Senza risultati c’è l’austerity
Pubblicato su Il Giorno, rubrica Inter nos – 7 maggio 2004
La conquista del quarto posto, complicata dall’indegna sconfitta di Lecce, influenza non solo il futuro in panchina, ma soprattutto la strategia del prossimo mercato nerazzurro. “Il quarto posto condiziona molte cose” – ha detto Moratti, fulminando in un lampo squadra e tecnico. L’Inter in epoca recente ha già bucato due volte il piazzamento in Champions League: la prima alla vigilia dell’arrivo di Lippi, la seconda prima di Cuper. In entrambi i casi Moratti lanciò comunque vere e proprie rifondazioni, pur senza gli introiti economici garantiti dalla massima competizione continentale. Allora la proprietà ripartiva sempre di slancio, senza badare a spese. Se Moratti voleva un campione, lo prendeva anche per l’Intertoto. Oggi mi sembra che con i tempi sia cambiato anche Moratti: senza la partecipazione alla Champions, il suo impegno sul prossimo mercato sarà giustamente misurato. Non dimenticate che a Lippi fu subito portato Vieri, all’epoca costosissimo, e che Cuper fu praticamente accontentato in tutto. Intendiamoci, Adriano e Stankovic restano colpi straordinari, favoriti anche dall’attuale congiuntura economica, ma Moratti, qualche anno fa, sarebbe andato anche oltre. La realtà odierna vede invece un presidente che si è auto-retrocesso a patron, a causa di una contestazione che non ha certo gradito, ma soprattutto un tifoso in astinenza di risultati che ha perso un bel po’ di entusiasmo. E poi c’è la situazione economica generale: l’ultimo Consiglio di Amministrazione ha stabilito un aumento di capitale con sovrapprezzo delle azioni per una cifra tra i 50 e i 60 milioni di euro. Una nuova iniezione di denaro liquido che non potrà comunque evitare un taglio dei costi generali quantificabile attorno ai 10 milioni di euro. Il primo impegno in agenda resta il nuovo sfoltimento del monte-ingaggi fino a una cifra variabile tra i 25 e i 30 milioni di euro. Per tutti i nuovi arrivati, tra i quali Stankovic e Adriano, è stato fissato un tetto d’ingaggio, con premi aggiuntivi solo in caso di vittorie. Restano salvi ovviamente i diritti acquisiti, cioè i contratti firmati precedentemente. Quello che in parte ha rovinato il calcio non sono però gli ingaggi stratosferici dei campioni ma quelli abnormi dei comprimari: la gente ha sempre fatto la fila per vedere i fuoriclasse ma, se anche un portiere di riserva supera il milione di euro d’ingaggio, è chiaro che il banco è già saltato. Ho paura quindi che i tifosi dell’Inter non possano aspettarsi un regalo alla Totti: prima di tutto perché Moratti ha bisogno di ritrovare una vittoria che gli dia un motivo per spendere ancora e poi perché il calcio per fortuna sta davvero cambiando. Un esempio per tutti? Cruz, che d’ingaggio è costato tre volte meno di Crespo. Capitolo Vieri: ancora non ho capito perché Zac l’abbia trattato in quel modo a Lecce, col risultato che anche chi stava dalla parte del mister ora comincia ad avere seri dubbi sulla sua capacità di gestire il gruppo. Contro il Parma la prossima puntata?
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