2008-09/1C: Sampdoria-Inter 1-1
Sull’1-1 d’esordio di Marassi dovessi fare un titolo scriverei ‘Niente di speciale’, giocando naturalmente sull’epiteto ‘Special-one’ di Mourinho. Niente di speciale, perché l’Inter ha fatto meno del previsto e alla fine il pareggio è giusto considerando, oltre ai gol di Ibrahimovic poco dopo la mezz’ora e di Del Vecchio nella ripresa, un’occasione per parte: l’incornata alta di Jimenez, splendidamente imbeccato da Ibra, e la sventola di Palombo dalla distanza neutralizzata a fatica da Julio Cesar. Rispetto alla gara con la Roma, l’Inter a Genova ha segnato il passo, e un po’ me l’aspettavo: al di là dell’ottimo precampionato, una squadra con tecnico e modulo nuovi di zecca paga inevitabilmente qualcosa all’inizio del nuovo corso e finora il tempo era sembrato fermarsi. La difficoltà del campo di Genova, unitamente alla grande prova corale della Sampdoria, e le assenze in difesa sono certamente attenuanti valide, al di là della prova monumentale di Cambiasso da centrale, ma è difficile vincere con un 4-3-3- in cui due dei tre attaccanti hanno steccato. Là davanti ha fatto bene solo Ibra, perché Mancini si è notato solo nell’azione del gol e Figo purtroppo non ha più l’età per fare certe cose. Per questo a ore arriverà Quaresma, non fidatevi mai Moratti sul mercato: il portoghese verrà presentato martedì e le difficoltà con la Sampdoria hanno di fatto sgombrato gli ultimi dubbi. La mia perplessità non sta sul risultato: l’anno scorso pure Mancini partì con 1-1, per di più casalingo con l’Udinese, e un pareggio a Genova alla prima di campionato ci può stare. La maratona, per dirla alla Mourinho, è talmente lunga che nei primi due mesi di campionato si può pure sbagliare anche più del lecito. Il mio dubbio riguarda la preparazione fisica della squadra. Dall’arrivo di Mourinho abbiamo ascoltato praticamente ogni giorno calciatori felici per il tanto pallone in ogni allenamento: molto lavoro tecnico-tattico, poco fondo, ‘lavoro sporco’ fondamentale in un campionato come il nostro. L’Inter, dopo nemmeno un’ora di gioco, ha la lingua fuori e se non sblocca subito la partita rischia di non riuscire più a controllarla. Presto capiterà anche di dover inseguire gli avversari e magari dover cambiare marcia. E per fare la partita, bisogna avere anche le gambe. Col passare dei minuti la Sampdoria correva, l’Inter camminava. Ora c’è la sosta e i nazionali se ne andranno, ma un bel ‘richiamino’ fisico complessivo non ci starebbe male.
Ogni tanto ascolto i commenti di personaggi sempre con il fazzoletto in mano, tutti orientati per far passare l’Inter come una squadra che compete ad armi dispari con le altre, potendo vantare una rosa di giocatori largamente più numerosa e fornita delle sue avversarie. Allora sono andato sui siti delle cinque candidate allo scudetto: Milan, Inter, Juventus, Fiorentina e Roma, e mi sono messo a contare i giocatori che effettivamente, nelle squadre, hanno possibilità di calcare l’erba dei campi e che hanno alle spalle un minimo di carriera. Voglio dire che, ad esempio, dalla Fiorentina ho escluso dal conteggio difensori come Tagliani o Mazuch, dell’Inter non ho preso in considerazione giocatori come Bolzoni o Santon, del Milan non ho considerato i due nuovi uruguagi e via dicendo. Bene: il conteggio finale, che annovera anche i recentissimi arrivi di Quaresma e Menes, dice che: – l’Inter ha 26 giocatori – la Juventus ha 26 giocatori – la Roma ha 25 giocatori – il Milan ha 24 giocatori – la Fiorentina ha 25 giocatori (con due portieri in rosa, ma immagino ne vada conteggiato un terzo). Io questa disparità non la vedo. A chiunque poi volesse sindacare sulla qualità delle rose, non è una colpa disporre di maggiori risorse. Se poi dal vivaio nerozzurro esce Balotelli, se da quello del Milan esce Pazzini e da quello della Roma Okaka… Senza contare che calciatori come Figo (35 anni), Zanetti (35), Materazzi(35), Dacourt (34), Cruz (34), Crespo (34)e Vieira (32 e sempre rotto), il meglio della carriera l’hanno già dato. E l’anno scorso la situazione non era diversa.