12C: Cagliari-Inter 3-3
Giuro. Non si sa più cosa fare. Questa volta per sfatare la sindrome da pareggio Qui studio a voi Stadio aveva anche fatto le cose in grande rispetto alle altre trasferte extraregionali, muovendo l’artiglieria pesante. Artiglieria pesante, nel nostro gergo, significa apertura di un ponte video con lo stadio Sant’Elia di Cagliari grazie all’interconnessione con la prestigiosa consorella sarda Videolina e invio sul posto dell’inviato da Milano. Fuori dal Nord-Italia ci si muove in questo modo, ovviamente più costoso, solo quando leggi, decreti e satelliti lo permettono e quando l’evento lo merita. Sentivamo che questa era l’occasione buona: “Ma dài” – ci si diceva – “Vuoi che l’Inter pareggi ancora? Per la decima volta? Ma no, magari perde a Cagliari ma poi vince le successive due, che è sempre meglio che pareggiarne tre, il doppio dei punti!”. E invece no, cazzo! Altro che ponte video Milano-Cagliari, altro che artiglieria pesante. L’Inter ha pareggiato ancora! Ho sempre detto che dal punto di vista giornalistico quella nerazzurra resta la squadra più affascinante del globo terracqueo! Ma chi vi regala una notizia al giorno, una sorpresa al minuto, con dieci, dico dieci pareggi, su dodici gare di campionato? Nessuno, ne sono certo. E il bello è che questa volta è un pareggio d’oro per come si era messa: finora parlavamo di rimonte subite, anche da un doppio vantaggio, vedi Lecce e Roma, stavolta, trattasi di rimonta compiuta sul doppio vantaggio altrui! Ci sono due certezze: la prima è che solo una squadra unita, a livello di gruppo, riesce ad arrampicarsi fino al 3-3 dall’1-3 e cerca pure di vincere 4-3 nell’extratime. La seconda è che nessuno, dico nessuno, nè Mancini nè i giocatori, nè le squadre avversarie, nè tantomeno i soliti soloni del giornalismo trombone, riescono a capire perché l’Inter continui a pareggiare in ogni modo possibile. Scherzando, stamane all’alba, mentre prendevo l’aereo da Linate per Cagliari Elmas, ho risposto ad un tifoso che mi chiedeva come sarebbe andata a finire, neanche fossi un mago. “Finisce 4 a 4!” – ho risposto. Beh, mica ho poi sbagliato di molto. Il bello è che l’ho detto per fare una battuta, ridendo. Già perché l’Inter riesce sempre a far ridere o piangere, a seconda dei punti di vista. E la cosa divertente è che quella vista a Cagliari doveva essere la scelta difensiva definitiva del Mancio: la stessa difesa di Valencia e di Bergamo, due gare vinte. Una difesa che oggi però ha beccato tre reti, ripetendo il record di Roma. Ora si riprende, al di là della Coppa Italia di domenica prossima, il 28 novembre in posticipo contro la Juventus: lì almeno la banda Mancini potrà vedere la Vecchia Signora da vicino, visti i 15 punti di distacco in classifica. Non faccio pronostici, anche se mi verrebbe da dire 5 a 5! Spero che questa sosta, anche se mancheranno tanti nazionali, possa servire per mettere a punto la famigerata fase difensiva che, evidentemente non è prevista nel regolamento della squadra voluto dal Mancio. Chiudo con un paio di considerazioni sui singoli: ho avuto anch’io qualche conferma, positiva e negativa: Stankovic, se sta bene, è uno di cui ci si può sempre fidare; Martins vede meglio la porta da lontano che da vicino; Burdisso non è proprio, anzi diciamo, non è ancora un ottimo difensore. Quest’ultima conferma mi dà un po di tristezza, perché se andate a rileggervi i miei editoriali estivi invitavo tutti alla prudenza sulle qualità di questo difensore, che per molti era il nuovo Samuel, il nuovo Nesta e altre amenità del genere. Dicevo di giudicarlo nel nostro campionato. Bene, a Cagliari, Burdisso è stato un disastro ferroviario: non è veloce come si credeva, non è bravo sui palloni alti come si credeva, e un Langella qualsiasi, sia detto con il massimo rispetto, lo ha fatto nero! Al proposito l’amico Rob, presenta nella sua vignetta un inedito Mancini versione ‘Gladiatore’ che si difende come può da un’arma terribile e a lui ancora sconosciuta: la ‘Langella’. Cattivo pensiero in conclusione: a differenza di alcuni che mi scrivono oggi solo per compiacersi perché a giugno avevano vaticinato l’ennesima campagna acquisti fallimentare di Moratti o l’inettitudine di Mancini su una grande panchina o la fine calcistica di Vieri, io non mi compiaccio di aver nutrito in tempi non sospetti dubbi su Burdisso. Anzi mi rende nervoso il fatto che le mie risposte estive sul forum a proposito di Burdisso siano oggi così attuali. Infatti spero proprio di essere smentito al più presto, per il bene dell’Inter e di Burdisso stesso. Tengo a precisare che non c’è un premio per chi in estate ha detto che l’Inter avrebbe fatto pietà anche quest’anno e oggi quasi gode del distacco in classifica da Milan e Juve: capirai, che maghi! Lo sa pure mia sorella, che crede che il calcio sia un minerale, che per vincere subito occorrono basi che all’Inter mancano da anni, ma è anche vero che un ambiente sereno e fiducioso a tutti i livelli può far miracoli. I signori intenditori di calcio per una che ne indovinano, ne sbagliano cento, e se ne dimenticano pure, presi come sono a dire: “Io l’avevo detto!” Io invece sono ancora così pazzo da pensare che, dopo quanto è successo finora, l’Inter non pareggerà mai più nei prossimi dieci anni, al punto che dovranno chiamare statistici e matematici da tutto il mondo per capire perché l’Inter non sia più in grado di chiudere una gara con lo stesso punteggio dell’avversario. In realtà io vorrei solo che l’Inter tornasse a vincere subito e a lungo, anche se non potrò dire di averlo detto per primo.
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