31C: Inter-Cagliari 2-0
Altri tre punti recuperati al Milan, dopo i due recuperati settimana scorsa sulla Juventus e sullo stesso Milan nelle ultime due giornate, dimostrano che l’Inter ha tutte le risorse per chiudere la stagione in crescendo. Ovvio che non mi riferisco ad alcun sogno proibito ma all’esigenza, inderogabile, di chiudere il campionato al terzo posto e con il minor divario possibile dal duo di testa. Nel girone di ritorno l’Inter ha raccolto finora gli stessi punti del Milan e un punto meno della Juve, ad ulteriore dimostrazione che il campionato si è perso nella prima parte del girone di andata. E, a otto giornate dalla fine, consolidare il terzo posto, rintuzzando gli assalti di Sampdoria, Udinese e Palermo, è vitale anche per il giudizio finale sul lavoro di Mancini da parte della società, fermo restando l’obbligo morale di vincere la Coppa Italia. Il 2-0 sul Cagliari, con reti di Ze Maria e Martins, vale infatti come prova generale per la semifinale del torneo della coccarda tricolore che, a metà maggio, rivedrà i nerazzurri opposti proprio al Cagliari. Intanto l’Inter perde i pezzi: dopo Stankovic, e Adriano, si sono bloccati anche Materazzi per una distorsione al ginocchio sinistro e Van der Meyde per un risentimento agli adduttori che potrebbe essere più grave del previsto. Inizialmente ha sorpreso l’ennesima esclusione di Vieri contro il Cagliari ma, una volta entrato, Bobo è parso ancora lontano dalla piena ripresa. Ora non c’è nemmeno il tempo di tirare il fiato perché già mercoledì a Torino va in scena l’ennesima edizione del derby d’Italia con l’Inter che l’anno scorso raccolse una delle vittorie più belle e convincenti degli ultimi anni e che ora riserva alla squadra di Mancini il ruolo di arbitro dello scudetto. Chiudo con un accenno al pubblico che oggi è stato straordinario, malgrado la delusione per una stagione che poteva e doveva essere diversa. Il tam-tam dei giorni scorsi era stato un po’ inquietante, ma ora che è tutto finito, pubblico volentieri l’ironica vignetta dell’amico Rob, anche perché tutto lo stadio, curva compresa, ha incitato la squadra, anche se ho notato vuoti preoccupanti tra un settore e l’altro. Non so se sia un segnale di disaffezione: mi piace pensare che appartengo sempre e comunque ad una tifoseria di gente per bene che, se deve protestare, sa farlo civilmente. Magari anche restando a casa.
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