Coco: ‘Non solo Bobo!’
Pubblicato su Tuttosport, rubrica Inter nos – 4 ottobre 2002
“Vieri dà sicurezza, è importantissimo e spesso fa la differenza. Ma non dobbiamo pensare che sia fondamentale. Se quando lui non c’è, noi entriamo in campo preoccupati, siamo finiti”. Parole e musica di Francesco Coco all’indomani del primo stop stagionale contro il Lione, la prima sconfitta casalinga dell’Inter nella storia della Coppa dei Campioni. Lo stop forzato di Bobo, con la prima sconfitta della stagione, ha rilanciato il tema della Vieri-dipedenza, un tema che Coco spazza via come un pallone in area di rigore: “Vieri ci dà tantissimo ed è ovvio che la sua mancanza si senta – attacca – è naturale. E’ come se mancasse Del Piero alla Juventus o un Maradona o uno Zico alle altre squadre. Ma qui c’è anche Crespo con tanti altri campioni. La squadra crede molto in Crespo. Con il Lione non stava benissimo, ma finora ha saputo essere determinante”.
Manca Vieri e l’Inter ha perso: pura coincidenza?
“E’ per questo che si dice che l’Inter sia Vieri-dipendente, perché abbiamo perso la prima partita ufficiale e Bobo non c’era. Ma non è così. Ognuno a suo modo può essere decisivo, come Recoba e Di Biagio con lo Sporting Lisbona, come Crespo a Trondheim e con l’Ajax. Non si può proprio dire che senza Vieri diventiamo una squadra mediocre”.
Perché con lo stesso modulo avete giocato partite così diverse, tra Chievo e Lione?
“Non credo abbia perso il modulo. E’ il modulo che tutti volevano, ma con il Lione è andato tutto male. Ma non siamo certo in crisi: siamo primi in campionato e più che mai in lotta per la Champions League. Fa male perdere come con il Lione, ma abbiamo perso solo una partita, restiamo in corsa in tutto”.
Preoccupato per il futuro in Champions League?
“No, anche se sulla carta abbiamo due trasferte difficili. Ma se ritroviamo la convinzione giusta, quella che non si è vista con il Lione, il turno lo passiamo. E’ questione di mentalità, di voglia di vincere”.
E anche di stanchezza? La stagione è appena iniziata.
“E’ appena iniziata, ma è iniziata forte. Siamo partiti tutti a razzo, con partite ogni due o tre giorni. E’ inevitabile che giocando così tanto possa subentrare un po’ di stanchezza. Ma è un problema generale. E poi, se si è stanchi, bisogna tirar fuori qualcosa di più: serve la volontà, quella vista fino alla partita con il Chievo. Tocca a noi ritrovarla subito, domenica a Piacenza”.
A Piacenza pensi che Cuper confermerà lo stesso modulo?
“Si vedrà. Abbiamo fatto vedere di poter giocare a tre e a quattro, anche in base all’avversario. Tocca a Cuper decidere e noi siamo qui per seguirlo fino in fondo”.
Continui a preferire la difesa a quattro?
“Ho giocato due anni con la difesa a tre e con i meccanismi giusti non c’è grande differenza tra i due moduli. Certo, a tre, il mio ruolo richiede un maggior dispendio di energie. E’ un lavoro più duro, si corre molto di più e bisogna essere al cento per cento”.
Però il vero Coco non si è ancora visto qui all’Inter.
“Siamo appena a inizio stagione. Io sono in una squadra nuova e l’ambientamento è andato benissimo, ma non è sufficiente. Ogni giocatore deve trovare il suo assetto, anche con i compagni. Ho avuto problemi fisici durante la preparazione e anche recentemente. Finora ho fatto sei, sette partite ufficiali, e mi sembra un po’ prematuro dare dei giudizi. So che devo migliorare di partita in partita e so anche che farò benissimo qui. Non ho dubbi.
Anche i compagni dovrebbero cercarti di più?
“Fa parte dello stesso discorso. Anche questa è una questione di tempo. Di Biagio ad esempio appena mi vede so che cerca sempre di lanciarmi ma a volte è questione di tempi d’inserimento o di meccanismi. Cose che si trovano e si migliorano giocando insieme. Domenica, a Piacenza sarà tutto diverso”.
Manca Vieri e l’Inter ha perso: pura coincidenza?
“E’ per questo che si dice che l’Inter sia Vieri-dipendente, perché abbiamo perso la prima partita ufficiale e Bobo non c’era. Ma non è così. Ognuno a suo modo può essere decisivo, come Recoba e Di Biagio con lo Sporting Lisbona, come Crespo a Trondheim e con l’Ajax. Non si può proprio dire che senza Vieri diventiamo una squadra mediocre”.
Perché con lo stesso modulo avete giocato partite così diverse, tra Chievo e Lione?
“Non credo abbia perso il modulo. E’ il modulo che tutti volevano, ma con il Lione è andato tutto male. Ma non siamo certo in crisi: siamo primi in campionato e più che mai in lotta per la Champions League. Fa male perdere come con il Lione, ma abbiamo perso solo una partita, restiamo in corsa in tutto”.
Preoccupato per il futuro in Champions League?
“No, anche se sulla carta abbiamo due trasferte difficili. Ma se ritroviamo la convinzione giusta, quella che non si è vista con il Lione, il turno lo passiamo. E’ questione di mentalità, di voglia di vincere”.
E anche di stanchezza? La stagione è appena iniziata.
“E’ appena iniziata, ma è iniziata forte. Siamo partiti tutti a razzo, con partite ogni due o tre giorni. E’ inevitabile che giocando così tanto possa subentrare un po’ di stanchezza. Ma è un problema generale. E poi, se si è stanchi, bisogna tirar fuori qualcosa di più: serve la volontà, quella vista fino alla partita con il Chievo. Tocca a noi ritrovarla subito, domenica a Piacenza”.
A Piacenza pensi che Cuper confermerà lo stesso modulo?
“Si vedrà. Abbiamo fatto vedere di poter giocare a tre e a quattro, anche in base all’avversario. Tocca a Cuper decidere e noi siamo qui per seguirlo fino in fondo”.
Continui a preferire la difesa a quattro?
“Ho giocato due anni con la difesa a tre e con i meccanismi giusti non c’è grande differenza tra i due moduli. Certo, a tre, il mio ruolo richiede un maggior dispendio di energie. E’ un lavoro più duro, si corre molto di più e bisogna essere al cento per cento”.
Però il vero Coco non si è ancora visto qui all’Inter.
“Siamo appena a inizio stagione. Io sono in una squadra nuova e l’ambientamento è andato benissimo, ma non è sufficiente. Ogni giocatore deve trovare il suo assetto, anche con i compagni. Ho avuto problemi fisici durante la preparazione e anche recentemente. Finora ho fatto sei, sette partite ufficiali, e mi sembra un po’ prematuro dare dei giudizi. So che devo migliorare di partita in partita e so anche che farò benissimo qui. Non ho dubbi.
Anche i compagni dovrebbero cercarti di più?
“Fa parte dello stesso discorso. Anche questa è una questione di tempo. Di Biagio ad esempio appena mi vede so che cerca sempre di lanciarmi ma a volte è questione di tempi d’inserimento o di meccanismi. Cose che si trovano e si migliorano giocando insieme. Domenica, a Piacenza sarà tutto diverso”.
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