Inter Nos 3
Pubblicato su San Siro Calcio il 5 ottobre 2013
L’analisi – Per avere una prima idea sulla caratura dell’Inter bisognava attendere gli impegni casalinghi con Fiorentina e Roma. Tra le due ecco la partita di Trieste col Cagliari, apparentemente più abbordabile. Ma il Dna dell’Inter lo si conosce e non ci sarebbe poi da stupirsi troppo se l’unico mezzo giro a vuoto di queste tre gare dovesse essere proprio quello coi sardi. Dopo aver battuto la Fiorentina e pareggiato col Cagliari, l’Inter deve ospita a San Siro la Roma, che intanto si è confermata, al momento, la migliore della Serie A. A dirlo è il primato in classifica. La formazione giallorossa sembra una macchina perfetta, esaltata dal miglior attacco e dalla miglior difesa del campionato: 17 gol fatti e uno solo subito sono numeri da record. Non sono in Italia, ma anche in Europa. Non si vincono 6 partite di fila per caso, non si rifilano 5 gol al malcapitato Bologna, squadra comunque di medio livello, per buona sorte. E la rinascita della Roma, dopo che il 26 maggio scorso la Coppa Italia finita alla Lazio aveva gettato l’ambiente nello sconforto più nero, assomiglia a quella dell’Inter. Anche l’Inter sembra risorta e una sconfitta sabato sera non sarà un dramma per nessuna delle due formazioni. Rispetto all’Inter la Roma ha fatto più mercato, vendendo benissimo grossi calibri come Osvaldo, Lamela e Marquinhos rimpiazzandoli però con grandi giocatori come Gervinho, Strootman e Ljajic. Al momento sembrano azzeccate anche le operazioni per la difesa come Benatia, in crescita esponenziale, e come Maicon, proteso ad un alto rendimento per non perdere il Mondiale in casa sua. E poi ci sono sempre Totti e De Rossi.
Nell’Inter invece è rinato Cambiasso, è tornato Ranocchia, si stanno imponendo Alvarez e Jonathan, è esploso Nagatomo, stanno lievitando Taider e Kovacic. Le qualità di Milito e Palacio non sono mai state in discussione e alle loro spalle ora preme Icardi. E qui, forse ancora più che alla Roma, il vero top-player siede in panchina e si chiama Walter Mazzarri, fresco 52enne (tanti auguri!) . Gli ingredienti perché a San Siro si veda una grande partita ci sono tutti.
La squadra – A Trieste l’Inter ha pareggiato, ma avrebbe potuto vincere, perché ha giocato complessivamente un’altra buona gara. Poi, non si può vincere sempre, come sa chi fa sport. A ogni squadra capita di vincere una partita al di là dei propri meriti come di non vincerla pur meritandolo. E il match col Cagliari tutto sommato può rientrare in quest’ultima categoria. Ora però sarebbe bello rilanciarsi subito con un risultato importante con la grande Roma di questi tempi.
L’Inter a Trieste era raccolta in meno di 30 metri. E ha costruito più di quanto si potesse pensare considerando il turn-over con Rolando, Pereira e Belfodil in campo dall’inizio. Però ha avuto il difetto di capitalizzare meno del solito: un solo gol su 10 occasioni e 5 tiri nello specchio. Serve più cinismo sotto-porta e più attenzione sui tiri da lontano, come quello di Nainggolan, proprio lui, inseguito per tutta l’estate, finché Cellino ha rifiutato ogni contropartita tecnica senza mai scendere dai 18 milioni chiesti. E di gente che calcia anche meglio di Nainggolan, la Roma ne ha parecchia, Totti su tutti.
Mazzarri, ha avuto di nuovo praticamente tutta la settimana per preparare la strategia anti-Roma. Il problema è che la settimana di lavoro sull’Inter ce l’ha avuta anche Rudi Garcia!
La società – A inizio settimana si è svolto il CdA dell’Inter. Tecnicamente l’ultimo per Massimo Moratti da unico azionista. Già perché la nuova Inter va verso una co-gestione con potenti partners stranieri, qualcosa di assolutamente inedito per il nostro calcio. Lunedì scorso, Moratti ha illustrato ai consiglieri i motivi della svolta, che sono soprattutto economici. Gli ultimi due anni senza Champions hanno portato il rosso di bilancio a 80 milioni di euro, ben al di là della ricapitalizzazione di 35 milioni di euro versati interamente dal Presidente. Secondo i parametri del Financial Fair Play, che teoricamente consentono aumenti di capitale massimo di 45 milioni annui, l’Inter sarebbe a rischio ammenda, ma in realtà l’applicazione pratica delle norme in ambito europeo è ancora tutta da disciplinare. Ad esempio il grosso impegno dell’Inter nel ridurre drasticamente e rapidamente il monte ingaggi è stato visto con grande favore dall’Uefa, che si aspetta la stessa condotta da parecchi altri club europei. Erick Thohir è comunque pronto, a quanto si dice, a rilevare circa il della 70 % delle quote del FC Internazionale, ma tratterrebbe per sé solo il 30 %, distribuendo il restante 40 % tra i suoi potenti soci indonesiani Rosan Perkasa Roeslani e Handy Soetedejo. Moratti rimarrà comunque azionista al 30 % e questa suddivisione del pacchetto azionario gli permetterebbe di restare Presidente, anche con la nuova governance. Dopo le firme trascorrerà comunque un tempo tecnico minimo di tre settimane per il closing, ossia il trasferimento effettivo delle azioni ai nuovi soci.
Alla prossima Assemblea dei Soci, magari alla presenza di Erick Thohir, verrà ratificato il nuovo Consiglio d’amministrazione insieme al successivo aumento di capitale.
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