Il coraggio di Blanche
Blanche (Viginie Efira) incontra Gregoire (Melvil Poupaud) e, pensando di aver trovato l’uomo giusto, dopo una breve relazione lo sposa. Adducendo motivi di lavoro l’uomo le dice che devono trasferirsi nel nord est della Francia e la donna, per amore, accetta di abbandonare la cittadina di mare in cui ha sempre vissuto. In seguito, Blanche scopre che il trasferimento è stato richiesto dal marito e capisce che l’uomo la vuole tutta per sé, senza condividerla con la famiglia d’origine o con le colleghe del lavoro. All’inizio è lusingata da questa attenzione rivoltale ma ben presto si rende conto che tutto è motivato dalla grande gelosia di Gregoire, un sentimento pieno di ansia, sospetto e insicurezza che lo porteranno a conseguenze estreme. La regista Valerie Donzelli (“La reine des pommes”, “La guerra è dichiarata”) ha spesso guardato alle donne e alle problematiche legate all’amore. Qui si interessa di come una donna che subisce una vita piena di dubbi, di gelosia e di minacce cerchi di liberarsi da una tale schiavitù e possessività in cui il marito la rinchiude. Seguendo il libro da cui trae origine (“L’amour et les forets” di Eric Rheinhart) è interesse della regista mostrare come Blanche sia caduta nella trappola d’amore di Gregoire e come sia riuscita a evitare che la sua storia si trasformasse in un femminicidio. C’è grande ritmo e tensione degna di un thriller, in questo caso psicologico. Presentato a Cannes 2023 la pellicola, che si avvale delle ottime interpretazioni di Virginie Efira e di Melvil Poupaud esce in Italia con un anno di ritardo. Un’opera interessante e emozionante, resa forte da un’ottima sceneggiatura che convince (premiata come Miglior sceneggiatura non originale ai recenti Cesar 2024). Da on perdere. Al cinema.
Recensione del Conte Adriano Cavicchia Scalamonti, 1.5.2024