5UCL: Inter-Panathinaikos 0-1
Mourinho l’aveva ripetuto più volte in conferenza-stampa alla vigilia: “Non ho paura del Panathinaikos, ma dell’Inter” – aveva ammonito. Conoscendo i suoi meglio di chiunque altro, non sorprende che c’abbia azzeccato anche stavolta. La sconfitta interna col Panathinaikos pare indicare che questo gruppo rende al meglio solo contro certi avversari, in condizioni di alta pressione. Eppure, seppur sconfitta a San Siro, l’Inter è qualificata agli ottavi di Champions e a Brema sceglierà se da prima o seconda nel girone. Per Mourinho dopo una grande partita arriva un periodo poco brillante per gioco e risultati: dopo il largo successo all’Olimpico con la Roma, sono arrivati i pareggi con Genoa e Fiorentina. L’augurio è che stavolta sia sufficiente la sconfitta con il Panathinaikos per il dopo Inter-Juve. Una figuraccia, non un dramma, è chiaro: Mourinho non ha voluto fare turn-over e ha riproposto molti dei calciatori che hanno illuminato la serata con la Juventus, rilanciando però Figo dopo due mesi di assenza, operazione che evidentemente Mourinho riteneva necessaria e per questo ha scelto la gara meno rischiosa. L’idea non è stata premiata e Figo ha giocato largamente al di sotto delle due potenzialità, come tutta la squadra. Dopo il gol di Sarriegi intorno alla mezz’ora della ripresa, Mourinho ha buttato in campo tutta l’artiglieria a disposizione, ma non è bastato. Cinque attaccanti, considerando anche Quaresma, ancora deludente, arrembaggi continui e schemi tattici completamente saltati: nulla da fare e sconfitta meritata, più per colpa dell’Inter che per altro. C’è stata indubbiamente la sottovalutazione dell’avversario, atteggiamento fastidioso per i tifosi nerazzurri, che nel passato era costato anche la qualificazione. Stavolta, la facilità del girone e la pochezza degli avversari ha salvato il traguardo: l’Inter accede agli ottavi pur avendo totalizzato solo 8 punti. In altre circostanze, c’è chi ha lasciato la Champions al primo turno con 9 punti in classifica e una differenza reti tranquillizzante. Ogni stagione e ogni girone fa storia a sé e la vera Champions comincia con l’eliminazione diretta. Prima si può pure scherzare, come si è fatto, senza rischiare la pelle ma è chiaro che c’è stato poco da ridere. Amen, non è questa la partita che segnerà la storia di questa stagione. Però a questo punto occorre un attento lavoro psicologico sulla squadra dopo le grandi partite come un maggior turn-over in certe occasioni. Mourinho ha capito e corretto tante cose. Arriverà anche a questo. Certamente 8 punti in 5 partite di Champions sono un po’ pochini per un allenatore scelto proprio per vincere in Europa ma, come ho detto, la vera Champions comincia a fine febbraio.
Lascia una risposta
Devi essere connesso per pubblicare un commento.