa affidabilità della fase difensiva nerazzurra. Per il momento la difesa a tre c’entra poco, visto che Stramaccioni a Verona avrebbe voluto vararla con Chivu play basso, ma dopo un lungo provino al Bentegodi il romeno è stato costretto al forfait. La difesa a tre, o a cinque, a seconda dei punti di vista, non esclude i brividi, visti i balbettii in chiusura almeno fino all’intervallo, ma sembra essere percepita dal gruppo come qualcosa di positivo, a differenza di un anno fa, quando non c’erano nemmeno calciatori compatibili.
SAN SIRO ANCORA STREGATO – San Siro però resta ancora stregato per l’Inter: un tabù da sfatare al volo, ma lo avevamo detto anche prima della gara col Siena e poi si è visto com’è andata. L’avversario di turno è la Fiorentina che martedì sera ha rallentato la corsa della Juve: sulla carta è un brutto cliente, ma almeno non farà le barricate erette dal Siena. L’importante è che la questione non diventi psicologica, perché se la si vive come un’ossessione è finita. Non c’è alcun motivo tecnico-tattico che possa davvero spiegare la dicotomia di rendimento tra casa e trasferta. “Un fatto causale” – ha spiegato il presidente Moratti, ma finché non si vince è dura non farsi condizionare dalla questione.
L’idea che l’Inter in trasferta sia più attenta e più bilanciata nei reparti regge fino ad un certo punto, perché come ha spiegato Stramaccioni i tanti gol subiti dall’Inter sono tutti molto simili e spesso frutto di errori individuali. Ed è difficile credere che a San Siro uno sbagli più facilmente che in casa. Per non parlare della questione del campo, in misto sintetico. Come il Milan, l’Inter si è preparata per tempo all’innovazione allenandosi ad Appiano Gentile sulla stessa superficie. Quindi non c’è molto da spiegare, c’è da vincere, uniformando il più possibile il rendimento tra casa e trasferta.
CASSANO SU, SNEIJDER GIU’ – Se da una parte Wesley Sneijder non sta vivendo un momento fortunato, tanto più che a Verona la sua partita è finita ancor prima della mezz’ora per via di un infortunio che lo mette in serio dubbio fino a dopo la sosta, dall’altra Antonio Cassano è già diventato un valore aggiunto per l’Inter. Per i soliti smemorati, capaci di farsi vivi a posteriori sulle cose di mercato solo quando conviene e mai quando la realtà li prende a sberloni, oggi l’operazione Cassano-Pazzini vede il trionfo di Fantantonio. Dopo un mese di campionato Cassano per Pazzini più 7.5 milioni e mezzo, ossia la cifra più alta entrata quest’estate nelle casse societarie nerazzurre per una singola operazione, è stato un capolavoro. In classifica-marcatori i ragazzi al momento stanno entrambi a tre gol, ma Giampaolo è una punta per definizione che al momento in rossonero ha vissuto un’unica domenica di gloria. Antonio invece pur senza avere precipui compiti da goleador, la sua tripletta l’ha distribuita su tre partite, diventando subito il capocannoniere nerazzurro. Il bello è che FantAntonio ancora non ha beneficiato di calci di rigore e resta lontano dalla migliore condizione. Di questi tempi è in grado di salire ai suoi livelli per venti, trenta minuti al massimo a partita. Ma ogni volta che si sveglia manda qualcuno in porta o ci va lui in persona. Insomma, dopo un mese, c’è ancora qualcuno che si stia chiedendo chi ha fatto l’affare tra Inter e Milan?
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