Salvate il soldato Burdisso
Salvate il soldato Nicolas! Se è vero che Mourinho ci sorprende sempre, aspettatevi pure Burdisso titolare contro l’Udinese. Da un lato la sua inaffidabilità è ormai conclamata, dall’altro escluderlo dopo i guai combinati a Cipro vorrebbe dire perderlo psicologicamente. Certo che se Burdisso domenica ne fa un’altra delle sue, viene giù lo stadio. La sua storia con l’Inter resta particolare: strappato al Palermo di Zamparini, che va su tutte le furie, per un rilancio all’ultimo minuto sull’ingaggio, Nicolas Andrés Burdisso arriva nell’estate del 2004 nella prima Inter di Mancini come acquisto più costoso, 4.5 milioni e mezzo di euro, di una campagna acquisti al risparmio. D’altronde suo curriculum al Boca Junior è straordinario: 3 scudetti, 2 coppe Libertadores, l’equivalente della nostra Champions League e due Coppe Intercontinentali. Con l’Inter però comincia subito col piede sbagliato: quello che a Bergamo effettua un retropassaggio suicida a Toldo, che non può arrivarci. L’Atalanta segna, ma alla fine l’Inter la spunta 3-2. Dopo pochi mesi Nicolas vola con la famiglia in Argentina per stare vicino alla figlia Angelina alla quale è stata diagnosticata una leucemia acuta. Lui stesso chiama Moratti e chiede di rescindere il contratto, ma il presidente, colpito dal gesto e dal dramma umano, rifiuta. Questa favola ha un lieto fine: la piccola Angelica guarisce e Burdisso torna all’Inter, tra compagni commossi, che lo accolgono ad Appiano con un lungo applauso. Ragazzo da cuore d’oro, dice chi lo conosce bene, sempre puntuale agli allenamenti e senza grilli per la testa, Nicolas si ritrova a volte titolare. Malgrado la statura non eccelsa, la sua specialità resta l’inserimento aereo sui calci piazzati: ha segnato sette gol finora e non sono pochi per un difensore. Poi però ricade nei soliti vizi, irruenza e distrazione, che sono un po’ i suoi marchi di fabbrica. Quando Burdisso stecca la partita, di regola affonda la squadra, che nella migliore delle ipotesi resta in dieci, quando non vi provvede personalmente come a Cipro. Già perché i cartellini, gialli e rossi, non mancano mai, come le squalifiche, fino al record di 6 giornate in seguito alla rissa di Valencia. Solo a sentirne il nome c’è chi si mette le mani nei capelli, ma proprio per questo Mourinho potrebbe smentire tutti e provare a salvare subito il soldato Nicolas.
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