24C: Sampdoria-Inter 1-1
Non c’è stato il temuto contraccolpo psicologico dopo la sconfitta di Liverpool. Perlomeno non c’è stato nella partita di Genova, dove l’Inter ha mantenuto anche con la Sampdoria la sua imbattibilità in trasferta che dura addirittura dal 30 aprile 2006, ossia un campionato e mezzo fa. L’1-1 finale, maturato nella ripresa, è la nitida fotografia di quello che si è visto in campo. La Sampdoria resta tra le squadre più in forma del torneo. Lo dimostrano le prove di Christian Maggio, il match-winner nel derby della Lanterna di una settimana fa, e soprattutto di Antonio Cassano, mai così in palla quest’anno. L’Inter continua invece ad essere la squadra da battere con un’anima orgogliosa da conservare in eterno. Rocchi, arbitro che storicamente non ha il ‘dischetto’ facile, ha ignorato nel primo tempo un rigore su Suazo, ma non importa. Ne prendano buona nota coloro che vivono nella frustrante illusione che non esistano mai episodi contrari all’Inter. Al gran gol di Cassano ha risposto Crespo, con un’inzuccata stupenda dopo i cinque mesi forse più duri della sua carriera, su assist di Stankovic, ancora giù di condizione e tolto di mezzo anzitempo dal mal di stomaco. L’ingresso di Figo ha cambiato la partita, ma non è una novità. Negativo invece Vieira, protagonista di una scenata infantile al momento della sostituzione: stava carburando bene, ma con un cartellino giallo sul groppone, bene ha fatto Mancini a toglierlo dal campo per evitare l’ennesima inferiorità numerica. Vieira dovrebbe imparare da Crespo che, a fine partita, ha spiegato di aver ricevuto ottime risposte da Mancini sulla scarsa continuità del suo impiego in questa stagione. “Mi ha fatto sentire davvero importante” – ha confidato Valdanito. Ce ne fossero di Crespo nel mondo del calcio. Ha un’intelligenza superiore alla media, e lo ha dimostrato anche nella sua versione sul fin troppo pubblicizzato diverbio tra Ibra e Materazzi dopo Liverpool: “La verità – ha puntualizzato Hernan – “è che non siamo più abituati a perdere!” Belli anche i siparietti tra Cassano e Mancini. Non è un mistero che l’ex ragazzo-prodigio di Bari Vecchia farebbe carte false per venire in nerazzurro e la stima per Mancini è assolutamente ricambiata. Cassano è un bel furbacchione perché da una parte ha coccolato il pubblico di Marassi dopo il gol facendosi riprendere da ogni telecamera mentre urlava ‘io resto qui’, dall’altra però, prima e dopo la partita, si è intrattenuto quasi amorevolmente con Mancini facendo bene attenzione a coprirsi la bocca per non farsi inquadrare le labbra dalle stesse telecamere. Per non parlare del ritrovo tra amiconi davanti al pullman dell’Inter dopo la partita. Insomma, come dicono a Napoli, capisc’ammé! Certo se Cassano è quello visto a Marassi e d’ora in poi solo questo, è da prendere al volo: capisc’ammé!
Egregerrimo (forse non si usa, ma fa lo stesso) Gian Luca, sono uno juventino di 39 anni e ti espongo il mio pensiero sulla disgraziata stagione arbitrale. Credo che molti arbitri vivano una situazione di “condizionamento ambientale”, mi spiego meglio. Nel mondo calcistico italiano la Juve è ormai invisa a tutti, sia per la vicenda Calciopoli, sia per lo stato attuale, anche per l’attuale dirigenza che assomiglia un po’ troppo agli yuppies dei film di Vanzina. Gli arbitri oggi respirano un’aria diversa da un tempo, intuiscono che sbagliare contro la Juventus non è più un peccato mortale come accadeva anni fa. Essendo in molti casi piuttosto incapaci e con scarsa personalità, finiscono per fare errori fin troppo vistosi. Nessuno dice agli arbitri di danneggiarci, ma quando accade, non c’è nemmeno più nessuno che sia davvero dispiaciuto, aldilà delle dichiarazioni di facciata dalle quali non mi faccio certo ingannare. Tanto per fare un paragone a te più vicino, ho visto la partita Liverpool–Inter, ed è un po’ la stessa cosa. In Europa gli arbitri non si preoccupano troppo di danneggiare le squadre italiane, perché sanno bene che né Blatter né Platini verseranno lacrime per questo, non siamo simpatici all’estero e, pur senza ordini diretti, gli arbitri tendono ad adeguarsi, perché anche qui sono scarsi o con poca personalità. In fondo non sono preoccupato, ho visto vincere alla Juventus tutto dal 1982 ad oggi e posso accontentarmi. Come diceva Gene Wilder in un celeberrimo film “Bisogna accettare le proprie vittorie come le proprie sconfitte con calma, dignità e classe”. Poi però lui si arrabbiava moltissimo! Complimenti per il tuo lavoro, da juventino apprezzo molto il tuo modo di commentare i fatti e spero continuerai così.