2UCL: Anderlecht-Inter 1-3
Sono tornato molto sereno dal Belgio e ho fatto i complimenti a Mancini. Sull’aereo che riportava a casa la squadra c’era un clima normale, come se vincere in trasferta 3-1, 3-0 fino a pochi secondi dal fischio finale fosse una cosa normale. Per un attimo mi è sembrato di essere sull’aereo della Juve, che ho seguito un paio di volte anni fa per Telelombardia. La prima Juve di Lippi andava in trasferta, vinceva o perdeva, non gioiva nè s’intristiva, perché era conscia della sua forza. Certo gli avversari erano abbordabili e lo sapevamo fin dal principio, ma la risposta della squadra è stata importante! Bella vittoria, rotonda, mai incerta, ma clima normale, come fosse ordinaria amministrazione. Si comincia proprio così a diventare grandi, senza esaltarsi nel bene e senza deprimersi nel male, volendo cambiare tutto e cacciare tutti già dopo un mese, vero amici tifosi? La verità è che a Bruxelles si è vista un’idea di gioco, prima intravista solo a tratti. Il fatto poi che siano cambiati alcuni interpreti e persino il modulo ma l’idea abbia funzionato è una gran cosa. Bene Martins, molto bene stavolta, nel senso che è riuscito a non correre più forte del pallone e a muoversi con la squadra per tutta la gara. Con Mancini è impossibile capire chi giocherà a Roma domenica sera, ma non m’interessa. Il Mancio va avanti per la sua strada, senza ascoltare nessuno, e fa bene: adesso tocca a Martins, domani a Recoba, dopodomani magari ancora a Vieri per recuperarlo come van der Meyde. E state tranquilli perché chi non risponderà più, finirà in panca. Moratti, con l’invito a mandare in campo chi è più in forma, ha voluto ‘liberare’ il suo allenatore dall’impegno comune preso quest’estate per la coesistenza Vieri-Adriano, ma mica l’ha ordinato il dottore. Mancini sa dove, quando e come muoversi. Insomma non importa chi gioca, gioca l’Inter, ma Dejan Stankovic, vi confesso, mi piace sempre di più: lo picchiano, sembra morto e s’inventa un gol da cineteca! In questo mi ha ricordato Pavel Nedved, che considero un campione. Grande Stanko, anche fuori dal campo! Mentre lo intevistavo in aeroporto, ne ha detta una che ho subito fatto mia. A proposito dei soliti problemi di casa Inter, ha detto: ‘Non facciamo di zanzara elefante!’ (testuale, ndr). Zanzara? Elefante? Grande Stanko! Non ho mai pescato nella mia fantasia un’immagine così bella, chiara e sintetica per spiegare la vera genesi storica dei problemi in casa Inter. Zanzara? Elefante? Grande Stanko!
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