Ibra e la nostalgia canaglia
Chi avrà nostalgia per primo tra Eto’o e Ibra ci si chiedeva all’indomani dello scambio tra i due goleador. Oggi la prima risposta, assolutamente provvisoria, dice che le prime difficoltà sono toccate a Ibra e i colleghi spagnoli sono col fucile puntato. Un gol facile nel finale dell’esordio nella Liga è ancora poco per tacitare il can can mediatico attorno a lui. Ibra gioca nel Barcellona ma parla da interista, ben più dell’ultimo periodo in nerazzurro. “Ho visto il derby tifando per l’Inter – ha confidato – e sapevo che vincevamo noi”. Addirittura “noi”, ha detto. “Il Milan l’ho visto molto, molto, molto male. Niente a che vedere col rivale dei miei cinque anni italiani” il suo testuale commento su Milan-Inter 0-4. Dichiarazioni forse anche un po’ strategiche in vista dell’esordio tra due settimane giorni da avversario dell’Inter in Champions League a San Siro, in quello che è stato per tre anni e tre scudetti il suo stadio. Ovvio che chi è primadonna per definizione fatichi a inserirsi nel gruppo storico catalano in un Barcellona campione di tutto. Certo che vederlo ancora ai margini del gioco alzar la mano per chieder palla o addirittura spinto nelle retrovie del palco mentre i senatori levano al cielo la Supercoppa Europea, lascia di stucco. Insomma è certamente prematuro, ma a volte non pare nemmeno l’Ibra che abbiamo imparato a conoscere. Ci ripensasse, come dico sempre, l’Inter ha conservato lo scontrino.
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