Chi è il campione?
Lo sfogo di Ledesma dopo Lecce-Roma ha riproposto la domanda di sempre. Chi è il campione? E’ un giocatore con doti tecniche molto al di sopra della media, punto e a capo, o anche un uomo-simbolo a tutto tondo, fulgido esempio morale, archetipo di valori sportivi che fuoriescono dal campo e pervadono la vita di tutti i giorni? Insomma, se pensate ad un campione vi viene in mente Alessandro Del Piero o Francesco Totti? Se il campione va considerato tale anche fuori dal campo, e quindi votate Del Piero, caro Francesco proprio non ci siamo. Certo Del Piero è in evidente crisi tecnica, come ricorda l’amico Rob nella sua vignetta odierna ispirata all’immortale lavoro musicale dei Pink Floyd, ma fuori dal campo resta inattaccabile. Per Totti invece le cose stanno diversamente. Lo sputo a Poulsen agli Europei, con l’inevitabile squalifica, si credeva fosse stato l’epilogo di una serie di comportamenti non sempre da campione vero. “Totti” – ha confidato anche il ct della nazionale Marcello Lippi – “Oggi all’estero ha un’immagine un po’ appannata!”., pur avendo l’attenuante tutt’altro che generica dei falli, fallacci, botte e bottacce che subisce ad ogni gara. Nessuno viene picchiato tanto e quanto lui dagli avversari. Ma anche questo, perché? Perché un Ledesma qualsiasi di colpo perde la testa e profana il campione? Quali insulti sussurra Totti nelle sue orecchie come forse in quelle di tanti avversari? Sarebbe bello parlare di Totti soltanto per il bene che parte dai suoi piedi, mai per il male che esce dalla sua bocca: i “vaffanculo” agli arbitri sono diventati proverbiali e non riguardano solo Totti: Vieri e Inzaghi, per dirne due a caso, gli fanno una bella concorrenza, ma è facile rovinare un’immagine faticosamente costruita sulla classe e oggi l’immagine di Totti non è certo cristallina, anche se il calcio non è più quello di Scirea.
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