Il ‘Pazzo’ per la pazza Inter-81
Οι διάλογοι ovvero Racconti da tifosi da Bar – venerdì 28 gennaio 2011
Ultimo giorno della settimana prima della chiusura del Bar Sport per il week-end. Da una parte del bancone si svolge l’ennesimo funerale di casa Juve con lo sguardo vitreo del parrucchiere Tonino che annega nell’alcol puro anche il dispiacere per l’eliminazione in Coppa Italia per mano della Roma passata a Torino con un perentorio 2-0: “Uno schiaffo via l’altro per la mia povera Juve – piagnucola – ma che me la prendo a fare? Ormai la mia Juve non c’è più!” Non prova neppure a consolarlo il carrozziere e compagno di tifo Ignazio che sta pure peggio, mentre col bicchiere traboccante di grappa continua a disegnare cerchi sul bancone, mentre l’altro juventino, lo studente fuori-corso Boris ricorda a tutti che c’era un rigore sacrosanto per la Juventus negato dall’arbitro Damato a Delpiero poco prima del raddoppio. E questa volta, incredibilmente, lo ascoltano tutti, dandogli pure ragione, a cominciare dal tassista milanista Gianni che annuncia fin da ora un derby Milan-Inter in finale di Coppa Italia, ovviamente con i rossoneri favoriti per lui.
Il pensionato interista Artemio vorrebbe risollevare il morale della truppa bianconera, ma il tatto non è mai stato il suo forte: “cercate di non pensarci perché non ne vale la pena – sferza – questa Juve è una squadra che non solo non ha capo né coda. Peccato, perché dopo tante finali con la Roma ci tocca suonarcele già in semifinale, ma con voi ci saremmo divertiti molto di più!” E il postino milanista Donato pensa pure di rimproverare gli juventini perché ha appena visto che l’Inter in tre giorni ha preso Pazzini, uno dei principali obiettivi della Vecchia Signora, l’ennesimo sfumato dopo mesi di corteggiamento.
E proprio a Pazzini continua a inneggiare il concessionario interista Walter: “Il ‘Pazzo’ non poteva che venire nella pazza Inter – sentenzia – e adesso sì che ce la giochiamo ad armi pari. E poi, dato che al presidente del Milan ci piacciono le marocchine, uno di là lo abbiamo preso pure noi (Kharja, ndr) ma per giocare a pallone, mica per il Bunga Bunga!” La battuta di satira politica, con un chiaro riferimento al caso Ruby, non piace per niente all’ortolano milanista Gaetano, che però fa finta di niente, perché al bar di politica ne capiscono tutti ancor meno che di calcio, come rileva l’ineffabile e anzianissimo pensionato Ambrogio che stavolta usa la mannaia: “Continuate a parlare di pallone, che già ne capite poco, lazzaroni della malora – ammonisce – il resto lasciatelo perdere, perché altrimenti mi fate pentire di essere ancora al mondo (81-continua, purtroppo…)
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