32C: Inter-Palermo 2-2
Secondo pareggio consecutivo per un’Inter che sta gradualmente rallentando la sua corsa, tenendo comunque vivo l’incredibile traguardo finale della quota 100 punti. Ma sarebbe sufficiente, per chi è appassionato anche di record numerici, superare i 91 punti stabiliti dalla Juventus un anno fa. Al momento l’Inter è a 81 punti con lo scudetto che potrebbe essere conquistato matematicamente mercoledì a San Siro la con Roma nel recupero della 22.a giornata. Contro il Palermo l’Inter ha giocato un primo tempo decisamente sottotono, che ha fatto infuriare Mancini: rosanero subito in vantaggio con Caracciolo e al raddoppio con Zaccardo poco prima dell’intervallo. Un risultato, per certi versi sorprendente, che ha avvalorato i sospettacci dei maligni capaci di credere sul serio che l’Inter volesse perdere con il Palermo all’inutile scopo di intralciare la corsa del Milan verso il quarto posto finale. Una tesi che, tanto per non fare giri di parole, giudico incredibilmente idiota perché Mancini e la squadra, con tutto quello che gli si è rimproverato per questo campionato e per quello precedente assegnato a tavolino, non potrebbero mai barattare l’arrivo a fine torneo senza sconfitte e magari a 100 punti, con il Palermo che non riuscirebbe mai a soffiare al Milan il piazzamento valevole per la Champions. Di qui alla fine, il Milan farà comunque più punti del Palermo perché, a differenza dei rivali, è decisamente più in palla e deve giocare pure una gara in più. Quindi la tesi non regge, anche per quelli che antepongono il tifo contro al tifo pro, e che sarebbe meglio si facessero vedere da un medico anziché parlare di calcio. Di qui alla fine l’Inter proverà a sputare sangue per non lasciare agli altri nemmeno una briciola, proprio per rendere eterni i primati già stabiliti. Non a caso la ripresa con il Palermo l’Inter l’ha giocata alla morte, con Mancini che ad un certo punto ha pure inserito Stankovic e Ibrahmovic insieme a Cruz e Adriano, che poi hanno pareggiato, ispirati da un Figo in forma ditirambica. Ciò non toglie che la squadra cominci ad essere un po’ stanca e forse inconsciamente appagata davanti alla concreta possibilità, caso unico nella storia della serie A, di festeggiare lo scudetto già mercoledì con addirittura sei giornate di anticipo. Dispiace per Crespo che nel primo tempo aveva vanamente protestato con l’arbitro Rizzoli per un rigore più che sospetto e che sarà costretto a saltare la partita con la Roma. Nel finale di gara si poteva pure vincere, ma va benissimo così: l’importante è non avere ancora perso nemmeno una delle 31 partite sin qui disputate in campionato e prepararci al meglio per il mercoledì da leoni che ci aspetta. Come nella stagione 1988-89 con Trapattoni in panchina e il Napoli come avversario, l’Inter di Mancini ha la facoltà di prendersi lo scudetto proprio nel giorno in cui si confronta a San Siro con la sua miglior rivale. Tutti gli altri stanno a guardare, come poi toccherà a noi nel caso dei campioni d’Europa in pectore, allo scopo di carpirne i segreti che, a sentire in giro, stanno per condurli, ancora una volta, sul tetto d’Europa e del Mondo.
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