Inter Nos 9
Pubblicato su San Siro calcio, domenica 6 febbraio 2011
CHE MERCATO! – Dopo il digiuno estivo, i botti l’Inter li ha fatti nel mercato invernale, con quattro nuovi giocatori: Ranocchia, Pazzini, Kharja e Nagatomo, oltre ad alcune operazioni minori, come il riacquisto per 2,5 milioni di euro della comproprietà di Marco Andreolli, attualmente al Chievo. Cedere ques’ultimo a titolo definitivo alla Roma nell’estate del 2008 fu un errore che aveva già fatto imbufalire José Mourinho. Tra i giovani in entrata ci sono anche l’attaccante franco-olandese Luc Castaignos, classe 1992, prelevato dal Feyenoord per 3 milioni di euro, che resterà in Olanda fino a giugno e i talentini austriaci Christoph Knasmüllner, trequartista del ’92 che ha deciso di non rinnovare col Bayern Monaco e Lukas Spendlhofer, centrocampista del ’93 da dirottare alla primavera di Fulvio Pea.
Intanto, in attesa del mercato estivo, visto che a giugno l’intera rosa verrà profondamente rinnovata, l’Inter, già proprietaria del cartellino del portiere Viviano, continua a seguire con molto interesse anche Vucinic della Roma e Montolivo della Fiorentina. E in attesa di capire se Gareth Bale del Tottenham potrà essere trattato a cifre ragionevoli, c’è già un accordo di massima per avere a giugno anche l’attaccante cileno dell’Udinese Alexis Sanchez, corteggiato insistentemente per tutto il mese di gennaio.
Tra le operazioni in uscita Amantino Mancini è finito all’Atletico Mineiro, mentre Muntari è stato ceduto in prestito al Sunderland, che a giugno lo riscatterà versando all’Inter 8 milioni di euro. Nel quadro dell’operazione Nagatomo, Davide Santon si è trasferito al Cesena e sono state firmate le comproprietà col Parma dei nigeriani Nwankwo e Obi, che resta comunque in forza all’Inter. Il truce difensore Nelson Rivas infine è andato in Ucraina, al Dnipro Dnipropetrovsk, con la formula del prestito.
Ma conosciamo meglio i 4 fantastici quattro nerazzurri.
ANDREA RANOCCHIA – Nato a Assisi il 16 febbraio 1988, Ranocchia è stato il primo acquisto nerazzurro nel mercato di riparazione. Letteralmente esploso due stagioni fa a Bari come difensore centrale di livello assoluto, dopo i settori giovanili di Perugia e Arezzo, Ranocchia ha contribuito in modo decisivo al successo del Bari di Antonio Conti nel campionato cadetto 2008-09. Riscattato interamente dal Genoa e rimasto a Bari nella stagione seguente, Ranocchia ha esordito in Serie A proprio a San Siro contro l’Inter: 1-1 il finale. A inizio gennaio 2010 si è procurato una lesione del collaterale esterno con interessamento del crociato anteriore del ginocchio destro, un grave infortunio che lo ha costretto a chiudere anticipatamente la stagione.
Terminato il prestito al Bari, Ranocchia è finalmente entrato nella rosa del Genoa per la stagione 2010-11, ma l’estate scorsa l’Inter ne ha acquistato la metà del cartellino, lasciandolo però a Genova. A causa dell’infortunio di Samuel in Inter-Brescia del 6 novembre scorso, l’Inter ha poi acquistato a dicembre anche la seconda metà del cartellino per la cifra di 12,5 milioni di euro.
Maglia numero 15, Ranocchia ha esordito nell’Inter il 12 gennaio scorso negli ottavi di finale di Coppa Italia proprio contro il Genoa, partita vinta per 3-2 dai nerazzurri.
Dopo le Nazionali minori, compresi gli Europei Under 21 in Svezia, Andrea Ranocchia è stato convocato da Cesare Prandelli nella Nazionale maggiore e ha esordito il 17 novembre scorso a Klagenfurt in Italia- Romania 1-1.
GIAMPAOLO PAZZINI – Nato a Pescia il 2 agosto 1984, Pazzini è un attaccante che ha appena dimostrato il suo enorme valore oltre ogni ragionevole dubbio. Appena scelto il numero 7 con la benedizione di Luis Figo, il ‘Pazzo’ ha esordito da mattatore a San Siro nella ripresa di Inter-Palermo sul 2-0 per i siciliani e in una manciata di minuti ha ribaltato la partita con una doppietta e procurandosi pure il rigore decisivo, trasformato da Samuel Eto’o. Alla fine si è portato pure via il pallone della partita.
L’Inter lo ha prelevato dalla Sampdoria per 12 milioni di euro più il cartellino di Biabiany. Con lui e Cassano i tifosi blucerchiati avevano sperato di rivedere lo storico tandem Vialli-Mancini. In Nazionale maggiore, Pazzini c’è arrivato con Marcello Lippi, anche se il suo ricordo più bello in azzurro resta la partecipazione da protagonista assoluto alla partita di inaugurazione del nuovo Wembley, una sfida tra le rappresentative Under 21 di Italia e Inghilterra, giocata il 24 marzo 2007. In quell’occasione Pazzini ha segnato il primo gol nella storia del nuovo stadio dopo nemmeno 30 secondi dal fischio d’inizio. Poi ne ha fatti altri due, prima di uscire ad un quarto d’ora dalla fine, salutato dalla standing-ovation dei 55.000 spettatori presenti. Anche lì, al fischio finale, in omaggio alla sua tripletta, gli fu consegnato il pallone della partita con gli autografi di tutti i giocatori.
Che in Pazzini ci fosse qualcosa di molto interista lo si è capito sul finire della scorsa stagione, quando con la sua doppietta ha interrotto la serie di 24 risultati utili consecutivi della Roma, consegnando virtualmente lo scudetto all’Inter di Mourinho. L’Inter non potrà impiegarlo in Champions perché l’ha già fatto la Sampdoria negli sfortunati preliminari col Werder Brema in cui il ‘Pazzo’ ha comunque segnato tre reti in due partite, ma sarà comunque preziosissimo in campionato al posto o al fianco di Eto’o e Milito. Le sue caratteristiche da uomo d’area, bravo di testa e in acrobazia, lo rendono pienamente compatibile con gli attuali bomber nerazzurri.
HOUSSINE KHARJA – Nato a Poissy il 9 novembre 1982, Kharja è un centrocampista marocchino di origini francesi, arrivato in prestito dal Genoa. In grado di ricoprire indifferentemente i ruoli di trequartista e di regista, Kharja ha cominciato la sua carriera nelle giovanili della squadra francese del Paris Saint-Germain e faceva il raccattapalle nelle partite casalinghe della prima squadra, ai tempi in cui vi giocava Leonardo, del quale conserva ancora un paio di pantaloncini donatigli proprio dall’attuale allenatore dell’Inter.
Dopo una parentesi in Portogallo, allo Sporting Lisbona, nel 2001 è arrivato in Italia, acquistato dalla Ternana.
Nel 2005 è stato acquisito in prestito, con diritto di riscatto, dalla Roma, con la quale ha esordito in Serie A il 21 settembre 2005 in Roma-Parma 4-1. Il suo primo gol con la maglia giallorossa è valso il pareggio della sua squadra in Juventus-Roma 1-1 del 25 marzo 2006, ma la squadra più battuta, con tre centri personali, è proprio l’Inter: suo anche il gol che a San Siro l’11 maggio 2008 ha obbligato l’ Inter al pareggio col Siena e a rimandare all’ultima giornata di campionato la conquista dello scudetto 2007-08. Già perché Kharja, ora anche capitano della nazionale del Marocco, tra una parentesi e l’altra alla Roma, è transitato anche da Piacenza e da Siena, prima di ritrovarsi al Genoa nell’estate del 2009. Nell’ottobre dello stesso anno, durante un allenamento, ha subito la lesione del legamento crociato anteriore del ginocchio sinistro, restando lontano dai campi fino al marzo 2010.
Anche lui ha esordito nell’Inter il 30 gennaio scorso a San Siro nella ripresa con il Palermo risultando decisivo nel 3-2 finale grazie all’assist per il primo gol di Pazzini e al passaggio allo stesso Pazzini nell’azione che ha poi fruttato all’Inter il rigore della vittoria calciato da Samuel Eto’o. All’Inter ha scelto la maglia numero 14.
YUTO NAGATOMO – Nato a Sai-Jo il 12 settembre dell’86, Nagatomo è il primo giapponese della storia a vestire la maglia nerazzurra. E’ un difensore di fascia, ambidestro e velocissimo. Alto 1,70 per 68 kg di peso, Nagatomo, prelevato dal Cesena con un’operazione-lampo l’ultimo giorno di gennaio, è stato il colpo finale della campagna acquisti invernale interista. Ai romagnoli sono andati meno di 2 milioni di euro e il prestito gratuito di Davide Santon, che nella rocambolesca vittoria sul Palermo a San Siro ha definitivamente dimostrato il suo momento d’involuzione tattico-tecnica. A fine campionato l’Inter potrà riscattarlo versando altri 4 milioni di euro al Cesena. Yuto, che vive con la mamma e la sorella, si è anche recentemente laureato in economia e commercio alla prestigiosa Meiji University di Tokyo. Dopo aver esordito nel 2007 in J-League con l’FC Tokyo, Nagatomo è diventato un punto fermo della Nazionale Giapponese con la quale ha disputato i Giochi Olimpici di Pechino 2008, i Mondiali in Sudafrica nel 2010 e ha appena vinto la Coppa d’Asia 2011, agli ordini del tecnico italiano Alberto Zaccheroni. Suo il cross per il gol decisivo di Tadanari Lee nella finalissima contro l’Australia. In patria lo hanno soprannominato The Ace Killer, il killer dell’asso, per aver marcato con successo Leo Messi nell’amichevole vinta dal Giappone contro l’Argentina lo scorso ottobre. Il suo idolo è Maicon e, appena arrivato in Italia, si è fatto subito regalare un suo poster. Da quando ha cominciato a masticare un po’ d’italiano, Yuto si diletta anche come interprete tra Zac e i compagni di Nazionale. L’Inter non lo ha preso per caso, dopo che si è saputo che l’interesse per il genoano Criscito era in realtà un falso scopo proprio per arrivare subito a lui, senza contare che sul giapponesino prima del Milan si erano già avventati anche Barcellona e Chelsea. All’Inter ha scelto il numero di maglia 55, aggiungendo un 5 a quella che aveva a Cesena. Intanto in internet è già scoppiata la Nagatomomania e l’operazione si profila molto interessante anche al punto di vista economico, visto che per la sua presentazione ad Appiano Gentile si è mosso un autentico esercito di cronisti giapponesi, che non mancheranno di accrescere ulteriormente l’interesse per l’Inter da parte dei ricchi sponsor del Sol Levante.
INTER AVANTI TUTTA – Dopo aver raccolto a Bari, con un successo più dal punto di vista del risultato (3-0) che del gioco, l’ottava vittoria nelle nove partite della gestione Leonardo, l’Inter ritrova la Roma, il suo avversario per definizione nelle ultime stagioni, su ogni fronte. E’ uno sconto diretto di quelli che contano, anche per i giallorossi che all’andata si sono imposti di misura (1-0) ma che ora non possono permettersi ulteriori passi falsi, a causa dell’inatteso e deludente pareggio casalingo con il Brescia di domenica scorsa.
Tra l’altro sono giorni febbrili nella capitale anche per l’imminente passaggio del pacchetto azionario ad un gruppo americano, ma è facile credere che Ranieri sia riuscito a tenere la squadra al riparo dalle convulse vicende societarie degli ultimi tempi.
L’Inter sulla carta sta bene, al di là del fatto di non aver convinto nel gioco a Bari, forse anche perché la testa di tutti era già a questa partita. Ha perso Chivu per una follia, ma ha ritrovato Sneijder, subito in gol al rientro e Cambiasso, che ha recuperato subito dal piccolo infortunio patito con il Palermo domenica scorsa. In più Leo ora ha il bomber Pazzini, che ha già segnato tre gol in due partite e il duttile Kharja, che a Bari ha segnato il suo primo gol in nerazzurro prima di porgere a Sneijder la palla del 3-0 con l’ennesimo assist. E anche Nagatomo è pronto all’esordio, dopo la squalifica rimediata da Chivu al San Nicola.
Il distacco dalla testa della classifica si è poi di nuovo ridotto. Ora l’Inter è risalita fino al terzo posto in classifica, a soli 2 punti dal Napoli e a 7 dalla vetta e ha appena scavalcato proprio la Roma, che come i nerazzurri deve comunque recuperare una partita.
Diciamolo francamente, l’ultima giornata, spalmata su tre giorni, è stata favorevole all’Inter, visto che le altre hanno tutte frenato, ma la strada resta lunga e tortuosa. Ora cominciano le gare che contano davvero: oggi la Roma, domenica prossima la Juve a Torino, poi mercoledì 16 febbraio la Fiorentina a Firenze. Molte delle chances per trasformare la rincorsa in rimonta si giocano proprio in questo trittico. Ci credono tutti. Ora però si fa sul serio.
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