6UCL: Bayern-Inter 1-1
Non è arrivata la dodicesima vittoria consecutiva, ma poco importa. Meglio pareggiare in una manifestazione dove si è già qualificati che mancare l’appuntamento con la settima vittoria consecutiva in campionato domenica prossima ad Empoli. E non sarà facile, lo dico subito. La formazione scelta da Mancini per l’ultima gara della prima fase di Champions League prima del letargo invernale era chiaramente ‘sperimentale’, volta a recuperare alla causa gente come Toldo, Samuel e Figo e a ‘testare’ seriamente Solari, Maxwell e Andreolli. Intanto parecchi titolari hanno riposato ed è tornato anche Recoba, mai così atteso, visti gli infortuni di Cruz e Adriano, in rigoroso ordine di utilità. La gara dell’Allianz Arena, lungi dall’essere un remake di quella di diciotto anni fa all’Olympiastadion, quando Berti ammutolì il pubblico tedesco con una corsa e un gol da leggenda, è stata impostata da entrambe le squadre su ritmi bassi. Quando però il Bayern è passato in vantaggio con Makaay, l’Inter ha risposto con Vieira , bravo a finalizzare allo scadere un’azione impostata dal Chino. La mia impressione resta positiva anche questa sera: l’Inter, qualsiasi Inter, se decide di aumentare il ritmo, riesce comunque ad andare in gol. Ora si discuterà se fosse meglio arrivare primi o secondi nel girone, ma il dibattito non mi appassiona e spiego perché. Di norma è sempre meglio arrivare primi in Champions League per tre ragioni. La prima, non necessariamente la più importante, è squisitamente economica: ogni partita vinta nella massima manifestazione europea porta nelle casse sociali circa 600.000 euro, la metà in caso di pareggio. La seconda è che negli ottavi, a eliminazione diretta, chi vince il girone gioca in casa il ritorno. La terza riguarda ovviamente il prestigio di tagliare il traguardo per primi. Se però ci avete fatto caso non ho nemmeno menzionato il motivo per cui chi vince il proprio gruppo affronta una seconda degli altri e viceversa. Perché si ritiene che chi arriva primo abbia una partita più facile, ma io non ne sono così convinto. Per esempio l’Inter da seconda può pescare il Lione o il Chelsea, ma anche il Liverpool o il Valencia. In ogni caso non corre il rischio di incrociare Real Madrid e Barcellona, che personalmente preferirei evitare negli ottavi. Per dirla tutta, mi fa meno paura il Chelsea del Barcellona, se penso alle due avversarie più temibili. Chi la Champions League la conosce bene sostiene che è fortunata la squadra che, indipendentemente dalla sua classifica finale nel girone di qualificazione, a febbraio incontra l’avversaria messa peggio in quel periodo a livello psico-fisico. Non a caso, a Inter e Milan è capitato in passato di superare avversari senza dubbio sulla carta superiori a Deportivo e Villarreal, che però le hanno eliminate perché in quel preciso momento erano al top della condizione. Ecco perché non è poi così automatico che in Champions League sia sempre meglio il primo posto del secondo.
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