Dalmat, eroe per caso
Pubblicato su Eurocalcio – aprile 2001
Discusso in Francia, esploso nell’Inter. E’ lui l’astro nuovo nell’orbita nerazzurra, anche se pochi credevano che l’80° acquisto di casa Moratti sarebbe diventato un punto fermo nel centrocampo di Tardelli e nell’Inter di domani.
Quando l’Inter ne annunciò l’acquisto, a cavallo del nuovo millennio, erano in molti a ironizzare sull’ennesima ‘bufala’ di mercato. Ed in effetti, i motivi per pensar male c’erano tutti: Dalmat era seguito da circa due anni, e non solo da emissari nerazzurri, ma il suo carattere spigoloso aveva indotto molti a temporeggiare o addirittura a rinunciare. In più l’Inter aveva in casa l’imbarazzante problema Vampeta: accettato da Lippi, ma messo in naftalina da Tardelli, il brasiliano, pagato 35 miliardi, ci aveva pure messo del suo per mandare tutto all’aria e rischiava di trascinarsi da pensionato fino a giugno. Inoltre, Vampeta mica se ne stava zitto in un cantuccio, ma illustrava a tutti i piani di fuga. Ecco allora l’incastro magico trovato da Lele Oriali: la metà di Vampeta ai francesi del Paris Saint Germain in cambio del bizzoso ragazzo francese. Bizzoso e discontinuo, tant’è che il posto fisso mister Fernandez a Parigi pareva non garantirglielo più. Detto fatto dunque, con soddisfazione di tutti, di Vampeta, sparato a Parigi a tempo di record, di Oriali, che ha potuto così far recuperare all’ Inter buona parte del denaro speso per il brasiliano, di Tardelli, a cui Stephane nell’under 21 francese era proprio piaciuto, e di Dalmat appunto, felicissimo di cambiare aria, se non altro per allontanarsi dalla sua ingrata Francia che, dopo averlo coccolato come un campione, stava per appiccicargli addosso l’etichetta di promessa non mantenuta. Già perché in Francia Dalmat era partito a razzo, ma poi qualcosa o qualcuno aveva improvvisamente tirato il freno a mano. Mentre cominciava infatti, uno dei più grandi interpreti della coraggiosa Francia di Spagna ’82, Alain Giresse, si era espresso su di lui con parole deliziose come i suoi scambi con Platini: “Stephane” – aveva detto – “ha il talento per diventare un grandissimo del calcio francese!”. E in effetti, dietro alle parole di Giresse, c’ erano fatti concreti: nella sua prima stagione da professionista, con il Chateauroux, nel 1998, Dalmat era stato semplicemente devastante, tenendo in piedi la squadra da solo. L’anno successivo, il Lens aveva bruciato la concorrenza e lo aveva subito preso: ottimo investimento, visto che dai 7 miliardi e mezzo il suo valore era raddoppiato nello spazio di poche partite. Gli esperti di mercato, parlando di ventenni, cominciavano a definirlo il talento più interessante del calcio francese e, alle partite del Lens, lo seguivano da tutta Europa. Gli italiani, Inter in testa, erano tra i più assidui. Alla fine della stagione, Dalmat cambiò ancora squadra passando al Marsiglia, che però incappò in una stagione non felice e Stephane, pur offrendo un impegno nel complesso soddisfacente, non riuscì a convincere pienamente i suoi estimat ori. Molti si ritirarono ma non l’Inter che sembrò sul punto di acquistarlo nella primavera del 2000, ed invece, ecco il colpo di scena, ossia il tesseramento per il Paris Saint Germain. Il resto è storia di oggi, con le difficoltà nel PSG di Luis Fernandez e l’aggancio dell’Inter che arriva lo scorso Natale con un contratto in regalo. Dalmat non ci ha pensato due volte a varcare le Alpi diventando così l’undicesimo calciatore francese nella storia degli stranieri che hanno giocato all’Inter. A precederlo in maglia nerazzurra sono stati prima Istvan Nyers, francese di nascita ma in realtà apolide, e Antoine Bonifaci, poi Jocelyn Angloma, Youri Djorkaeff, Benoit Cauet, Zoumana Camara, Ousmane Dabo, Sebastien Frey, Mickael Silvestre e Laurent Blanc. Nessuno di questi però ha cambiato tante squadre in così poco tempo quante Dalmat, cinque in meno di quattro anni, ma adesso per Stephane è giunto il momento di disfare i bagagli. L’avventura nerazzurra è cominciata benissimo: esordio negli ultimi venti minuti di Inter-Bari e gol sfiorato con applausi a scena aperta. Si sa che, da quando l’Inter vive momenti difficili, il pubblico di San Siro non risparmia fischi e ironie soprattutto ai nuovi: il primo esame Dalmat lo ha superato davanti all’esigente pubblico interista. “So di poter giocare nel campionato italiano, – è stato il suo primo commento – “ e so anche di poter ricoprire vari ruoli a centrocampo”. Dolci parole per Marco Tardelli che vuole giocatori in grado di saper fare quasi tutto, anche in copertura , e comunque capaci di non rompere l’anima se vanno in panchina. E’ per questi motivi, più il primo che il secondo per la verità, che Clarence Seedorf è ‘saltato’ . A togliergli il posto è stata la decisione dichiarata (vedi Eurocalcio, n.2, ndr) di volersi specializzare come trequartista e di non gradire più altri ruoli a centrocampo. Con l’avvento di Dalmat, Seedorf ha chiuso con l’Inter e, ironia della sorte, il francese ha imparato a muoversi nei vari ruoli del centrocampo proprio studiando l’ olandese, o almeno, così dice lui:“Quando giocavo in Francia – ha confidato – il mio modello di calciatore era Clarence Seedorf . Sono felicissimo di averlo come compagno di squadra. E’ un campione da ammirare!” Adesso però tocca a Seedorf guardare Dalmat. Dal debutto con il Bari in gennaio, Dalmat è migliorato di gara in gara, da Bologna, la domenica successiva, si è imposto come titolare fisso. Dopo quel 3-0, una delle migliori partite della sua Inter, Tardelli ha sentenziato “Dalmat non è una sorpresa. Oriali lo seguiva già ; da tempo e Stephane sta dimostrando sul campo quanto di buono dicevano di lui i nostri osservatori. E’ chiaro che ci saranno anche momenti difficili per lui perché dovrà confermarsi a certi livelli”. Oggi Tardelli ribadisce l’importanza di Dalmat anche come uomo squadra: “ E’ un centrocampista che sa recuperare palla e riproporsi facendo girare bene la squadra. Dà una grossa mano al centrocampo: lui c’è quando c’è bisogno fisicamente e quando c’è bisogno tecnicamente”. Così Dalmat si è trovato eroe per caso di un’Inter diversa, ma il titolo, sia ben chiaro è volutamente provocatorio. Il poliedrico centrocampista francese comunque una fortuna l’ha avuta, ed stata proprio quella di essere arrivato in punta di piedi, senza la pressione che aveva attanagliato Seedorf fin dalla prima ora. Nessuno l’ha mai aspettato come il salvatore della patria, almeno fino ad ora. Perché da adesso sarà tutto diverso e Stephane che ha classe, grinta e personalità, e che è un ragazzo intelligente, lo sa bene, tant’è che oggi in puro stile ‘calciatorese’ afferma “Devo ringraziare Tardelli, ma a essere sincero io stesso non pensavo di trovarmi così bene. Credevo che avrei avuto bisogno di più tempo per adattarmi al calcio italiano. Invece mi trovo già a meraviglia con tutti, anche se non mi sono ancora inserito appieno nella vita italiana. Ma se un campione come Zidane ha impiegato un anno per trovare la sua giusta dimensione a Torino, allora posso già dirmi soddisfatto”. Poi, sapendo cosa significhi Ronaldo per ogni cuore nerazzurro, ha già rilanciato con furbizia: “A quei tifosi che mi hanno detto che somiglio fisicamente a Ronaldo, dico che solo guardandoci da lontano possiamo essere confusi l’uno con l’altro. La verità è che di Ronie ce n’è uno solo: lui è un grandissimo, io sono solo Dalmat e lavoro ogni giorno per diventare grande, con l’Inter. Tornando a Ronaldo, avrò tempo per conoscerlo perché sono fiero di essere all’Inter e spero di meritare di restarci il più a lungo possibile. Ho enorme rispetto del senso di appartenenza ad una squadra. All’Inter vinciamo e perdiamo in diciotto perché in diciotto ci presentiamo alle partite cercando di fare del nostro meglio. Il gruppo è fondamentale anche per i successi individuali: io stesso sarei niente se non sentissi di appartenervi”. E l’Inter, che fortunatamente sta cambiando le folli strategie di mercato degli ultimi anni, fatte di calciatori acquistati e venduti a grappoli nello spazio di pochi mesi, lo ha già confermato per la prossima stagione. Se resterà Tardelli sulla panchina nerazzurra, il futuro tattico del francese è già scritto: ”Dalmat sta facendo benissimo, – ha ribadito – e per come gioca, non sembra neanche un nuovo acquisto. E’ un ragazzo a modo, molto educato. Tutti i compagni lo stanno aiutando. Ma può e deve fare di più. E’ continuo, però deve essere più determinato nel finalizzare l’azione, tirare in porta e convincersi che può diventare in Italia un giocatore da sette, otto gol a stagione. Possiede un dribbling rapido, è veloce, ed in questo momento gioca sulla fascia sinistra perché mi serve lì: salta l’uomo, va sul fondo e sa crossare nel mezzo. Ma il suo ruolo naturale è dietro le punte”. Dall’effetto Dalmat sembra essere stato beneficiato anche Lele Oriali che, secondo radio-mercato, stava per chiudere il suo rapporto con l’Inter, ma adesso le sue quotazioni, anche per l’operazione Dalmat-Vampeta, sembrano nuovamente in rialzo. Oriali sta lavorando a tempo pieno ad una nuova Inter che sarà più italiana, Materazzi è solo il primo acquisto, più turca, con Emre e Okan, e di nuovo francese: “La ricerca dei giovani comincia dalle nazionali dove ci sono persone che possono aiutarci, – anticipa – Frey e Dalmat, ad esempio, saranno utilissimi nel segnalare i migliori giovani francesi, ma al di la’ di Frey e Dalmat, stiamo seguendo tutte le principali under 21: in quella francese, ad esempio, ci sono giocatori molto interessanti, come Peter Luccin, centrocampista del Psg, Geremie Brechet, difensore del Lione, e Mathieu Berson, centrocampista del Nantes”. E chi seguirà Dalmat, non sarà più, come ormai non lo è più lui, un eroe per caso.
Quando l’Inter ne annunciò l’acquisto, a cavallo del nuovo millennio, erano in molti a ironizzare sull’ennesima ‘bufala’ di mercato. Ed in effetti, i motivi per pensar male c’erano tutti: Dalmat era seguito da circa due anni, e non solo da emissari nerazzurri, ma il suo carattere spigoloso aveva indotto molti a temporeggiare o addirittura a rinunciare. In più l’Inter aveva in casa l’imbarazzante problema Vampeta: accettato da Lippi, ma messo in naftalina da Tardelli, il brasiliano, pagato 35 miliardi, ci aveva pure messo del suo per mandare tutto all’aria e rischiava di trascinarsi da pensionato fino a giugno. Inoltre, Vampeta mica se ne stava zitto in un cantuccio, ma illustrava a tutti i piani di fuga. Ecco allora l’incastro magico trovato da Lele Oriali: la metà di Vampeta ai francesi del Paris Saint Germain in cambio del bizzoso ragazzo francese. Bizzoso e discontinuo, tant’è che il posto fisso mister Fernandez a Parigi pareva non garantirglielo più. Detto fatto dunque, con soddisfazione di tutti, di Vampeta, sparato a Parigi a tempo di record, di Oriali, che ha potuto così far recuperare all’ Inter buona parte del denaro speso per il brasiliano, di Tardelli, a cui Stephane nell’under 21 francese era proprio piaciuto, e di Dalmat appunto, felicissimo di cambiare aria, se non altro per allontanarsi dalla sua ingrata Francia che, dopo averlo coccolato come un campione, stava per appiccicargli addosso l’etichetta di promessa non mantenuta. Già perché in Francia Dalmat era partito a razzo, ma poi qualcosa o qualcuno aveva improvvisamente tirato il freno a mano. Mentre cominciava infatti, uno dei più grandi interpreti della coraggiosa Francia di Spagna ’82, Alain Giresse, si era espresso su di lui con parole deliziose come i suoi scambi con Platini: “Stephane” – aveva detto – “ha il talento per diventare un grandissimo del calcio francese!”. E in effetti, dietro alle parole di Giresse, c’ erano fatti concreti: nella sua prima stagione da professionista, con il Chateauroux, nel 1998, Dalmat era stato semplicemente devastante, tenendo in piedi la squadra da solo. L’anno successivo, il Lens aveva bruciato la concorrenza e lo aveva subito preso: ottimo investimento, visto che dai 7 miliardi e mezzo il suo valore era raddoppiato nello spazio di poche partite. Gli esperti di mercato, parlando di ventenni, cominciavano a definirlo il talento più interessante del calcio francese e, alle partite del Lens, lo seguivano da tutta Europa. Gli italiani, Inter in testa, erano tra i più assidui. Alla fine della stagione, Dalmat cambiò ancora squadra passando al Marsiglia, che però incappò in una stagione non felice e Stephane, pur offrendo un impegno nel complesso soddisfacente, non riuscì a convincere pienamente i suoi estimat ori. Molti si ritirarono ma non l’Inter che sembrò sul punto di acquistarlo nella primavera del 2000, ed invece, ecco il colpo di scena, ossia il tesseramento per il Paris Saint Germain. Il resto è storia di oggi, con le difficoltà nel PSG di Luis Fernandez e l’aggancio dell’Inter che arriva lo scorso Natale con un contratto in regalo. Dalmat non ci ha pensato due volte a varcare le Alpi diventando così l’undicesimo calciatore francese nella storia degli stranieri che hanno giocato all’Inter. A precederlo in maglia nerazzurra sono stati prima Istvan Nyers, francese di nascita ma in realtà apolide, e Antoine Bonifaci, poi Jocelyn Angloma, Youri Djorkaeff, Benoit Cauet, Zoumana Camara, Ousmane Dabo, Sebastien Frey, Mickael Silvestre e Laurent Blanc. Nessuno di questi però ha cambiato tante squadre in così poco tempo quante Dalmat, cinque in meno di quattro anni, ma adesso per Stephane è giunto il momento di disfare i bagagli. L’avventura nerazzurra è cominciata benissimo: esordio negli ultimi venti minuti di Inter-Bari e gol sfiorato con applausi a scena aperta. Si sa che, da quando l’Inter vive momenti difficili, il pubblico di San Siro non risparmia fischi e ironie soprattutto ai nuovi: il primo esame Dalmat lo ha superato davanti all’esigente pubblico interista. “So di poter giocare nel campionato italiano, – è stato il suo primo commento – “ e so anche di poter ricoprire vari ruoli a centrocampo”. Dolci parole per Marco Tardelli che vuole giocatori in grado di saper fare quasi tutto, anche in copertura , e comunque capaci di non rompere l’anima se vanno in panchina. E’ per questi motivi, più il primo che il secondo per la verità, che Clarence Seedorf è ‘saltato’ . A togliergli il posto è stata la decisione dichiarata (vedi Eurocalcio, n.2, ndr) di volersi specializzare come trequartista e di non gradire più altri ruoli a centrocampo. Con l’avvento di Dalmat, Seedorf ha chiuso con l’Inter e, ironia della sorte, il francese ha imparato a muoversi nei vari ruoli del centrocampo proprio studiando l’ olandese, o almeno, così dice lui:“Quando giocavo in Francia – ha confidato – il mio modello di calciatore era Clarence Seedorf . Sono felicissimo di averlo come compagno di squadra. E’ un campione da ammirare!” Adesso però tocca a Seedorf guardare Dalmat. Dal debutto con il Bari in gennaio, Dalmat è migliorato di gara in gara, da Bologna, la domenica successiva, si è imposto come titolare fisso. Dopo quel 3-0, una delle migliori partite della sua Inter, Tardelli ha sentenziato “Dalmat non è una sorpresa. Oriali lo seguiva già ; da tempo e Stephane sta dimostrando sul campo quanto di buono dicevano di lui i nostri osservatori. E’ chiaro che ci saranno anche momenti difficili per lui perché dovrà confermarsi a certi livelli”. Oggi Tardelli ribadisce l’importanza di Dalmat anche come uomo squadra: “ E’ un centrocampista che sa recuperare palla e riproporsi facendo girare bene la squadra. Dà una grossa mano al centrocampo: lui c’è quando c’è bisogno fisicamente e quando c’è bisogno tecnicamente”. Così Dalmat si è trovato eroe per caso di un’Inter diversa, ma il titolo, sia ben chiaro è volutamente provocatorio. Il poliedrico centrocampista francese comunque una fortuna l’ha avuta, ed stata proprio quella di essere arrivato in punta di piedi, senza la pressione che aveva attanagliato Seedorf fin dalla prima ora. Nessuno l’ha mai aspettato come il salvatore della patria, almeno fino ad ora. Perché da adesso sarà tutto diverso e Stephane che ha classe, grinta e personalità, e che è un ragazzo intelligente, lo sa bene, tant’è che oggi in puro stile ‘calciatorese’ afferma “Devo ringraziare Tardelli, ma a essere sincero io stesso non pensavo di trovarmi così bene. Credevo che avrei avuto bisogno di più tempo per adattarmi al calcio italiano. Invece mi trovo già a meraviglia con tutti, anche se non mi sono ancora inserito appieno nella vita italiana. Ma se un campione come Zidane ha impiegato un anno per trovare la sua giusta dimensione a Torino, allora posso già dirmi soddisfatto”. Poi, sapendo cosa significhi Ronaldo per ogni cuore nerazzurro, ha già rilanciato con furbizia: “A quei tifosi che mi hanno detto che somiglio fisicamente a Ronaldo, dico che solo guardandoci da lontano possiamo essere confusi l’uno con l’altro. La verità è che di Ronie ce n’è uno solo: lui è un grandissimo, io sono solo Dalmat e lavoro ogni giorno per diventare grande, con l’Inter. Tornando a Ronaldo, avrò tempo per conoscerlo perché sono fiero di essere all’Inter e spero di meritare di restarci il più a lungo possibile. Ho enorme rispetto del senso di appartenenza ad una squadra. All’Inter vinciamo e perdiamo in diciotto perché in diciotto ci presentiamo alle partite cercando di fare del nostro meglio. Il gruppo è fondamentale anche per i successi individuali: io stesso sarei niente se non sentissi di appartenervi”. E l’Inter, che fortunatamente sta cambiando le folli strategie di mercato degli ultimi anni, fatte di calciatori acquistati e venduti a grappoli nello spazio di pochi mesi, lo ha già confermato per la prossima stagione. Se resterà Tardelli sulla panchina nerazzurra, il futuro tattico del francese è già scritto: ”Dalmat sta facendo benissimo, – ha ribadito – e per come gioca, non sembra neanche un nuovo acquisto. E’ un ragazzo a modo, molto educato. Tutti i compagni lo stanno aiutando. Ma può e deve fare di più. E’ continuo, però deve essere più determinato nel finalizzare l’azione, tirare in porta e convincersi che può diventare in Italia un giocatore da sette, otto gol a stagione. Possiede un dribbling rapido, è veloce, ed in questo momento gioca sulla fascia sinistra perché mi serve lì: salta l’uomo, va sul fondo e sa crossare nel mezzo. Ma il suo ruolo naturale è dietro le punte”. Dall’effetto Dalmat sembra essere stato beneficiato anche Lele Oriali che, secondo radio-mercato, stava per chiudere il suo rapporto con l’Inter, ma adesso le sue quotazioni, anche per l’operazione Dalmat-Vampeta, sembrano nuovamente in rialzo. Oriali sta lavorando a tempo pieno ad una nuova Inter che sarà più italiana, Materazzi è solo il primo acquisto, più turca, con Emre e Okan, e di nuovo francese: “La ricerca dei giovani comincia dalle nazionali dove ci sono persone che possono aiutarci, – anticipa – Frey e Dalmat, ad esempio, saranno utilissimi nel segnalare i migliori giovani francesi, ma al di la’ di Frey e Dalmat, stiamo seguendo tutte le principali under 21: in quella francese, ad esempio, ci sono giocatori molto interessanti, come Peter Luccin, centrocampista del Psg, Geremie Brechet, difensore del Lione, e Mathieu Berson, centrocampista del Nantes”. E chi seguirà Dalmat, non sarà più, come ormai non lo è più lui, un eroe per caso.