Io, «prischiano» di ferro, sogno il gol alla Minaudo
Pubblicato su Il Giornale, domenica 15 febbraio 2009
C’è solo una partita per cui il giornalista che è in me va in vacanza e lascia posto al tifoso: è il derby, per tutta una serie di vicende di vita vissuta che non sto a raccontarvi, ma che potete rintracciare sul sito www.gianlucarossi.it (un po’ di pubblicità…). Vi basti sapere che io l’Inter non l’ho ereditata per nascita o per censo, ma me la sono scelta, proprio nel momento in cui c’era di meglio da fare. Storicamente il popolo interista è frantumato in una serie interminabile di specie, ma resta riconducibile a due soli generi, nettamente distinti. Ci sono gli interisti «morattiani» che, come la dinastia Moratti, considerano la Juventus la vera rivale, con tutta la letteratura sul derby d’Italia che tanto infastidisce i milanisti perché li esclude. E poi ci sono gli interisti «prischiani» che, come l’Avvocato Prisco, hanno una vocazione fortemente meneghina e vedono nel derby la madre di tutte le partite. Milanese da generazioni, appartengo a quest’ultima categoria, nel senso che la Juventus non mi ha mai eccitato, mentre il derby vorrei vincerlo sempre e non solo nel calcio, ma anche a biliardino, a scopa d’assi, a Trivial Pursuit o a chi sputa più lontano. E il massimo è vincerlo quando non te l’aspetti, magari di misura e con un gol decisivo certificato nella sua regolarità pure dalle moviole di Milan Channel. Frugando nella storia, visto che in campionato l’Inter ha vinto qualche più derby del Milan, mi vengono in mente quelli marchiati a fuoco da Oriali, Minaudo, Berti, Branca, Serena e Vieri con la sua coscia poi santificata. Tutti derby vinti per 1-0, dall’orgasmo superiore a quelli archiviati dominando i cugini. Poi ci sono stati derby che, al di là dello spettacolo a volte sciapo, sono passati alla storia per un fatto imprevisto, come la papera del portiere avversario: Nelson Dida solo poco più di un anno fa si è candidato ad un Inter Club a lui intitolato! Domani sera, in caso di vittoria nerazzurra, ci sarebbe un ulteriore cadeau grazie ai cugini, sempre così mediaticamente fantasiosi. Di questi tempi in casa Milan, dopo la tiritera ormai fuori moda sui Campioni d’Europa, del mondo e della galassia, circola una nuova audio-favola, che mi piacerebbe riascoltare nel dopo-partita: «Beckham bene, Seedorf bene, Ronaldinho meglio, Pato ottimo, tutti bene insomma!». Milan a -11. Sipario.
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