14C: Inter-Messina 5-0
Inter-Messina 5-0. Da più di un mese e mezzo non si vinceva in campionato, da Inter-Udinese 3-1 del 17 ottobre, sesta giornata. Un’eternità, da lì sette pareggi. Stasera il botto, anzi cinque botti, uno più forte dell’altro. Botti di passione, che son gli unici che amo sentire negli stadi. Stasera, al di là del valore non eccelso dell’avversario, diciamolo subito, si è vista un’Inter che ha rasentato la perfezione. Tre gol Adriano, che se n’è mangiati almeno altrettanti, ma è saldamente capocannoniere con 13 reti in 14 gare, un altro gol Sinisa Mihajlovic, giunto a quota 26 su punizione, record tra i giocatori in attività, meglio di Zola e Del Piero, un altro gol Vieri, autore di un’altra ottima partita. Un gol dei suoi, alla Vieri ‘vecchia maniera’, a dimostrazione che la buona forma fisica è indissolubilmente connaturata al bomber di razza. Con Bobo ho parlato al telefono dopo la partita, perché ultimamente ci capivamo poco: ho risentito il Bobo che conoscevo ed è stato bello risentirlo così! Mancini ha spiegato che più che stasera l’Inter ha svoltato negli ultimi venticinque minuti con la Juventus. Spero davvero in una strada che non sia l’ennesimo vicolo cieco. Ho titolato ‘Ritorno al futuro’, perché l’Inter, come detto, è tornata finalmente alla vittoria e perché mi auguro che il futuro sia colmo di vittorie. Ma non bisogna lasciarsi andare a facili entusiasmi, perchè non è mai detta l’ultima: questo è il senso della vignetta di Rob, che si rifà al titolo di questo editoriale con una sua personalissima rivisitazione del quadro di controllo dei ‘circuiti temporali’ della De Lorean: guardate il giorno e l’ora di destinazione. Ancora una volta Mancini ha spiazzato tutti rispetto alle attese: ha riposto il tridente che aveva provato tutta la settimana solo per l’indisponibilità di Oba Martins, al centro di una vicenda un po’ strana, ma io faccio il giornalista e il mestiere mi rende particolarmente curioso. Si parla di accertamenti personali al fegato e di un farmaco che gli sarebbe stato somministrato, a rischio collaterale con la rigida normativa doping. Sarà, ma è inusuale che la vicenda sia stata resa nota solo poche ore prima della gara. Bene ha fatto comunque l’Inter a non correre nemmeno il più piccolo rischio, coi tempi che corrono. Tornando alla partita tutti i giocatori impiegati sono stati largamente superiori alle medie, ma il distacco da Juventus e Milan resta talmente ampio da attendere un primo accorciamento della classifica per valutare un effettivo cambio di passo. Certo, alcune scelte di Mancini sono state pienamente premiate: il tandem Vieri-Adriano, che ha messo Recoba in una situazione sempre più difficile, anche alla luce del fatto che senza Martins l’annunciato tridente con il Chino non è stato nemmeno preso in esame. Poi Mihaijlovic, che senza Veron ha ‘lanciato’ da vero regista arretrato, relegando però Materazzi ancora in panchina, la coppia incontrista Cambiasso-Cristiano Zanetti, la stessa della vittoria contro l’Udinese, ma qui il turn-over con Davids può anche essere normale ed infine l’esordio di Fabian Carini, a causa dell’espulsione di un Francesco Toldo comunque positivo. Carini non ha preso gol e ha pure parato un rigore che Collina poteva anche evitare di far ribattere: difficile per un portiere sognare miglior esordio! Una serata di grazia insomma, con l’attacco di gran lunga il migliore in assoluto del campionato, con 30 gol realizzati, e la difesa, ancora la peggiore con 22 reti subite nel momento in cui scrivo, finalmente imbattuta. L’inconsistenza dell’avversario non consente in ogni caso di tranciare giudizi sufficientemente precisi, ma 5-0 non è certo un risultato normale nel campionato italiano e, conoscendo l’Inter, c’era pure da aspettarsi che potesse finire 5-5. Forse che anche l’Inter stia cominciando a ricordare il vecchio slogan pubblicitario ‘Noi siamo scienza, non fantascenza’?
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