RitFCI: Inter-Roma 1-0. All’Inter la Coppa Italia 2004-05!
Inter, vincitrice Coppa Italia 2004-05. Comincio riproponendo la vignetta che l’amico Rob aveva confezionato per la vigilia della doppia sfida con la Roma, che ripubblico perché è piaciuta moltissimo. E’ la riproposizione ‘interista’ di un noto dipinto del pittore francese Theodore Gericault, ‘La Zattera della Medusa’, dove Rob immaginava la Coppa Italia come il sole che riscaldava la tiepida stagione dell’Inter. E ora che questa ‘coccarda solare’ splende davvero sull’Inter, mi sto ripetendo ‘Inter, vincitrice Coppa Italia 2004-05′ dal fischio finale della partita di San Siro contro la Roma, risolta ancora una volta da una punizione decisiva di Sinisa Mihajlovic, che i giallorossi li aveva già affondati nello stesso modo due volte in campionato. Sto ripetendomelo, giusto, per capire l’effetto che fa! Perché onestamente non ero più abituato ad accostare le parole ‘Inter’ e ‘vincitrice’. Da alcuni anni correvano su due binari paralleli, senza mai incontrarsi. E poterle ritrovare insieme fa un bell’effetto! La Coppa Italia rappresenta certamente l’ultimo gradino nella scala dei valori di una grande, o forse sarebbe meglio dire il primo, pensando al futuro, ma ha ragione Moratti a ribadire quello che sostengo da tempo: serviva vincere un trofeo, anche il meno significativo, per invertire una tendenza negativa. E questa Coppa Italia rappresenta un momento fondamentale soprattutto dal punto di vista psicologico, per spezzare una catena, per spazzar via una pericolosa accettazione della non vittoria, persino incoraggiata da alcuni tifosi intellettuali come momento catartico e filosofico. Ho sentito in questi ultimi anni amenità del tipo “non vincere ha il suo fascino” oppure “la lontananza dal successo rende puri”: andassero tutti affanculo! Si, affanculo! Per me fare calcio vuol dire vincere, non dico sempre, ma un po’ più spesso che mai! Faccio un esempio pratico, visto che sul tema ho discusso recentemente ad un convegno in Bocconi con Nando Dalla Chiesa, tifoso nerazzurro VIP: se servisse prendere Moggi per vincere uno scudetto subito, io lo prenderei al volo, mentre lui, come tanti altri, piuttosto preferisce non vincere nulla, in nome di una non bene identificata purezza. Io invece posso provare magari a fare il puro, chissà che vuol dire poi, in un ambito più importante del calcio, dove invece conta vincere. Dove una squadra come l’Inter, ricordo per l’ennesima volta, è diventata l’Inter grazie alle vittorie e non certo per ragioni pseudo-filosofiche. Quindi, se l’Inter non vince con una certa regolarità, fallisce, sportivamente parlando. E negli ultimi anni, sembrava proprio che sull’Inter volteggiassero spiriti maligni, animati da errori di mercato e di programmazione, e da deficienze tecniche prima ancora che da malasorte. Era ed è stato importante tirare una riga. L’Inter, e con lui Mancini, ha dimostrato che si può ancora vincere. E vado orgoglioso di questa squadra e del suo allenatore che, da novembre a oggi, hanno fatto cose egregie, tali da credere ad un futuro da veri protagonisti, finora solo sognato. Ovvio che i tifosi avversari, tanto efficacemente gufati dagli interisti, abbiano provato a ripagarli senza esito con la stessa moneta. Il giovane Mancio, che continua a stare antipatico ai nostalgici di un passato fatto di niente in termini di albo d’oro, mi ha restituito un’Inter in cui credere davvero, una squadra che non è mai stata umiliata da nessuno, una squadra che ancora corre, anche se ha cominciato prima di tutte le altre e ha finito dopo tutte le altre, giocando più partite di tutte le altre, una squadra che, finalmente, ha acquisito sicurezza nei propri mezzi, che è poi l’anticamera della grande personalità. E questo, credetemi, è dovuto anche all’arrivo degli ex laziali, che aveva scandalizzato molti. Mihajlovic, Favalli, Veron e Stankovic, pur con i loro acciacchi, penso agli anni di Sinisa e Beppe, e le loro sofferenze, penso ai problemi fisici di Dejan e di Juan Sebastian, hanno portato a questa squadra il contributo fondamentale di chi, avendo già vinto nella propria vita, sa cosa si deve fare per rivincere. E il Mancio, che ha fatto giocare l’Inter meglio di tutti i suoi recenti predecessori, e che ha vinto più di tutti i suoi recenti predecessori, ha regalato alla città di Milano l’unico trofeo stagionale. E ora merita rispetto e un sincero ringraziamento, con l’augurio che sia solo l’inizio. Certo, lo capisce anche un cretino che la Coppa Italia non è la Champions League e neppure lo scudetto, ma se fosse finita come sempre? Cioè, con lo scudetto alla Juve, la Champions League al Milan e un cazzo all’Inter? Stavolta, sulle prossime maglie nerazzurre ci sarà una coccarda tricolore! Inter, vincitrice Coppa Italia 2004-05!
Ciao Gian Luca…ma che bello dài!
Il fatto che fuori c’era casino come uno scudetto la dice lunga su quanto siamo “affamati”… Finalmente una serata dove tutto è andato come ci si aspettava, senza i clamorosi colpi di scena alla quale eravamo abituati (capitano ad altri ora….), ma la cosa più bella è che ciò sta accadendo in realtà da parecchie partite, solo che tutto assume il suo reale valore quando si conquista qualcosa…pur piccolo che sia,ma ricco di significato secondo me.
Ora speriamo solo in un mercato che non stravolga ma corregga…sarebbe veramente l’ultima cosa assieme ad un po di fortuna….ed un rientrante Coco..(scherzo!).
Un saluto, Daniele