Inter Nos 4
Pubblicato su San Siro Calcio, domenica 20 dicembre 2009 per Inter-Lazio
CERCASI VITTORIA – Ritornare a volare in classifica. Dev’essere questo l’imperativo categorico per la gara a San Siro con la Lazio, posticipo della 17.a giornata del campionato di serie A, ultima gara dell’anno solare 2009 prima della sosta natalizia. Dopo la sconfitta di misura con la Juventus e il pareggio a Bergamo, s’impone un pronto ritorno al successo. L’Inter pare aver imparato a gestire e vincere le partite secche, come l’ultima di Champions League col Rubin Kazan e l’ottavo di Coppa Italia con il Livorno, che hanno visto i nerazzurri qualificati. Il segreto con la Lazio sta nel considerare questa partita in un ottica diversa da quella di semplice tappa di un lungo cammino, qual è il campionato. Vincere vorrebbe dire chiudere l’anno congedandosi nel modo migliore dal pubblico nerazzurro. Non si creda ad una Lazio in crisi: è vero che i biancazzurri stanno disputando un torneo con risultati ampiamente al di sotto delle attese, ma hanno comunque ritrovato il successo proprio nell’ultimo turno, superando di misura il Genoa. E poi, come dimenticare l’ultima Supercoppa Italiana di Pechino che proprio la Lazio l’8 agosto scorso ‘tolse’ a sorpresa ai nerazzurri.
NERVOSISMO – Dici ‘nervoso’ e si pensa subito a Mourinho e, apparentemente, non a torto. Espulso nella serataccia all’Olimpico di Torino con la Juventus, lo Special One ha vissuto l’intera settimana successiva tra silenzi e conferenze-stampa a monosillabi, malgrado la brillante qualificazione agli ottavi di Champions ottenuta contro i russi del Rubin Kazan. Poi a Bergamo Mourinho ha anche litigato con il giornalista del Corriere dello Sport Andrea Ramazzotti, salvo poi ridimensionare l’episodio e preannunciare le scuse in forma privata in una conferenza ad Appiano Gentile. Eppure qualche ex-calciatore dell’Inter che ha avuto occasione di incontrare Mourinho in eventi off-limits ai giornalisti lo ha poi descritto sereno e disponibile, quasi divertito da tutto quel che gli gira intorno. Allora è davvero la multiforme stampa italiana a rovinargli l’umore? O sta solo preparando il lungo addio dall’Inter perché si è rotto le scatole o ha capito di averle rotte? Oppure è la solita strategia per rubare i riflettori ai suoi, posti così al riparo da qualsiasi influenza esterna? Qualunque sia la ragione per cui negli ultimi tempi Mourinho si presenta in pubblico imbronciato importa ai tifosi dell’Inter assai meno dei risultati della squadra, che in Italia continuano a restare altamente positivi, mentre in Europa, si sa, ci si attende un po’ di più, ma questa è una storia che ricomincerà solo a primavera, magari quando il campionato sarà già opportunamente indirizzato.
LA SOCIETA’ – La società comunque vigila e nella settimana appena conclusa Moratti ha sentito e visto Mourinho. Al presidente non sono mai dispiaciuti i titoloni dei giornali sull’Inter. E ha accettato con cristiana rassegnazione anche le critiche a squadra, tecnico e soprattutto a lui, quando girava male. E’ il gioco delle parti. Ma non ha mai sopportato che i suoi collaboratori andassero a cercarsi rogne a tutti i costi, soprattutto oggi che le rivali storiche hanno problemi ben più seri di quelli dell’Inter. Moratti di regola sta sempre dalla parte del suo allenatore o almeno ci prova, anche quando non lo capisce fino in fondo, ma da Mourinho ora pretende toni più distesi. Alzare sempre l’asticella della polemica, anche quando non ce n’è motivo, non è proprio il caso. Per questo è presumibile che in quest’ultima settimana Moratti sia stato piuttosto chiaro: d’accordo rispondere per le rime quando si è tirati in ballo senza motivo, inutile andare oltre. Moratti è intervenuto raramente nei suoi anni da presidente in vicende tecniche: la prima regola è di lasciar fare a chi guida la squadra, ma il presidente mentalmente annota tutto, tutto ricorda e al momento giusto, quand’è il caso, presenta il conto. Credere già adesso che a giugno Mourinho lasci l’Inter può sembrare azzardato, ma fino ad un certo punto. Certamente piace Laurent Blanc, ex difensore dell’Inter e oggi allenatore del Bordeaux, la squadra che in assoluto ha disputato la miglior fase di qualificazione in Champions League. Blanc fu contattato la sera stessa dell’eliminazione con il Liverpool, quando si rifletteva se andare avanti o meno con Roberto Mancini. L’estate scorsa, quando Mourinho pareva indeciso sulla sua permanenza all’Inter, il rapporto si è cementato e Blanc è il primo nome per la successione, ma non è nemmeno finito il girone d’andata ed è presto per qualsiasi ipotesi. Certamente nell’ultimo contratto dello Special One c’è una clausola che consente chiudere il rapporto al volo, dietro versamento di una cifra già fissata.
BALOTELLI – Se uno dei problemi tra Moratti e Mourinho dovesse davvero essere la diversa considerazione di Mario Balotelli, stiano tutti tranquilli. Questa partita l’ha già vinta Moratti e Balotelli con lui. Nella carriera del ragazzo-prodigio, Mourinho è destinato ad essere solo una parentesi, come probabilmente pure il prossimo allenatore di SuperMario. La sua incedibilità è talmente assoluta che Moratti l’ha ribadita con toni ancor più netti di quelli usati a suo tempo per Alvaro Recoba, il pupillo storico. SuperMario va al di là del ruolo di calciatore per una persona, il presidente dell’Inter, che non considera straniero nemmeno ci viene da Marte. Balotelli, il nero-italiano, ha un significato persino sociale, in questi tempi d’ignoranza, quella che gli viene puntualmente riversata addosso negli stadi e sul web, paradiso degli anonimi vigliacchi. Balotelli è il pilastro dell’Inter multirazziale, che per Moratti vale più di qualsiasi trionfo. Il ragazzo deve certamente comportarsi in modo più lineare alle esigenze della società e del tecnico e, se sgarra, può essere criticato, punito e perfino spedito in tribuna, ma resta il simbolo nerazzurro di domani. Passerà questo e magari il prossimo allenatore, ma Balotelli giocherà ancora nell’Inter. A meno che non impazzisca lui. Alzi la mano però chi a 19 anni non è stato un po’ pazzo!
Pubblicato su San Siro Calcio, domenica 20 dicembre 2009 per Inter-Lazio