Tra Lampard e Mourinho
Roma città aperta per la finale di Coppa Italia alla quale presenzierà anche il capo dello Stato e l’augurio è che si parli solo di calcio giocato. Il calcio parlato intanto, come in ogni finale di stagione vive il suo magic moment: gli interisti ora pretendono da Moratti il colpo del Centenario, individuato in Frankie Lampard, simbolo del Chelsea. Ma da Mosca, in attesa della finale di Champions, il suo procuratore Steven Kutner smentisce secco: “Con Moratti ho già fatto qualche affare, Ince e Vieira – ha detto l’agente – e se ci fosse una trattativa per Lampard lo saprei!” Magari è solo strategia. Intanto Mourinho rilancia la sua candidatura alla panchina dell’Inter e Moratti ha capito che Mancini è arrivato nudo alla meta: il Mancio sta seriamente pensando di chiudere qui. Troppe incognite sull’assetto societario che Moratti non cambierà al di là di qualche concessione sul mercato. A 43 anni il Mancio è pronto a lasciare l’Inter dopo aver firmato sette trofei, otto se conquisterà anche la Coppa Italia. Ha vissuto l’Inter sulla sua pelle come nessun altro, combattendo polemicamente contro il mondo: si è precluso qualsiasi possibilità di lavoro in società italiane concorrenti, dedicando il suo lavoro solo agli interisti. E’ curioso vedere chi riuscirà a fare meglio di lui in una società in cui si fatica a perdere, ma pure a vincere. Sul campo Mancini ha vinto gli stessi scudetti dei mitici Alfredo Foni negli anni ’50 e Helenio Herrera negli anni ’60. Se ne sono accorti al Chelsea ma non all’Inter e il chiarimento con Moratti potrebbe davvero riguardare solo la buonuscita. Verrà rimpianto, assai più di chi non ha vinto nulla.
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