Il bilancio viene prima del cuore
Pubblicato su Tuttosport, rubrica Inter nos – 13 giugno 2001
Due striscioni sventolavano nello stadio di Bari, torrido e deserto: “Zanetti non si tocca!” e “Recoba vattene!” . Sembrano avere le idee chiare i pochi interisti che hanno deciso di seguire la squadra in Puglia. Poi Recoba ha fatto due gol e gli striscioni sono spariti. Ma la società ha idee diverse. Alvaro Recoba, blindato da un contratto importante, è incedibile per mille motivi ed è atteso l’anno prossimo alla prova del fuoco. O diventa un fuoriclasse o chiude con l’Inter. Glielo ha detto, a brutto muso, anche il procuratore Paco Casal, suo mentore, in un albergo milanese. E Recoba in questi giorni ha la faccia triste, perché è troppo intelligente per far finta di nulla: sa di non aver mantenuto le promesse e che adesso il credito è finito. Anche Javier Zanetti in questi giorni ha una faccia che parla da sola e ha aperto bocca solo per precisare di non aver mai detto che l’Inter stia pensando di cacciarlo: è vero, non lo ha mai detto in conferenza stampa, ma basta guardarlo negli occhi per capire quello che sta pensando e passando. Zanetti è giù di corda dalla sera del derby della vergogna. Dall’11 maggio sono in molti ad aver capito che le giustificazioni sono finite e che la società sta per presentare il conto. Zanetti però spera di non essere tra quelli che il conto stanno per pagarlo. Spiegare perché il capitano, dopo sei anni, non è più intoccabile è semplice: a parte Vieri, Frey, Cordoba e Dalmat, è lui l’unico giocatore ad avere un’ottima valutazione di mercato. Costato solo 5 miliardi nel ’95, oggi Zanetti vale fino a dieci volte tanto. E Real Madrid e Barcellona, che lo corteggiano da tempo, stanno per sferrare l’ultimo assalto. Si dice che Zanetti sia gradito al connazionale Cuper, mentre per Massimo Moratti il problema neanche si pone: Zanetti è stato il primo acquisto della sua gestione e, se giocasse in attacco, sarebbe interista a vita. Ma ora anche il mercato dell’Inter guarda al bilancio e dire di no a 50 miliardi, anche solo per questioni sentimentali, non è semplice. In più c’è un altro problema molto serio: le difficoltà di manovra sul mercato in uscita. All’Inter infatti ci sono troppi giocatori destinati a non poter essere nemmeno proposti sul mercato, o perché blindati da contratti pluriennali o perché, detto brutalmente, non li vuole nessuno. Così il bilancio stavolta viene prima del cuore. E a proposito di cuore, non è piaciuta ai tifosi l’ultima uscita di Frey che ha gettato qualche ombra sul suo futuro nerazzurro smentendo poi subito. Adesso pure la faccia di Frey tradisce un certo imbarazzo, perché anche una confidenza di questi tempi può far male. Intanto Vieri, secondo il direttore interista del TG5 Enrico Mentana, continua ad avere la faccia di uno che vuole andare via. Ma in realtà quella di Vieri è la faccia di sempre, l’unica impenetrabile. A Bari l’Inter ha conquistato l’Uefa, il traguardo minimo in una stagione da dimenticare. Ora l’ordine di scuderia è di arrivare davanti al Milan, anche se ci vuole ben altro per cancellare l’umiliazione nel derby e una stagione mediocre. Ci vogliono facce diverse, alcune nuove, ma tutte convinte di voler bene all’Inter.