5C: Cagliari-Inter 1-1
A Cagliari Mancini ha precisato di non aver cambiato modulo ma di aver riproposto un rombo corretto con Ibrahimovic mezzapunta al posto di Figo e dietro i due attaccanti Crespo e Adriano. Questione che serve relativamente a spiegare il pareggio finale perché in ogni caso alla mezz’ora Crespo ha lasciato per infortunio e la squadra è tornata in linea con il 4-4-2. Dopo il massacro, non solo mediatico, seguito alla sconfitta con il Bayern era necessario rialzare la testa. Sarebbe stato meglio farlo con una vittoria , ma un pareggio a Cagliari alla lunga potrebbe non essere disprezzabile. Sembra che l’Inter possa e debba solo vincere ma ogni squadra ha i suoi guai: il Milan non metteva in fila tre 0-0 consecutivi addirittura dal ’36, la Roma vince quando deve vincere ma con l’Inter ha perso, il Palermo si conferma squadra di vertice ma ad Empoli ha comunque pagato dazio. Sicuramente questo pare essere al momento un campionato anomalo, dove al vertice non arrivano solo le grandi.
L’Inter, al di là degli infortuni, comunque non sta bene e il primo problema da risolvere rimane quello della tranquillità psicologica del gruppo. Grosso, dopo il gol, ha guardato molto male Mancini in panchina, come aveva fatto Seedorf nei confronti di Ancelotti con qualche parola in più. Mancini, dopo averlo giustamente redarguito per l’inutile espulsione in Champions League, aveva minacciato di toglierlo e lui, al primo gol in nerazzurro, non si è risparmiato la vendetta in diretta TV. Ma non finisce qui, basta allargare un po’ lo sguardo ed ecco che Montella ha avuto da ridire con Spalletti e Del Piero ha ricevuto la prima delusione da Deschamps. Adriano invece non fa più notizia: sostituito a pochi minuti dalla fine, il brasiliano ha recitato il solito show con la puntuale reazione scomposta in panchina. E, naturalmente, il solito labiale fin troppo chiaro: “Almeno questa” – ha protestato Adriano a proposito della partita e all’indirizzo del Mancio – “potevi farmela finire!”. Insomma nessuno pare più accettare esclusioni e sostituzioni, figuriamoci all’Inter! Bravo Spalletti a stigmatizzare la condotta di Montella con un discorso che vale per tutta la categoria degli allenatori: “Se non posso far sostituzioni – ha detto il tecnico giallorosso – “smetto di allenare!”. Sarebbe ora di finirla davvero con gli atteggiamenti da primadonna del campione (?) di turno, tema dove all’Inter vantano una incontestabile tradizione. Ma tanto la colpa è di Mancini. Ci risiamo con l’usuale capro espiatorio, l’ennesima bomba ad orologeria. Toccherebbe alla società disinnescarla, dando una mano al tecnico anche fuori dal campo, ma l’Inter pare divertirsi a farsi del male da sola e, si dirà che è colpa del solito complotto mediatico. Eppure, con un po’ di calma e polso in più, magari si vincerebbe pure il campionato!
36 terzini sinistri dopo Brehme!
Ciao Gian Luca, facendo una ricerca a partire da, diciamo, quattordici anni fa ovvero dall’addio di Andreas Brehme, da una lettura delle varie formazioni che si sono susseguite, ecco tutti gli eredi di Andy e, ovviamente, può essere che ne dimentichi qualcuno: dopo il tedesco, nella stagione 92/93 arriva Gigi De Agostini (1), su cui l’allenatore Bagnoli punta molto e fa bene visto che la stagione si rivela positiva con un grosso recupero sul Milan campione. L’anno dopo invece, nonostante la seconda Uefa, ci vede alle soglie della serie B e vede alternarsi vari allenatori sulla panchina e sulla corsia sinistra il giovane Tramezzani (2), Davide Fontolan (3), Angelo Orlando (4) ed entrambi i fratelli Antonio e Massimo Paganin (5 e 6). Nel 94/95 l’allenatore è Ottavio Bianchi e Angelo Orlando è titolare “coadiuvato” nuovamente dai fratelli Paganin e dal giovane Mirko Conte (7). Nel 95/96 arriva un giovanissimo Roberto Carlos (8) ma curiosamente durante l’annata si alternano Felice Centofanti (9), quello di vaff… tutti quanti!”, perfino Pedroni (10) e il giovane Pistone (11). E Pistone deve aver proprio convinto l’allenatore Hodgson, visto che nel 96/97 lo lancia titolare sacrificando Roberto Carlos (!); in quella stagione perfino Angloma (12) viene schierato a sinistra in qualche occasione, come nell’Inter-Roma in cui Djorkaeff realizzò lo splendido gol in semirovesciata. Dopo Angloma prende piede la soluzione Beppe Bergomi (13). Nel 97/98 mister Simoni chiede a Javier Zanetti (14) di cambiare fascia ma non basta… infatti si alterna con Mezzano (15), Tarantino (16), West (17), Sartor (18) e Milanese (19). Quest’ultimo parte titolare nello sciagurato 98/99, dove in fascia si alternano anche Silvestre (20), Colonnese (21), raramente Cauet (22), di nuovo West e il bidone interista per antonomasia insieme a Pancev: Gilberto (23). Nessuno è però davvero un terzino di fascia quindi nel 99/2000 Lippi ottiene lo specialista Grigorios Georgatos (24) che va in crisi; in quella annata e nella successiva vengono utilizzati sporadicamente Cordoba (25), Javier Zanetti, Michele Serena (26), Cyril Domoraud (27), Fabio Macellari (28), nonchè Vratislav Gresko (29) che, ahimè, resiste fino all’ultima giornata del 2001/2002. Nel 2002/2003, in seguito a sciagurate operazioni di mercato con il Milan, sbarca Francesco Coco (30), che si alterna sulla fascia con Giovanni Pasquale (31). L’anno successivo, ai due si aggiunge l’oggetto misterioso Brechet (32) e nel 2004/2005 Giuseppe Favalli (33), che rimane fino al termine della stagione successiva, dove viene supportato da Pierre Wome (34). Chiudono la lista per la stagione in corso Fabio Grosso (35) e Maxwell (36). Cordialmente, Michele.