29C: Inter-Reggina 3-0
Porca miseria, ho preso il vizio di scommettere sulle partite e non ci azzecco mai, soprattutto con i miei. Stavolta su Inter-Reggina avevo puntato un milioncino di euro, io gioco solo a partire da queste cifre, sull’X Handicap. Scherzo ovviamente, avessi un milioncino di euro, mica me lo giocherei sulle partite di calcio, ma lo investirei in viaggi transoceanici. Comunque, per i non esperti, ai quali suggerisco di restare tali, l’X Handicap è centrato quando la squadra di casa vince con il minimo scarto. Se vince 2-0 hai già perso. Figuriamoci 3-0, com’è accaduto con la Reggina. Voi direte che sono scemo a giocarmi l’Inter, ovvero la prima della classe, che supera di misura la Reggina, ultima in classifica. Può essere, ma io ho visto che l’Inter di Mourinho in casa vince quasi sempre di misura, anche con le piccole. Mi ricordo Catania, Lecce, Bologna, Sampdoria, Udinese, Napoli, anche il Milan. Invece stavolta non bastava Cambiasso, ma ecco pure Ibrahimovic trasformare il rigore procuratosi dal redivivo Amantino Mancini. Due gol nei primi dieci minuti. Poi siccome Ibra ha pure voglia di chiudere da capocannoniere, guarda cosa va a inventarsi dopo nemmeno un quarto d’ora di ripresa: delizioso colpo sotto e pallonetto da sigla-Tv! 3-0 e tutti a casa, i rivali a far le pulci all’arbitro, ormai sport preferito dei fantozziani inferiori. Invece Mazzoleni ha diretto da 7, almeno a sfogliare i pochi giornali credibili rimasti. E ancora una volta il distacco sulla Juventus è immutato: 7 punti. Ogni volta chi tifa Juventus va a dormire il sabato notte sognando l’imminente l’aggancio. Invece i sogni muoiono all’aba. O poco dopo. Di lì a poche ore infatti tutto torna come prima. E l’Inter di Mourinho ha perfino un punto più dell’ultima di Mancini, pur giocando compelssivamente un calcio peggiore. Quando sento la gente che si lamenta perché l’Inter gioca male, di primo acchito concordo. Poi però mi viene da sorridere perché penso a cosa succederebbe se l’Inter giocasse un calcio da leggenda ma annaspasse in classifica, magari ad una quindicina di punti dalla vetta. La verità è che nel calcio contano i punti, i traguardi, gli albi d’oro, tutto il resto è filosofia, e pure spicciola. La vera competizione in Italia non è tra chi gioca meglio, ma tra chi fa meno schifo, perché salvo rare eccezioni anche la più infima squadra inglese in questo senso ci dà la birra. Bene, chiuso qui l’editoriale. Come dite? Non ho scritto nulla di Ibra e delle sue dichiarazioni nel dopo-gara? Che volete che vi dica? Che è un’invenzione di noi giornalisti? Vi ho sempre detto di non fidarvi dei calciatori e di piantarla di credere alle bandiere. Vi pigliano per il culo, chi più chi meno, da almeno dieci anni, approfittando della vostra ingenua fede nei colori sociali. Imparate a credere a qualcosa di più importante delle squadre di calcio e dei calciatori. E’ vero che Javier Zanetti, che ha giocato la sua 635.a partita superando Giacinto Facchetti, assomiglia ancora ad una bandiera, ma è fuori moda. Vedremo se Davide Santon o Mario Balotelli, che ha imparato pure a giocare per la squadra, si riveleranno di altra pasta. Di regola il calciatore ha una carriera breve, tranne al Milan, e cerca di monetizzarla il più in fretta possibile. Per farlo rapidamente serve un trasloco a stagione. Bobo Vieri lo aveva compreso prima di tutti. Vi ho detto il giorno dopo il suo arrivo che Ibra non avrebbe chiuso la sua carriera in nerazzurro, a meno che non trovi nessuno disposto a pagarlo meglio. Ibra, colpevole come tutti per le ultime eliminazioni dalla Champions, vuole diventare ancora più ricco, altro che mal di pancia, ansia da Pallone d’Oro e coglionate varie. Come non bastasse, considera Mourinho un genio, mentre il suo procuratore Mino Raiola lo giudica un incompetente perché ha fatto fuori l’altro suo gioiellino Maxwell. Ibrahimovic, che percepisce 1.370 euro all’ora, 12 milioni all’anno, forse ne vuole 15, quelli offerti solo verbalmente e per di più infruttuosamente a Cristiano Ronaldo un anno fa dal Real Madrid. Naturalmente non li merita. Nessuno al mondo merita certe cifre, ma finché c’è chi le offre… Il rischio è di ripetere la storia di Bobo Vieri, rimasto poi per tutte le sue stagioni migliori in nerazzurro, perché nessuno al mondo, soprattutto di questi tempi, con la crisi mondiale più grave dal ’29 a oggi, può superare le cifre sottoscritte da Massimo Moratti fino al 2013. Se però esiste davvero qualcuno disposto ad una simile pazzia, si tratti! Base di partenza: 100 milioni di euro! Il prezzo lo fissa sempre chi vende, mica chi vuole acquistare.
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